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  • Massimo Mannarelli

LA STRADA MAESTRA DELL'ISLAM


Julius Evola scriveva "La legge islamica, shariyah, è legge divina; la sua base, il Corano, viene concepita come la stessa parola di Dio – kalâm Allâh – come opera non-umana, libro “increato”, esistente ab aeterno nei cieli. Se l’Islam si considera come “la religione di Abramo” e di questi ha voluto anche fare il fondatore della Kaaba, ove ricorre la “pietra”, il simbolo del “Centro”, pure sta di fatto che esso afferma la sua indipendenza dall’ebraismo non meno che dal cristianesimo, che il centro della Kaaba con quello stesso simbolo è preislamico ed ha origini remote difficili a determinare; che nella tradizione esoterica islamica il punto di riferimento è la figura misteriosa del Khidr, concepito come superiore ed anteriore ai profeti biblici. L’Islam esclude il tema caratteristico dell’ebraismo, che nel cristianesimo diverrà dogma e base del mistero cristico: mantiene, sensibilmente affievolito, il tema della caduta di Adamo, senza trarne tuttavia quello del “peccato originale”. In questo esso vede una “illusione diabolica” – talbîs Iblîs - anzi, in un certo modo, tale motivo viene invertito, la caduta di Satana – Iblîs o Shaytân – essendo ricondotta, nel Corano (XVIII, 48), al rifiuto di questi di prostrarsi, insieme agli Angeli, davanti Adamo. Così viene respinta anche l’idea di “redentori” o “salvatori”, centro del cristianesimo, non solo, ma viene esclusa la mediazione di una casta sacerdotale", inoltre i ceppi arabi delle origini offrirono una materia assai più pura, nobile e improntata da uno spirito guerriero.

L'Islam sostiene se stesso sulla formulazione dell'Unità metafisica capace, come spiega Rene Guenon, di conferire realtà ad ogni Rivelazione, tale unità è simboleggiata in questo mondo da legami che ogni forma tradizionale deve necessariamente mantenere con la Tradizione Primordiale unica, tra queste l'Islam, secondo Evola, possiede una forma tradizionale completa poiché in esso è vivo ed operante un essoterismo in grado di fornire, a chi sia dotato delle necessarie qualificazioni, i mezzi utili a conseguire una realizzazione spirituale che oltrepassi il traguardo esoterico della pura e semplice “salvezza dell’anima”:

Rene Guenon si sofferma sulla necessità di rispettare la specificità di ogni forma rivelata, mettendo in guardia da ogni tentativo di ricostituzione formale ed esteriore dell’Unità perduta, sostenendo che Il ritorno di tutte le forme alla loro unità primordiale potrà avvenire infatti soltanto al momento escatologico, distanziandosi con ciò da ogni fenomeno moderno di sincretismo e dall'aberrante fusione di simboli e riti appartenenti a tradizioni differenti, compiute per ricercare una vicinanza tutta mondana e antropomorfica fra uomini dimentichi di ogni principio realmente trascendente. Se Evola rimane affascinato dall'ascesi guerriera musulmana, Guenon subisce l'attrazione del misticismo islamico interessandosi più a quell'Unità metafisica capace di conferire realtà ad ogni Rivelazione, unità simboleggiata in questo mondo dai legami che ogni forma tradizionale deve necessariamente mantenere con la Tradizione Primordiale unica, ciò comporta tassativamente la necessità di rispettare la specificità di ogni forma rivelata, mettendo in guardia da ogni tentativo di ricostituzione formale ed esteriore dell’Unità perduta.

Il pensiero evoliano sull'Islam è parte influenzato da alcuni insegnamenti tradizionali divenuti accessibili grazie alla stessa esposizione guenoniana e successivamente spesso riadattati alla propria “visione personale”.

Rene Guenon era convinto del sussistere, in Oriente, malgrado tutto, di gruppi depositari della Tradizione allacciando contatti diretti con il mondo islamico grazie al quale venne inziato al sufismo islamico sottoponendosi volontariamente ad un processo di islamizzazione al oltranza.

Stabilitosi in Egitto fece "bayat" ricevendo il nome di sheikh Abdel Wahîd Yasha, successivamente prese la cittadinanza egiziana sposandosi in seconde nozze con una musulmana.

Guénon entra a far parte della cosiddetta "catena iniziatica" costringendo lo stesso Evola ad ammettere prima l'esistenza nell'Islam di collegamenti iniziatici nell'Islam giungendo a meditare sull'Islam come ad una sorta (usando termini del guenoniano Michel Vâlsan) di raddrizzamento intellettuale e spirituale del mondo occidentale attraverso la via maestra dell'Islam. L’esoterismo islamico viene concepito da Evola come la “dottrina che giunge a riconoscere nell’uomo la condizione in cui il Principio prende coscienza di sé, e che professa l’Identità Suprema” , tale esoterismo con i suoi insegnamenti, i propri maestri e col suo mondo fatto di nozioni e di simboli, fornisce ad Evola spunti e riferimenti importanti.

Michel Vâlsan stabilisce che nella dottrina esoterica dell'Islam emergono all'esterno segni importanti come l'affermazione dell'identità del Sé e di Allâh o la Verità Suprema e Universale, e nello stesso tempo l’identità essenziale della manifestazione con il Suo Principio: l’identità del “Se Stesso” e del Principio sarebbe attestata tra gli altri dal famoso hadîth [Colui che conosce se stesso, conosce il suo Signore]; d’altra parte i concetti di “atto di creazione” e di “creatura” – entrambi inclusi nel termine khalq – sono così ricondotti a quelli di “atto di manifestazione” (zhuhûr) e di “manifestazione” (mažhar), che esprimono anche più di una semplice esteriorizzazione delle possibilità principali, poiché, ricollegate al nome divino “l’Evidente” (al-Zhâhir), annunciano la manifestazione dell’Essere Unico stesso.

In via generale, l’opera d ottrinale di René Guénon si riferisce alle verità più universali come alle regole simboliche e alle leggi cicliche che reggono il loro adattamento tradizionale. Sotto questo aspetto, il criterio della sua ortodossia si trova per la natura delle cose nell’intelligenza dei principi metafisici e delle conseguenze che ne derivano. È solo a titolo secondario che questa ortodossia potrebbe essere sottoposta a una verifica letterale nelle differenti dottrine tradizionali esistenti; in primo luogo, per un lettore ordinario, questa verifica è immediata solo laddove nelle sue opere René Guénon si è dedicato in modo particolare a stabilire lui stesso le prove documentali a sostegno dei punti di dottrina che esponeva e sotto il rapporto della tradizione cui egli così si riferiva; per tutto il resto, sono l’intelligenza e la ricerca personali a essere richieste; si suppone, nello stesso tempo, che questa ricerca sia fondata su una retta intenzione, condizione che assicura il suo orientamento e il suo risultato. Dì: O gente del Libro! Elevatevi fino ad una Parola egualmente valida per noi e per voi: che noi non adoriamo se non Allah, che noi non Gli associamo nulla, che noi non prendiamo fra noi alcuni come signori all’infuori di Allâh (Corano, III, 57 )

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