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Massimo Mannarelli e Sibilla Vecchiarino

YOGA E CRISTIANESIMO. IL "PATER NOSTER"


Yogananda afferma che: “La preghiera è un ordine dell'anima. Dio non ci ha creati mendicanti, ma ci ha fatto a Sua immagine e somiglianza; tanto la Bibbia che le scritture hindù dichiarano questa stessa verità. Un mendicante che va nella casa di un ricco a chiedere elemosina non riceverà che ciò che gli spetta come mendicante. Un figlio, invece, può disporre di tutto quanto chiede a suo padre. Non dovremmo quindi comportarci come mendicanti”.

Yogananda dice che è possibile che nel passato si sia rimasti delusi perché non abbiamo ottenuto risposte alle nostre preghiere, ma nonostante ciò non dobbiamo perdere la fede. Per poter verificare se le preghiere ricevono risposta o meno, è necessario cominciare a coltivare la fede nel potere delle preghiere. Per Yogananda è probabile che le nostre preghiere non abbiano ottenuto risposte perché abbiamo agito come un mendicante senza riflettere su cosa è legittimo chiedere al Padre Celeste.

Per esempio se preghiamo con tutta la nostra forza per divenire il padrone della terra, tale preghiera non verrà esaudita, dato che tutte le preghiere in relazione alla vita materiale sono limitate: questa è la loro stessa natura. Dio non violerà, continua Yogananda, le Sue stesse leggi, solo per soddisfare i nostri capricciosi desideri. Ma, nonostante ciò, esiste un modo corretto di pregare.

Egli scrive: “Il segreto per pregare ed avere risposta consiste nel cambiare la prospettiva: invece di chiedere come mendicanti, dobbiamo farlo come Figli di Dio; quando ci appelliamo al Signore da figli, le nostre preghiere sono colme di saggezza e di potere. Nella forza di volontà giace il germe del successo. Molte persone agiscono in modo teso e nervoso quando stanno cercando di ottenere qualcosa di grande importanza per loro. Ma le azioni sviluppate con ansietà o nervosismo non attraggono il potere di Dio; mentre la serena e costante applicazione della volontà, invece, scuote tutte le forze della creazione e attrae la risposta dell'Infinito. Il germe del successo in qualunque campo di attività giace nella forza di volontà: “Il mio corpo potrà essere distrutto, però la mia mente, la mia forza di volontà, rimarrà sempre erettà, così stai esprimendo la forza di volontà nella sua forma più completa. La forza di volontà è ciò che rende l'uomo divino”.

Quando rinunciamo quindi ad esercitare la nostra forza di volontà, diventiamo esseri mortali. Yogananda sostiene che: “Molti affermano che non dovremmo esercitare la nostra forza di volontà per cambiare le nostre condizioni, dato che facendolo possiamo interferire con i piani di Dio. Ma, perché Dio avrebbe dovuto dotarci di volontà, se non perché la applicassimo? Per parlare, camminare, stare in piedi, andare al cinema o andare a dormire, impieghiamo la nostra volontà. Tutto ciò che facciamo lo facciamo applicando la nostra volontà, se non lo facessimo saremmo automi. Gesù non voleva dire di non usare la volontà quando disse: “Sia fatta la Tua volontà e non la mia”, ciò che stava cercando di insegnare era che l'uomo deve sottomettere la sua volontà, la quale è soggetta a desideri, alla volontà di Dio. Così quando preghiamo con perseveranza in modo corretto, stiamo impiegando la nostra volontà”.

È necessario, dunque, credere nella possibilità che si compia ciò per cui preghiamo; così quando dalla nostra mente sparirà l'impossibile vi entrerà il potere divino. Coloro che persistono nel loro intento, senza accettare mai il fallimento, ottengono l'oggetto per il quale lottano. Quando esercitiamo la nostra volontà in modo costante, tanto attraverso il pensiero, come attraverso le azioni, ciò che desideriamo dovrà compiersi. Anche se non dovesse esistere al mondo un oggetto come quello che desideriamo, se persistiamo nel nostro impegno il risultato che perseguiamo in qualche modo si manifesterà. Questo tipo di attitudine attrae la risposta di Dio, dato che tale volontà proviene da Lui; una volontà costante è una volontà divina.

Il pregare ha uno scopo profondo, che contiene parecchi insegnamenti esoterici.

Gurdjieff, per esempio, sostiene che normalmente l’uomo vive come addormentato e, quindi, non controlla totalmente le sue azioni e questo è sostenuto anche dalla scienza, attraverso ricerche neurologiche sulle aree che controllano il cervello. Ne consegue che per liberarci parzialmente e temporaneamente da alcuni vincoli che non ci permettono la vera azione, occorre fare un grosso lavoro.

Uno dei testi più interessanti a tal riguardo è, senza dubbio, “Gli esercizi spirituali” di Sant’Ignazio di Loyola che spiega bene come tale lavoro si svolga su varie aree della sfera umana legata alla consapevolezza e in comunione con il Cristo.

La via del Monaco, citata da Gurdijeff, mostra il motivo per cui la preghiera ha efficacia. Quest’ultima dovrebbe essere recitata con profonda devozione mistica, per parteciparvi emotivamente al massimo. La preghiera non è un’esclusiva delle religioni, infatti anche il mantra usato nello Yoga è una preghiera e secondo alcuni yogi anche una preghiera come il Padre Nostro funziona come mantra.

Nell’ambito delle preghiere, il Padre Nostro è senz’altro una delle più conosciute. Fu insegnata direttamente da Gesù ai suoi discepoli durante il Discorso della Montagna.

Vediamo in che modo si possa sostenere la sua vicinanza ai mantra. Innanzitutto va detto che la ripetizione continua di una preghiera o di un mantra è un esercizio di meditazione e di attenzione che cerca di scavalcare la mente per sprofondare dolcemente dentro al proprio essere (il Sé). In questo senso la preghiera può essere considerata un mezzo per accedere alla via dello Yogi, cercando di calmare la propria mente e di ottenere una lucidità superiore (Yogas citta vritti nirodha, lo Yoga è la sospensione delle modificazioni mentali secondo Patanjali).

Gurdjieff suggerisce di prestare attenzione alle parole della preghiera e non ai pensieri che girano nella nostra mente mentre recitiamo la preghiera (si fermerebbero così le modificazioni mentali).

Nello yoga tali pratiche coinvolgono anche la respirazione (il veicolo del prana, la forza vitale). Concentrarsi sul prana è una pratica essenziale per lo yogi perché permette soprattutto di apprezzare il collegamento diretto che abbiamo minuto dopo minuto con quello che ci circonda. Ad ogni ispirazione riceviamo il nutrimento energetico che ci serve in forma di ossigeno e ad ogni espirazione lo restituiamo in forma di anidride carbonica.

Enzo Crotti nel suo articolo “Come pregare con il padre nostro” parlato della “legge dell’ottava” a cui molte scuole misteriche fanno risalire le leggi che regolano l’Universo stesso e che possiamo trovare come costante in molti fenomeni naturali o anche in creazioni umane. Ad esempio, stando al Crotti, l’ottava è nella musica il ritorno di una stessa nota dopo sette diverse in una scala, ma con frequenza raddoppiata rispetto alla prima. Gli elementi chimici, prosegue Crotti, sono basati sulla legge dell’otto, con otto famiglie e otto gas nobili, gli otto pianeti del sistema solare, le frequenze di otto hertz che sono alla base del DNA e della frequenza di Schumann e molti altri esempi che si potrebbero fare.

Per il Crotti possiamo riportare le varie frasi del Padre Nostro ad otto azioni principali rivolte al nostro interno oppure rivolte all’esterno.

Egli azzarda un metodo attraverso il quale le azioni rivolte verso di noi siano accompagnate dall’inspirazione e che quelle rivolte a Dio siano da accompagnare con l’espirazione. In questo modo, oltre che mezzo della fede, il Padre Nostro diventerebbe anche un potente Mantra da usare come meditazione.

Crotti divide quindi le otto fasi in questo modo:

1 (inspirando) “Padre nostro, che sei nei cieli”, 2 (espirando) “sia santificato il tuo nome”, 3 (inspirando) “venga il tuo regno”, 4 (espirando) “sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. 5 (inspirando) “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, 6 (espirando) “rimetti a noi i nostri debiti”, 7 (inspirando) “come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione”, 8 (espirando) “ma liberaci dal male”.

Amen.

Crotti fa notare che la frase tra 7 e 8 è la più lunga. Questo non è un caso, in quanto per raggiungere l’ottava, e compiere così un ciclo completo, è necessaria una maggiore energia che deve venire, come suggerisce la preghiera, dal nostro Perdono!

Alcuni poi sostengono che Il Padre Nostro é una richiesta che, con una sintesi prodigiosa, si rivolge a tutti e sette i corpi che compongono ogni essere umano, vale a dire, partendo dall’alto, i tre Spiriti, Umano, Vitale e Divino, e i quattro Corpi, fisico, eterico, astrale e mentale.

Così dicendo potremmo addirittura sostenere nella sequenza ad ogni strofa della preghiera corrisponde un centro energetico.

Secondo Andrea Corsini nel suo “Il Padre Nostro in relazione ai chakra” potremmo avere una sequenza di posizioni sui sette chakra suddivisa in questo modo: COSí IN CIELO COME IN TERRA è il 4º chakra, il cui simbolo è la stella di David, l'unione del maschile con il femminile, il Cielo e la Terra. DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO è evidente: l'assimilazione, il nutrimento: il 3º chakra. RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI è il 2º chakra: i debiti del karma passato annidati nell'acqua dell'inconscio. La reciprocitá della salvazione: non mi salvo se non ti salvi anche tu. E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE MA LIBERACI DAL MALE è evidentemente il 1º chakra: le tentazioni vengono dalle occasioni e dal contatto con il samsara. Bisognerebbe vivere nel mondo ma non essere del mondo. SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ Saliamo, al quinto chakra, con la voce, la comunicazione, ma anche con i fatti nel quotidiano per non essere in palese contraddizione e falsitá. VENGA IL TUO REGNO Altro non sarebbe che il sesto chakra ossia il regno divino sulla terra, ma prima di tutto dentro ad ogni uomo, nella luce del suo terzo occhio che proietta questo nuovo mondo sullo schermo mentale cid-akasa. Eccoci giunti, quindi, al settimo chakra con PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI Il loto dai mille petali: le mille potenzialitá che il Padre dona all'uomo nascondendole dove difficilmente le cercherá: dentro se stesso. Tutto ciò verrebbe poi recitato mentalmente e in sequenza abbinandolo a delle posizioni partendo dall'alto - il Cielo - e scendendo verso il basso, la Terra:

I nomi in sanscrito dei 7 chakra attivati energeticamente dalle posture proposte sono: Sahasrara: sommitá del capo Ajna: radice del naso (tra le sopracciglia) Visuddhii: zona faringea Anahata: zona cardiaca Manipura: plesso solare – due dita sopra l’ombelico Swadhisthana: osso pubico Muladhara: perineo. Ecco la spiegazione posturale della sequenza che Corsini propone:

7º chakra: Eka pada-sirsasana su due piedi (il delfino): dobbiamo partire dalla posizione di chakravakasana (posizione quadrupedica con appoggio a terra ginocchia e palmo delle mani) e semplicemente distendere le gambe mantenendo il capo a terra con le mani intrecciate e in contatto con esso, senza forzare troppo sul collo, ma lasciare gravare il peso sulla sommitá del capo che gli indiani dicono avere la dimensione di una rupia; rimanere almeno 5 respiri.

6º chakra Portarsi in vajrasana (diamante) e mettere le mani a coppa sugli occhi dopo averle strofinate vigorosamente una contro l'altra, attendere che il calore avvertito sui globi oculari si attenui e poi ripetere 4-5 volte.

5º chakra Viparita karani mudra (la candela): partendo da savasana. Mantenere per 5 minuti seguiti da un lungo - ascolto della zona faringea.

4º chakra Dwikonasana (doppio angolo o inchino): dalla posizione in piedi piegarsi in avanti mantenendo le gambe diritte, ma non rigide, intrecciare le mani e spingere le mani il piú indietro possibile facendo aprire la zona scapolare e le spalle. Rimanere almeno 4-5 respiri concentrati sulla zona cardiaca.

3º chakra Adhomukhasvanasana: partendo dalla posizione quadrupedica (chakravakasana), distendere le gambe e le braccia; ci si trova così in posizione che si mantiene almeno 4-5 respiri profondi portandosi nell'espiro in uddiyana banha (retrazione della zona addominale) e con i talloni verso terra.

2º chakra Ci si siede e ci si porta in baddha konasana (l'ostrica). Facendo aderire le piante dei piedi e lasciando abbassare le ginocchia verso terra, afferrare i piedi con le mani intrecciate spingendo in avanti il bacino. Mantenere almeno 4-5 respiri profondi.

1º chakra Namaskarasana (la sedia): importante la posizione dei talloni che devono essere mantenuti a terra per 4-5 respiri; concentrarsi sulla zona del perineo e "sentire" la terra che ci sostiene.

Al termine rimanere per qualche respiro in savasana (la posizione del cadavere) e poi nella posizione seduta, anche sukasana, prendendo coscienza degli effetti:

senso di leggerezza,

respiro lento,

mente calma,

rilassamento psicofisico,

benessere che ci accompagna durante le nostre azioni quotidiane.

Yogananda che modifica il Padre Nostro dandone una interpretazione nuova, ma decisamente personalizzata come vedremo nelle righe a seguire, ci toglie invece così ogni possibilità di supporre il legame tra asana, prana e la preghiera cristiana.

Padre Nostro, Madre, Amico, Amato Iddio! Che la pronuncia silenziosa e incessante del Tuo sacro Nome ci trasformi a Tua somiglianza. Ispiraci, affinché il nostro amore a le cose materiali si trasformi in adorazione di Te. Che attraverso la purezza dei nostri cuori, possa il Tuo regno di perfezione discendere in terra e liberare tutte le nazioni dalla loro sofferenza. Permetti che la libertà dell'anima che proviamo al nostro interno si manifesti esteriormente. Fai che la nostra volontà possa rafforzarsi lottando contro i desideri mondani, affinché finalmente si ponga in armonia con la Tua perfetta Volontà. Dacci il pane nostro di ogni giorno: alimento, salute e prosperità per il corpo; efficienza per la mente; e, soprattutto, il Tuo amore e la saggezza per l'anima. È Tua la legge 'Nella misura in cui giudicate sarete giudicati'. Che possiamo perdonare coloro che ci offendono, senza dimenticarci mai che abbiamo tanto bisogno della Tua immeritata misericordia. Non ci abbandonare nell'abisso delle tentazioni nelle quali siamo caduti per il cattivo uso che facciamo del dono della ragione che Tu ci hai concesso. E quando sia Tua Volontà metterci alla prova, oh Spirito, permettici di comprendere che Tu sei più tentatore di qualunque altra tentazione del mondo. Aiutaci a liberarci dagli oscuri attaccamenti dell'unico male: la nostra ignoranza di Te. Perché Tuo è il Regno e il potere e la gloria, per i secoli dei secoli. Amen

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