CHEIKH AHMADOU BAMBA E IL SISTEMA "WOLFICO" DEI MURIDIYYA
Il Senegal possiede una compagine sufica particolarmente sviluppata; la maggioranza della popolazione di rito islamico appartiene a tre confraternite, la Qâdiriyya e la Tijâniyya acquisite dal contatto con la dominazione musulmana, ed una natia senegalese detta appunto la Murîdiyya.
Alle origini di quest'ultima si situa la predicazione di Cheikh Ahmadou Bamba Mbacké, noto più semplicemente come Ahmadou Bamba, o come Aamadu Bamba Mbàckè o Sëriñ Tuubaa (che significa "Sceicco di Touba") in wolof, e come Shaykh Aḥmad ibn Muḥammad ibn Ḥabīb Allāh oppure Khadīmu 'l-Rasūl (che significa "Il servo del messaggero") in arabo.
Egli nasce nel 1853 nel villaggio Mbacké fondato dal suo bisnonno Muhammad al-Khayr. Ahmadou Bamba è direttamente imparentato col potente capo della tribù wolof Lat Dior e membro del ricco clan di Mbacké, tuttavia egli rinunciò alla sua appartenenza tribale per incamminarsi verso la via devozionale.
Nelle scuole coraniche apprende l'insegnamento del Sublime Corano e approfondisce gli aspetti più teologici di esso.
La sua natura mistica si rivela solo dopo la morte del padre, avvenuta nel 1883, con una adesione di vita interamente dedicata alla santità ed imitante della vita del profeta.
Nella città di Touba nel 1887 (dove nascerà la mecca del suo movimento) folle di discepoli giungono per venerarlo come sua santità, suscitando per questo le ire di alcuni capi religiosi tradizionali e attirando l'inquieta attenzione dei coloni francesi.
I gallici riconoscendone il potere adesivo della popolazione senegalese, lo arrestano nel 1895 a Djéwal per rilasciarlo un mese dopo esiliandolo in Gabon.
Ahmadou Bamba riesce a ritornare in patria solo nel 1902; il suo ritorno da una parte aumenta il numero degli adepti, dall'altra viene considerato pericoloso per i francesi che proseguono il loro percorso di persecuzione, difatti nell'anno successivo viene accusato di detenzione di materiale bellico e nuovamente esiliato, questa volta però a Saout-Elma in Mauritania dove vi rimane sin al 1907 hanno in cui, grazie ad una richiesta ufficiale del governatore mauritano, viene lui concesso di rientrare in patria.
Dal 1911 Ahmadou Bamba si stabilisce a Diourbel dove, nel 1925 rivece l'autorizzazione per la costruzione della moschea di Touba, inaugurata solo dopo molti anni nel 1963. Eglì passerà a vita paradisiaca il 19 luglio 1927 e il suo corpo interrato nella stessa moschea di Touba dove ogni anno 3-4 milioni di fedeli giungono da tutto il mondo per celebrare il Magal (una celebrazione che è seconda, in numero di fedeli, solo al pellegrinaggio alla mecca Hajj, per altro prescritta).
Di Cheikh Ahmadou rimane solo una fotografia e null'altro, in essa viene ritratto con indosso una veste bianca dalla quale si intravede parzialmente il volto protetto da una sciarpa. Tale immagine è considerata una icona sacra e venerata e visibile per tutto il Senegal.
La sua predicazione diventa punto di riferimento per aspirazioni contraddittorie, segnate da forme di malcontento in parte preesistenti alla venuta occidentale. Questi ultima – che teme la trasformazione della confraternita in fermento indipendentista – come abbiamo visto lo esilia per ben due volte, nonostante nel suo insegnamento non vi fosse contenuto politico alcuno, quando la Francia comprenderà questo sarà comunque troppo tardi, tuttavia lo stesso governo colonico lo decora con la Legion d’Onore.
L'ascesa di Bamba non va letta come una semplice reazione politica legata alla presenza gallica quanto piuttosto a fattori interni alla cultura senegalese stessa. Il suo pensiero mistico, legato al mondo sufico, ma anche alla tradizione familiare africana sono gli aspetti fondamentali del suo movimento.
Dopo la sua morte, la direzione della confraternita rimane nelle mani della famiglia Mbacké, discendenti diretti del fondatore – il cui primo successore e primo “califfo generale” dei muridi è Mouhamadou Moustapha Mbacké (1885-1945), cui succede Muhammad Fadilou Mbacké (1886-1968) –, ma un ruolo importante nella gerarchia muride assumono anche i collaboratori di Bamba, i “grandi talibé“, fra cui lo shaykh Ibra Fall (1858-1930), fondatore del movimento Bay Fall, che non è come si crede una branca separata del muridismo ma ne costituisce, invece, il "nucleo duro" svolgendo una sorta di servizio d'ordine.
La caratteristica principale del muridismo è la “santificazione” del lavoro, che ha un ruolo altrettanto – se non più – importante della meditazione e della preghiera. Attraverso questa spiritualità del lavoro, Bamba inserisce nel sufismo un elemento autenticamente africano, e insieme si espone a critiche e riserve soprattutto da parte di ambienti tijânî. Alla base del muridismo, come di ogni altra tarîqa, vi è una sorta di patto iniziatico, la bai’a, con cui il discepolo (talibé) si affida al marabutto, mediatore fra l’uomo e Dio e garante sia della salvezza del discepolo sia, almeno in una certa misura, del suo benessere materiale. Attraverso la bai’a il discepolo promette al marabutto la khidma (“servizio”), cioè il lavoro svolto a profitto sia della confraternita sia – personalmente – del marabutto, che a sua volta si assume il compito della preghiera a beneficio del discepolo.
È attraverso la khidma e il rapporto contrattuale con il marabutto sancito dalla bai’a che il discepolo realizza la irada (“impegno a camminare verso Dio”). Il muridismo ha tra i suoi pilastri anche l’offerta (hadîya) e il pellegrinaggio annuale (ziyâra) a Touba, sulla tomba del fondatore, presieduto dal leader generale della confraternita (khalîfa). Il marabutto s’impegna ad assistere il talibé e la sua famiglia in una pluralità di modi, tra l’altro – tanto più nell’emigrazione – nella ricerca del lavoro, spesso con notevole successo, ponendosi nello stesso tempo come “polo di riferimento e di identificazione culturale”. In Senegal i muridi si sono diffusi attraverso lo strumento della dara, espressione che indica originariamente una scuola ma in seguito un villaggio autosufficiente, mentre nelle grandi città e nell’emigrazione l’unità muride è la dâ’ira o dâ’hira (“circolo”), gruppo o insieme di gruppi di venti-trenta discepoli ciascuno che fanno riferimento allo stesso marabutto e si occupano della raccolta delle offerte e della organizzazione di riunioni settimanali di studio e preghiera.
Ogni anno, milioni di musulmani da tutto il mondo fanno pellegrinaggio a Touba per onorare la memoria di Cheikh Amadou Bamba nella sua moschea. Durante questa occasione, i credenti pregano di fronte all'oceano Atlantico, per commemorare preghiera in acqua di Bamba. Lo Cheikh si trovava nella nave francese quando scattò l'ora della preghiera. Prima chiese ai francesi se poteva pregare nella loro nave, i francesi risposero negativamente, allorché Cheikh Ahmadou Bamba lasciò cadere sull'oceano il suo tappeto e vi saltò sopra. Questo rappresenta il profondo rispetto di Cheikh Ahmadou Bamba: non mancò di rispetto né ai francesi (che gli avevano vietato di pregare nella loro nave) né ad Allah.