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  • Massimo Mannarelli

POTERE DIAFRAMMATICO


Se pensiamo al respiro, l'immagine che si presenta è quella dei polmoni: tutti sappiamo che è all'interno dei polmoni che avvengono gli scambi gassosi necessari alla nostra esistenza. È tuttavia interessante ricordare che i polmoni sono passivi durante la respirazione, e che questa avviene a seguito di movimenti muscolari. I muscoli che sostengono la respirazione sono:il diaframma, che forma una sorta di cupola che separa il torace dall'addome; gli intercostali;i muscoli toracici (stemocleidomastoideo, pettorali, grande dentato);gli addominali. Il principale motore della respirazione è dunque il diaframma. Questo importantissimo protagonista della nostra vitalità e del nostro benessere è collocato, come abbiamo visto, fra torace e addome. Ha le sue inserzioni cioè su sterno, coste e vertebre lombari. Il suo movimento può essere visualizzato come quello di uno stantuffo: il diaframma infatti si abbassa durante l'inspirazione e si solleva durante l'espirazione. La capacità di escursione del diaframma è di circa 7-8 cm. Durante la respirazione a riposo, il suo movimento è di circa 1,5 cm, il che significa un'immissione di aria di circa 0,5 litri. Nella respirazione profonda, quando cioè il diaframma si muove in tutta la sua capacità, la quantità di aria "movimentata" arriva a circa 2,8 litri. Il diaframma, da solo, assicura il movimento respiratorio fondamentale; nella respirazione di piccola ampiezza, è coadiuvato dai muscoli intercostali, mentre nella respirazione di grande ampiezza, la sua azione è supportata dai muscoli toracici nell'inspirazione e dagli addominali nell'espirazione. Dunque, il diaframma funziona come una pompa per sostenere le nostre funzioni vitali: è in genere sottostimato il fatto che il diaframma non ha solo funzione di principale muscolo respiratorio, ma gioca un ruolo importantissimo nella circolazione e nella digestione. Durante le ventiquattrore, il diaframma movimenta una quantità di sangue quattro volte superiore a quella del cuore. In particolare, il suo movimento provvede alla rimozione delle stasi circolatorie delle cavità addominale e del piccolo bacino (pelvi), ove sono contenute grandi quantità di sangue, e negli arti inferiori. Di fatto, molte persone lamentano una "cattiva circolazione" nelle gambe o una digestione alquanto lenta, senza peraltro presentare alcun difetto né a carico del cuore né a carico dell'apparato digerente. Ebbene, questi problemi circolatori e digestivi possono sovente essere dovuti a una scarsa mobilità diaframmatica. È legittimo a questo punto chiedersi come mai la respirazione, visto che è una funzione naturale, e che avviene indipendentemente dalla nostra volontà, non si svolga nella maniera migliore "naturalmente", ma sia invece nella maggior parte di noi alquanto carente. È un dato di fatto che noi non adoperiamo nemmeno un sesto della nostra capacità respiratoria: è un po' come se la nostra auto funzionasse a due cilindri anziché a quattro: ci stupiremmo delle sue ridotte prestazioni? No di certo; eppure, pretendiamo che il nostro insieme psicofisico sia sempre al meglio delle sue possibilità, quando le nostre cellule sono ossigenate appena il minimo indispensabile.

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