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Massimo Mannarelli

SRI ANANDAMAY MA. L’INSEGNAMENTO DELLA MADRE PERMEATA DI GIOIA


Secondo Sri Anandamay Ma (detta anche Mataji): “L’India alimenta l’incontro tra il cielo e la terra, la commistione dell’ordine a-temporale con l’ordine del tempo, l’incontro tra l’eterna aspirazione dell’uomo e la discesa della Grazia. Un giorno questo sogno si avvera. Incontriamo un Maestro, uno Jagadguru, che non solo risveglia coloro che ricercano la Verità, ma infiamma e sostiene la fede verso la sua piena realizzazione”.

Sri Ma insegna che il rimedio eccellente per ogni male è Dio; ella dice “Credete in Lui, dipendete da Lui, accettate tutto quello che accade quale Sua disposizione, considerate ciò che fate come servizio a Lui, cercate la compagnia dei saggi, pensate a Dio con ogni respiro, e vivete alla Sua presenza. Lasciate tutti i fardelli nelle Sue mani e lui penserà a tutto; non ci sarà più alcun problema. Tutto questo, che è Sua creazione, è sotto la Sua disposizione, esiste alla Sua presenza, è in realtà Lui stesso. In qualsiasi condizione ci ponga, è sempre a fin di bene, poiché ogni cosa è disposta da Lui e Gli appartiene”.

Mataji sostiene che la felicità relativa, che si manifesta in relazione a qualcosa,

si esaurisce nel dolore. Il dovere dell’uomo è quindi quello di meditare su Dio che è Pace e per farlo bisogna ricorrere a ciò che istruisce al ricordo di Dio altrimenti non può esservi in noi pace alcuna.

Prendendo consapevolezza della vita in questo mondo Dio diviene il Solo da amare. Sri Ma afferma: “In Lui c’è tutto; Lui solo dovete ricercare”.

L’essere umano deve accettare di vivere soltanto la più nobile e irreprensibile linea di condotta, poiché sarebbe una gioia immensa se tutti si sforzassero di modellare la propria esistenza sulla base di questo ideale; di conseguenza, solo le azioni che illuminano la natura divina dell’uomo hanno il diritto meritevole di essere chiamate azioni, le rimanenti altro non sono che non-azioni, ossia un inutile spreco di energie.

Mataji continua dicendo: “Ogni comportamento che non permette di risvegliare il divino nell’umano deve essere escluso, non importa quanto appaia allettante; e tutto ciò che aiuta il risveglio della divinità innata nell’uomo deve essere adottato risolutamente, anche se appare indesiderabile. La vocazione dell’uomo è aspirare alla realizzazione della Verità, percorrere il sentiero dell’eccellenza che conduce all’Immortalità. Ciò che pare delizioso ai sensi si trasforma in veleno subito dopo, generando disordine interiore e disastro, poiché appartiene al dominio della morte. In qualunque direzione volgete lo sguardo trovate Un solo Essere Eterno e Indivisibile che si manifesta. Eppure non è facile riconoscere questa Presenza, perché Egli compenetra tutto. Così come un re è riconosciuto per il proprio titolo, come il fuoco è conosciuto per il suo calore, così l’Immanifesto rivela Sé stesso attraverso il mondo della manifestazione. Le analisi sulla materia di tutte le cose create, se condotte sufficientemente a fondo, porteranno alla scoperta che ciò che rimane è identico ed egualmente presente in tutte le creature: è Lui, Quello che è definito Pura Coscienza”.

Sri Ma dice che se nel mezzo delle diversità del mondo delle apparenze facciamo uno sforzo costante per svolgere il nostro lavoro come un servizio all’Onnipotente Padre dell’Universo, allora nel vostro cuore si risveglieranno l’amore e la devozione per Dio stesso; quando i muri della prigione dell’ego saranno crollati allora diventeremo sempre più ostinati e innamorati della ricerca della Realtà.

Allora le differenti immagini della percezione si fonderanno in un solo quadro e gli stati d’animo e i sentimenti divergenti si tufferanno nel grande oceano della Beatitudine.

Mataji afferma che: “Il Corpo Universale di Dio comprende tutte le cose, alberi, fiori, foglie, colline, montagne, fiumi, oceani, e il resto. Verrà un tempo, deve venire, in cui si percepirà la Forma Universale dell’Uno che pervade ogni cosa. La verità delle Sue forme e sembianze è infinita, innumerabile, senza fine. Come il ghiaccio non è altro che acqua, così l’amato è senza forma, senza qualità e non esiste problema di manifestazione. Quando si è realizzato ciò, si è realizzato il proprio Sé. Dunque, trovare l’Amato è trovare il proprio Sé, scoprire che Dio è la propria natura, completamente identica al proprio Sé, il più profondo Sé, il Sé del sé”.

Per fare tutto ciò occorre, per prima cosa, entrare in confidenza con Colui che intendete invocare. Pensare e parlare costantemente di Lui, guardare le sue immagini, leggere i testi sacri e i libri di saggezza, cantare le sue lodi o ascoltare musica sacra, visitare luoghi di pellegrinaggio, ma anche cercare la solitudine, associarsi a persone sante e sagge al fine di diventare famigliari con Lui. Solo allora quando questo sarà fatto, potremo chiamarlo “Padre” o “Madre”.

Secondo Sri Ma: “Si deve stabilire una relazione di questo tipo con Lui, perché gli esseri umani non riescono a provare affinità a meno di definire il legame con questi termini. Siete abituati ai legami di parentela nella vita mondana; perciò dovete stabilire questo genere di relazione anche a livello spirituale. Sebbene all’inizio potreste non sentire profonda devozione, imparate a invocarLo incessantemente con la ripetizione del Suo nome, o con qualsiasi altro metodo, finché gradualmente Lui riempirà il vostro cuore. La preghiera, la meditazione e la carità offerta in Suo nome sono necessarie anche dopo che si sia saldato il legame d’amore, e devono essere proseguite costantemente. In questo modo la consapevolezza di Lui diventerà la vostra seconda natura e non vi lascerà fino all’ultimo respiro. E’ questo che si chiama Comunione con Dio…Ascoltate! Non lasciate trascorrere il vostro tempo inutilmente. Tenete sempre con voi un rosario e recitate il japa; oppure, se non vi piace, almeno ripetete il Nome del Signore regolarmente e senza interruzioni come il ticchettio dell’orologio. Non esistono regole o restrizioni in questo. InvocateLo con il Nome che preferite, per tutto il tempo che potete – più lo fate, meglio è. Se vi stancate o perdete interesse, somministratevi il Suo Nome come una medicina che deve essere presa. Con questa pratica, quando sarà il momento propizio, scoprirete il rosario della mente, e udirete continuamente dentro di voi la lode del Maestro Supremo, Signore della Creazione, come la musica costante dell’oceano illimitato; ascolterete la terra e il mare, l’aria e il cielo risuonare il canto della Sua gloria. Questo è chiamato la onnipervadente Presenza del suo nome”.

Mataji consiglia anche il japa silenzioso che va recitato sempre. A riguardo sostiene: “Non si sprechi il respiro; quando non si ha niente di speciale da fare, si reciti silenziosamente il japa al ritmo del proprio respiro. Questo esercizio deve proseguire finché il japa diventi naturale come il respiro”.

“Ricordate” dice Sri Ma “che il Nome di Dio è Esso stesso una Sua forma; fate che diventi il vostro inseparabile amico. Esercitatevi al massimo per non rimanere mai senza di Lui. Più intenso e continuo sarà il vostro sforzo per vivere alla Sua Presenza, maggiori saranno le possibilità di crescere nella gioia e nell’armonia. Quando la vostra mente è libera, lavorate per riempirla con la consapevolezza di Dio e con la Sua contemplazione”.

Per Sri AnandaMay Dio è Supremo Padre, Madre, di conseguenza la sua causa o la ragione della Sua Grazia siamo noi, in qualunque modo Lui ci stia portando a Sé per rivelarsi all’essere umano.

Dobbiamo giungere alla comprensione, stando al pensiero di Sri Ma, che il desiderio di trovare Dio che si risveglia improvvisamente nell’uomo come il modo che adoperiamo per soddisfare questo desiderio ha origine solo da Lui.

Qualsiasi facoltà o competenza che possediamo proviene da Dio; tutto ciò è finalizzato a trovarLo poiché solo Lui è il distruttore del velo dell’ignoranza (maya).

Sri Ma dice: “Tutto ciò che esiste ha la propria origine in Lui soltanto. Dunque dovete cercare di realizzare il vostro Sé. Potete dire di essere padroni anche di un solo respiro? Fino al minimo livello Lui vi fa sentire liberi di agire, se comprendete che questa libertà deve essere usata per aspirare alla Sua realizzazione, per il vostro bene. Ma se credete di essere voi agenti e Dio molto lontano e se, a causa della Sua apparente lontananza, operate per la soddisfazione dei desideri, agite in modo errato. Dovete vedere tutte le cose come una Sua manifestazione. Quando riconoscete l’esistenza di Dio, Lui si rivela a voi come il compassionevole, il benevolo o il misericordioso, in accordo con la vostra attitudine nei Suoi confronti in quel momento – così, ad esempio, per l’umile diventerà il Signore degli Umili…Attraverso il respiro, la Coscienza diventa Materia. Tutto ciò che vive respira. Quando il respiro si ferma, si muore. La vita fisica dipende dal respiro. Mediante il Prana, la materia diventa viva. I desideri e la mente agitata rendono il respiro impuro. Perciò vi consiglio la pratica della concentrazione sul respiro combinata con la ripetizione di uno dei Nomi di Dio. Se il respiro e la mente diventano concentrati in un solo punto e stabili, la mente si può espandere all’infinito, e tutti i fenomeni possono essere inclusi in quel solo punto. Se meditate Dio con il respiro purificate il Prana, la guaina corporea e la mente. Se respirate meditando il Nome di Dio, sentirete il richiamo della Sua Grazia.

Il Sé, o Dio, è inconoscibile all’intelligenza ordinaria, ma non ci è ignoto quale respiro vitale. Se si adopera il ritmo del proprio respiro come supporto alla meditazione, si alimenta l’energia individuale. Perciò si deve sedere in meditazione in un luogo solitario e rivolgere la mente all’interno, quindi ripetere il mantra al ritmo del proprio respiro, senza forzature, in modo naturale. Quando dopo una lunga pratica, il Nome diventa inscindibilmente collegato al respiro e il corpo bel saldo, si arriva a realizzare che l’individuo è parte di Una Grande Vita che pervade l’Universo”.

Quando Paramhansa Yogananda andò a trovare Sri AnandamayiMa, a Calcutta, e le chiese di dire qualcosa della sua vita, la Madre rispose: “Padre, vi è poco da dire. La mia coscienza non si è mai associata con questo corpo transitorio. Prima che venissi su questa terra… ‘io ero la stessa’. Da bambina ‘io ero la stessa’. Divenni donna, ma ‘io ero la stessa’. Quando la famiglia predispose di far sposare questo corpo, ‘io ero la stessa’. Ed ora di fronte a voi, Padre, ‘io sono la stessa’. E per sempre in futuro, malgrado la danza della creazione cambi intorno a me nello spazio dell’eternità, ‘ io sarò la stessa’ “.

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