IL COSMISMO SOVIETICO
Nikolai Fedorovic Fedorov (1828 – 1903) filosofo e scrittore fu il fondatore del cosmismo. Egli lavorò come bibliotecario in uno dei più importanti musei di Mosca, dove condusse un’esistenza sostanzialmente ascetica, e attenendosi ad un rigoroso insegnamento orale. Fu solo dopo la sua morte che i suoi discepoli pubblicarono in un libro, “La filosofia della Causa Comune”, i punti principali dei suoi insegnamenti possono riassumersi così:
- La morte è il male assoluto
- La resurrezione sarà opera dell’ “Uomo Nuovo”, proletario e sovietico
- La resurrezione sarà compiuta per mezzo di processi scientifici e psichici
- L’ “Uomo Nuovo” dovrà acquisire potere assoluto sulla Natura, controllando anche i processi atmosferici.
- La Causa Comune è la lotta scientifica, sociale, economica culturale, psicologica, spirituale, industriale, cosmica, contro la morte e per la vita “assoluta” ed “infinita” che Federov chiama “Il Progetto” e se ne considera il “profeta”, dopo aver avuto una sorta di illuminazione laica nel 1851.
- L’evoluzione dell’Umanità ha raggiunto il suo acme. Gli uomini dovranno iniziare l’opera di resurrezione dei propri antenati qui e ora.
Dai punti precedenti risulta chiaro che, per i cosmisti, il principale nemico da abbattere è la morte (la quale aveva/ha nei cosiddetti “Terrestriani” o “mortalisti” i suoi principali supporter), intesa però non dal punto di vista religioso, ma come “nemico laico” dello sviluppo umano.
E’ allora interessante capire quanto di scienza, intesa come metodo scientifico di risoluzione dei problemi, e quanto di “magia” vista e decodificata come approccio “magico” alla vita, ci sia nel cosmismo russo e come, eventualmente, questi due concetti che sembrano antitetici abbiano poi trovato una sorta di alchemica sintesi filosofica nella filosofia del bibliotecario russo.
Il cosmismo può essere considerato una forma di panteismo in cui il cosmo stesso è una divinità in divenire, che cambia incessantemente ed è impregnata di una forma vitale di energia. Il bolscevismo e ancor più il marxismo nato filosoficamente dalla sinistra hegeliana, videro nella filosofia di stampo zoroastriano e dicotomico di Federov la continuazione e l’applicazione dello strumento dialettico di tesi, antitesi e sintesi.
Fedorov influenzò profondamente intellettuali come Fedor Dostoeskij, Lev Tolstoi, Vladimir Soloviev (1853 – 1900), Maxim Gorky (1868 – 1936) e Michail Bulgakov, ma elementi pre-cosmisti sono sicuramente da ricercare già nell’infiltrazione dello spiritismo in Russia dal 1850 in avanti, aiutato in questo dall’eccezionale sviluppo della Teosofia della Russa Helena Petrovna Blavatsky. Il filosofo e storico russo Alexander Dugin segnala l’analogia tra il termine “cosmismo” di Federov e le concezioni occidentali dell’ esoterista Renè Guenon; si noti anche il termine “dottrina cosmica” è usato dalla “Hermetic Brotherhood of Luxor ”, un gruppo esoterico inglese. Fedorov influenzerà anche ideologi del bolscevismo come Aleksandr Bogdanov (1873 – 1928) e Anatoly Lunachassky (1875 – 1933), per dodici anni ministro sovietico della cultura.
Il cosmismo diviene quindi il collante intellettuale e culturale di molti dirigenti sovietici. Bogdanov -ad esempio- fu uno degli intellettuali prediletti da Lenin, salvo poi accusarlo di “approccio borghese ed idealista” nell’esaltazione del “comunismo magico” con la sua “sostanza vitale”. La sua opera più importante è “La stella rossa” che descrive il futuro comunismo su Marte. La rivoluzione Sovietica, per lui, costruirà tramite la scienza e la tecnologia, l’uomo-dio che aspira finalmente all’immortalità tramite la santificazione del sangue come elemento vitale (si noti in questa la vicinanza ideologica al nazismo).
Bogdanov era guidato anche da uno spirito scientista e pragmatico che lo portò in seguito a fondare un Istituto per la Trasfusione del Sangue ed addirittura a morire in un esperimento ematico.
Per capire l’essenza anche tecnologica del cosmismo occorre ricordare che Andrei Platonov (1859 – 1951) propose addirittura di far esplodere le montagne del Pemiz per aprire la strada ai venti caldi del Sud che avrebbero dovuto rendere più abitabile quella inospitale regione della tundra.
Eseguì precisi calcoli sulla dinamite occorrente e poi elaborò anche sofisticate teorie filosofico-proletarie assai vicine a quelle buddiste.
L’aspirazione all’immortalità insita nella dottrina del cosmismo portò poi a sviluppare tutta quella audace tecnica della imbalsamazione dei leader e dei gerarchi comunisti dopo la loro morte.
Abbiamo così la salma di Lenin che, su consiglio di Stalin, fu imbalsamata e custodita nel famoso mausoleo della Piazza Rossa, a Mosca.
In questa ottica, Nikolai Setnitsky (1888 – 1937) fu invece fautore della creazione di una sorta di “necropoli mondiale” (in russo, mirovoi nekropol) situata nelle regioni gelate dell’estremo nord.
Molti scienziati sovietici aderirono al cosmismo ricordiamo Konstantin Ziolkovsky (1857 – 1935) il padre della cosmonautica russa che si occupò anche di ufologia e fu il fondatore dell’”hylosoismo”, una disciplina che intendeva studiare l’intelligenza innata nella materia; si occupò anche di spiritismo ed ebbe visioni di “mondi paralleli”.
Fu inoltre il fondatore del concetto di noosfera (o “spazio del pensiero”) che ha avuto poi tanta fortuna futura spaziando dai campi dell’ecologia, alla cibernetica fino ad Intenet. Il concetto di noosfera influenzò anche filosofi come Henry Bergson, Eduard Le Roy e -soprattutto- il gesuita Padre Theillard de Chardin.
La sua filosofia prevedeva che la felicità consistesse nell’assenza di qualsiasi forma di sofferenza nell’intero universo e teorizzò per primo un “esodestino” per l’intera umanità. Il passaggio dalla costruzione di navi spaziali alla colonizzazione del sistema solare per lasciare quest’ultimo alla volta di “altri soli”.
Una sua frase, scritta agli inizi del novecento, è rimasta celebre: “La Terra è la culla dell’umanità, ma non si può vivere nella culla per sempre”.
Vladimir Odoevsky predisse che l’umanità avrebbe raggiunto la Luna per utilizzarne le risorse minerarie.
Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio, nel corso del suo primo volo intorno alla Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche del tempo) messaggio di saluto a Nikolai Kostantinovic Rerikh (1874 -1947), pittore ed occultista russo che aveva vissuto nella regione dell’ Himalaya.
Rerikh era un teosofo e membro dell’ A.M.O.R.C. (un’organizzazione rosacruciana), studioso di Yoga e vicino al cosmismo.
Nell’apparente sistema ateo e materialista sovietico il cosmismo fu quindi l’ideologia semi – segreta della scienza comunista che in seguito studiò anche la parapsicologia, la radioestesia, l’ipnosi e l’ufologia.
Il cosmismo accompagnò tutta l’avventura sovietica della conquista dello Spazio ed è interessante sapere che il cosmismo non è mai morto ed è sopravvissuto allo stesso marxismo sovietico: infatti a Mosca, presso il Centro Internazionale dei Roerichs, è ancora attiva la “Società cosmista”.