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  • Massimo Mannarelli

BREVE "MEDITATIO" FRANCESCANA


Preghiera davanti al Crocifisso

O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre

del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa,

carità perfetta

e umiltà profonda.

Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera

e santa volontà. Amen.

L'immolazione dell'anima nel suo itinerario verso Dio è "chiamata soprannaturale" .

Lo spirito allora esercita una resistenza pura nei confronti di ogni assetto mondano nelle percezione effimera e provvisoria di quest'ultimo, il mondo tuttavia non viene respinto a priori ma abbracciato amorevolmente annullando il proprio ego nella figura povera e sofferente del Cristo.

Attraverso un cambiamento che avviene nel cuore Francesco ricompone la frattura fra anima e corpo nella consapevolezza che non vi è Dio all'infuori di Dio, riportando l'essere alla scoperta immanente del Divino, grazie a questa rivoluzione interiore spirito e materia di ricompongono esprimendosi in maniera armonica con la Bellezza universale. Così facendo egli libera il passaggio all’amore per attraversare il tempo e lo spazio per tornare direttamente a Dio e ritrovarlo strada facendo vivo in ciò che ci circonda.

L'elevazione verticale verso Dio non si contrappone al prolungamento orizzontale verso l'uomo perché per amare Dio bisogna inevitabilmente riconoscere l’uomo quale portatore di Dio stesso. La spiritualità francescana non è circoscritta quanto piuttosto in espansione e capace di dirigersi senza alcuna limitazione in ogni direzione: Dio, l’universo, l'uomo ed ogni altra creatura.

San Francesco rinnega la concezione greca che porta all'ascensione grazie all’elevazione dall'informe alla forma, dall'imperfetto all'imperfetto optando invece per una continua discesa che imita il discendere stesso del Cristo verso l’umanità, un viaggio in cui il nobile si abbassa all’ignobile, il bello al brutto e il sano al malato senza timore alcuno, tutto questo si esprime con il giovane Francesco che scende dal cavallo per guardare negli occhi il lebbroso prima di abbracciarlo per fare diventare se stesso l’altro e vedere l’umano nella sua bellezza di essere parte della creazione divina.

San Francesco è il "novello pazzo", l'amante dell'impossibile, emulazione di un Cristo povero e sofferente che diviene volontariamente vittima sacrificale a cui Dio aprirà le porte per la realizzazione mistica.

Con la sua rivolta verso il mondo effimero egli realizza l'irrealizzabile, grazie a lui il dolore non viene osteggiato ma accettato come tramite comunicativo con l'universo nella

convinzione che dietro ogni sofferenza si nasconda una croce quale unica verità degna d’essere accettata e vissuta attraverso l’esempio e seguendo le raccomandazioni evangeliche.

E' proprio davanti al crocifisso sito nella chiesa di San Damiano che Francesco pronuncia la propria testimonianza di fede recitando le parole stesse del Cristo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non vi procurate oro, né argento, né denaro per le vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone; perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento», egli sente l'emozione salirgli alla gola: quelle parole costituiscono per lui una vera e propria folgorazione, gli illuminano finalmente con chiarezza il percorso da compiere. Ebbro di gioia, con la assolutezza tipica della sua personalità, segue alla lettera l'insegnamento del Vangelo: getta via le sue vesti, tunica, bisaccia, cintura, bastone e segue Cristo sulla via della donazione gratuita e senza misura......Con esse Francesco prende consapevolezza della sua missione

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