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Massimo Mannarelli

LA JIHAD CONTRO SE STESSI


Quando parliamo di Jihad parliamo di "massimo sforzo" , la vera guerra santa consiste nella restaurazione di una personalità illuminata e si svolge interiormente combattendo una battaglia interiore che ha come finalità quella di vincere il nostro ego sconfiggendo i demoni interni.

La grande Jihad è la lotta interiore che ogni musulmano deve compiere; essa consiste prima di tutto nel camminare in ogni momento dentro la tradizione e nel rispetto della legge divina e in secondo luogo nel seguire gli insegnamenti di una successione di maestri che ci conducono attraverso il sentiero alla vera "'autorealizzazione del sè" .

La grande rivoluzione umana è possibile solo attraverso un mutamento radicale dell’essere stesso, per questo la jihad esorta ad armarsi di volontà e coraggio non per combattere i nemici esteriori ma per rientrare in sé e intraprendere la più grande delle lotte.

Lo sforzo contro il proprio ego è il più grande di tutto gli sforzi e sino a quando l’uomo non formerà se stesso nella rettitudine, nell’autocontrollo e nella distruzione di ogni forma egoistica non solo non potrà mai essere esempio per i suoi simili ma porterà corruzione dentro come fuori di sé

Nessun'altra creatura è capace di creare tanta discordia e corruzione quanto l’essere umano. Nessun altro animale abbisogna di addestramento ed educazione fino al punto in cui ne abbisogna l'uomo, ecco perché è stato fatto scendere il Sacro Libro.

Il Corano ha come fine quello di liberare gli uomini che sono immersi negli oscuri abissi del mondo e di ricondurli fuori dalle tenebre verso un mondo pieno di luce, infatti nel Sacro Testo si dice: "Allah è il patrono di coloro che credono, li trae dalle tenebre verso la luce....”. (Sacro Corano, Sura al-Baqarah, 2: 257)

L’oscurità interiore pare divenire sempre più grande in questa epoca di buio ma quando l’uomo libera se stesso dalle innumerevoli ombre che lo angosciano egli si approssima alla luce che è l’unità che irradia da un'unica sorgente: lo Splendore.

I Profeti sono venuti a liberare l'uomo da queste tenebre nelle quali egli non vede se non il proprio Io; Essi sono giunti per liberarlo dall’amor proprio e dall’egoismo che costituiscono l’origine dell’oscurità e e delle tenebre, per farli attingere l’amore di Dio e la devozione di Lui che è luce.

Coloro che hanno raggiunto la stazione più eccelsa di perfezione vicino a Dio, non pensano più come noi. Tali uomini pensano prima di tutto agli altri che a sé stessi. Il Messaggero (S) si rattristava dello stato dei non credenti ed un Nobile Versetto descrive ciò: “Ti struggerai seguendoli, se non credono in questo discorso?” (Sacro Corano, Sura al-Kahf, 18:6); Il Messaggero (S) voleva che tutto il mondo raggiungesse la luce. Egli, infatti, fu incaricato di porre fine a tutti i conflitti ed alle lotte per il potere, di sostituire loro la devozione e l'amore di Dio e di attirare l'attenzione verso il mondo della Luce. Certo, se mai una simile cosa succederà, tutti i conflitti e le lotte esistenti nel nostro mondo spariranno.

Se tutti i Profeti di Dio fossero riuniti in un unico posto, essi non si combatterebbero mai l'un l'altro. Immaginate che tutti i profeti ed i santi del mondo si riunissero: essi di certo non entrerebbero mai in conflitto tra loro. Ciò perché ogni dissenso e disaccordo nasce dall'Io umano e la sua causa è l'amor proprio e combattuto contro il proprio Io. Essi aspirano a Dio ed al Suo Amore e coloro che aspirano a Dio non combattono fra loro. La ragione del conflitto è che uno desidera una cosa per sé stesso e l'altro desidera la medesima cosa per sé; conseguentemente questi due entreranno presto in conflitto.

Questi desidera potere, mentre l'altro ritiene che ciò sia suo diritto. Naturalmente il risultato non può che essere un conflitto. Comunque, se la gente ricevesse l'educazione che i Profeti hanno auspicato - e tutti i Libri celesti sono venuti ad adempiere a questo scopo - ogni conflitto, discordia ed anche le attuali disgrazie dell'uomo scomparirebbero.

Tutti diventerebbero fratelli, proprio come il Nobile Corano ingiunge a tutti i musulmani di essere fratelli. Da quest'ingiunzione si può dedurre che se due persone non agiscono in conformità all'esigenza della fratellanza musulmana, essi in realtà non sono credenti. Se ad un certo momento vediamo che qualcuno non desidera il bene del suo fratello e sparge litigi tra i fratelli, noi concludiamo che egli non ha seguito correttamente la sua fede e la ragione è che l'Iman (fede) non lo ha ancora influenzato o non è penetrata nel suo cuore.

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