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Massimo Mannarelli

EFFETTO PAULI. ARCAICITA' E FISICA QUANTISTICA.


Pauli nacque nel quartiere viennese di Döbling da Berta Camilla Schütz e Wolfgang Joseph Pauli; il padre, di origine ebraica, aveva cambiato cognome nel 1898 da Pascheles a Pauli poco prima di convertirsi al cattolicesimo e sposarsi. Il secondo nome di Pauli, Ernst, gli fu dato in onore del suo padrino di battesimo Ernst Mach.

Studiò presso il Döblinger Gymnasium di Vienna, dove si diplomò nel 1918. Dopo appena due mesi, pubblicò il suo primo articolo sulla Teoria della relatività generale di Albert Einstein. Nel luglio del 1921 conseguì, sotto la guida di Arnold Sommerfeld, presso l'Università Ludwig-Maximilian di Monaco, il dottorato in fisica.

Sommerfeld chiese a Pauli di realizzare un articolo sulla relatività per la Encyklopaedie der mathematischen Wissenschaften, un'opera enciclopedica ideata da Felix Klein che avrebbe dovuto raccogliere articoli descrittivi dedicati alla matematica e alla fisica teorica. Due mesi dopo aver ricevuto il suo dottorato, Pauli completò l'articolo, di 237 pagine, ottenendo gli elogi di Einstein: pubblicato come monografia, esso è ancora oggi uno dei riferimenti base sull'argomento.

Passò un anno all'Università di Göttingen come assistente di Max Born e l'anno seguente andò all'Istituto Niels Bohr di Fisica Teorica a Copenaghen. Dal 1924 al 1928 fu docente all'Università di Amburgo, dove contribuì ad elaborare i fondamenti della meccanica quantistica. In particolare formulò il Principio di esclusione che porta il suo nome e la teoria non-relativistica sullo spin.

Le conversazioni di Pauli con Heisenberg spianarono la strada per la teoria quantistica e, ad alcuni mesi dalla scoperta di Heisenberg, Pauli aveva applicato la nuova teoria per calcolare lo spettro dell'atomo di idrogeno. Le sue successive discussioni con Bohr aiutarono a formulare l'interpretazione di quella teoria. Il suo famoso Principio di Esclusione spiega perché c'è struttura nell'universo. Elettroni, protoni ed altre particelle chiamate fermioni sono governate da un principio di asimmetria, che significa che non possono essere tutti nello stesso stato quantistico.

Questa restrizione dà inizio alla differenziazione del mondo materiale in uno di vari elementi chimici. Dall'altra parte, le particelle bosone sono governate dal principio della simmetria che permette loro di aggregarsi in un singolo stato coerente, com'è il caso dei laser, dei superconduttori e dei superfluidi.

La visione di Pauli dell'importantissima simmetria in natura lo portò anche a predire il neutrino, venticinque anni prima che fosse scoperto sperimentalmente. Da parte sua, Max Born, credette che Pauli fosse uno scienziato più grande di Einstein. Però il nome di Pauli non è mai stato molto conosciuto al pubblico in generale come gli altri giganti della scienza degli ultimi trecento anni. Il motivo è che Pauli preferì lavorare dietro le quinte proponendo nuove idee e fornendo commenti critici in conversazioni, lezioni e lettere. Nella sua personalità Pauli fu un po' un paradosso. Mentre alcuni si riferirono a Pauli come “la coscienza della fisica” altri lo soprannominarono “il tremendo Pauli” e “la frusta di Dio” a causa dei suoi commenti brutali e severi durante i seminari. Riferendosi ad un articolo di un collega, ad esempio, disse, “Questo non è corretto. E non è nemmeno sbagliato”.

Mentre otteneva successi planetari in campo lavorativo che lo avrebbero condotto al Nobel per la formulazione del “principio di esclusione”, uno dei capisaldi della fisica quantistica, dal punto di vista personale visse una seria di gravi fallimenti personali: dalla morte della madre che si suicidò nel 1927 quando scoprì che suo marito aveva una relazione ai problemi con l’altro sesso che lo portarono a bere e a isolarsi. Nel 1934, sposò Franciska Bertram, alla quale restò legato fino alla sua morte.

Finalmente a trent'anni consultò Carl Jung con il quale continuò a scriversi, fino al 1958 anno della morte di Pauli, quando Jung aveva più di ottanta anni.

Così, da quella che all’inizio era una terapia, sia pure condotta con un metodo per quel tempo nuovo e affascinante per il mistero su cui tentava di sollevare il velo, nacque uno stupefacente scambio di idee fra due menti non comuni, pubblicato per la prima volta a cura dello psicanalista svizzero Carl Alfred Meier nel 1992.

Nella tipologia junghiana, Pauli era il tipo di pensatore la cui funzione dei sentimenti era stata così repressa e non riconosciuta che ora minacciava di esplodere e di travolgerlo. Jung trovò Pauli così “stracolmo di materiale arcaico” che, non volendo influenzare o “contaminare” questo materiale in alcun modo, lo indicò ad una collega, Erna Rosenbaum, per l'analisi dei sogni. La Rosembaum si era appena laureata perciò Jung sapeva che non avrebbe “interferito” col suo paziente. Ed invero durante i cinque mesi di analisi Pauli riportò centinaia di sogni eccezionali. Aveva aperto un dialogo con i più profondi livelli della sua mente inconscia e, a sua volta, aveva iniziato ad insegnargli. L'incontro di Pauli con l'inconscio culminò in una visione di una tale sublime armonia - l'Orologio del Mondo - che produsse qualcosa di simile ad una conversione religiosa nel fisico. Questo sogno espresse la misteriosa armonia del cosmo e nel suo simbolismo unì due mondi - rappresentati da dischi rotanti.

Questo tema di unificazione di due mondi sarebbe ricorso ripetutamente durante la vita da sveglio ed onirica di Pauli. Grazie a questi messaggi dall'inconscio Pauli iniziò ad avere intuizioni sulla sua stessa natura ed avvertì il pericolo della sua personalità nell'oscillare da un estremo all'altro. Si rese conto che era stato freddo, cinico, ateo ed intellettuale. Poteva oscillare, scrisse, dal delinquente e criminale all'eremita non intellettuale che aveva manifestazioni d'estasi e visioni. Verso il 1935 Pauli sognò che Einstein venne da lui e gli disse che la teoria quantistica era unidimensionale, ma che la realtà era bidimensionale. Pauli doveva accettare una nuova dimensione della realtà ed egli credette che la dimensione mancante fosse l'inconscio ed i suoi archetipi. Jung aveva proposto gli archetipi come princìpi strutturali della mente inconscia, ma Pauli ora affermava che essi erano anche i princìpi sottostanti per le strutture ed i processi nel mondo fisico. A questo proposito intraprese un programma di ricerca per sviluppare quello che definì un “linguaggio neutro”, uno che fosse applicato ugualmente bene alla fisica come alla psicologia.

Collaborò con Jung sul lavoro di quest'ultimo sulla sincronicità (il “principio di connessione acasuale” di Jung o la “connessione significativa”). Indipendentemente iniziò a studiare il modo in cui l'archetipo della Trinità aveva influenzato Keplero nella sua formulazione delle leggi del movimento planetario. Ma Pauli stava ora facendo altri sogni in cui una “donna esotica” gli andava a far visita. Pauli credeva che lei fosse la sua anima. Iniziò a capire che la questione più importante era “la mancanza dell'anima nella moderna concezione scientifica del mondo”. Lo “spirito della materia”, credeva, era stato negato per 300 anni ed ora stava lottando per la resurrezione. Era guidato da una visione del ritorno dell'anima nel mondo. Mentre aveva parlato con pochissime persone del suo nuovo lavoro, una volta disse al suo assistente, H.B.G. Casimir, “Credo di sapere cosa succederà. Lo so esattamente. Ma non lo dico agli altri. Perciò sto facendo piuttosto teoria a cinque dimensioni della relatività benché non ci creda veramente. Ma so cosa succederà. Forse te lo dirò qualche altra volta.”

Contemporaneamente al suo lavoro sulla psiche, Pauli continuò a lottare con i princìpi della simmetria e dell'asimmetria in fisica che, nelle sue numerose conversazioni con Heisenberg, egli definì come un tentativo di riconciliare “Cristo e il Demonio”. Se seguiamo l'ingiunzione di Carl Jung che l'alchimia non era tanto primitiva sperimentazione chimica, ma un movimento psicologico verso la completezza, in cui i processi interni della psiche sono proiettati esternamente sulla materia, allora l'opera di Pauli in fisica è tutt'uno col suo tentativo di ottenere un matrimonio mistico tra la materia e lo spirito. Secondo Jung, il sogno di Pauli dell'Orologio del Mondo aveva prodotto qualcosa di simile ad una conversione religiosa ed un cambiamento radicale nella vita di Pauli.

Ciò nonostante nella sua mezza età iniziò a diventare depresso. All'età di 47 anni ebbe il primo di una serie di sogni preoccupanti in cui un “persiano” lo andava a trovare. Nella prima occasione lo straniero arrivò portando delle lettere. Voleva entrare nell'università di Pauli e studiare, ma non gli era concesso. Quando iniziò a parlare a Pauli con voce acuta Pauli gli chiese se fosse la sua ombra. “No” disse lo straniero, “tu sei la mia ombra”. Pauli gli chiese se voleva studiare fisica. Il visitatore disse che non riusciva a comprendere il linguaggio di Pauli e Pauli non avrebbe compreso la fisica nel suo linguaggio. Ma avrebbe aiutato Pauli portandogli una sedia perché non c'era una sedia nello studio di Pauli. Pauli avrebbe dovuto lasciar andare le sue illusioni. “Ha molte donne ma ce ne può essere soltanto una.” Ripensando al sogno Pauli si rese conto che il suo tentativo di un matrimonio mistico era stato troppo accademico.

Malgrado le sue intuizioni psicologiche egli stesso rimase scollegato dalla realtà - il suo ufficio non aveva neppure una sedia. A seguito di una serie di sfortunati eventi, che si verificarono a partire dal 1924, gli fu attribuita la fama di guastare qualsiasi esperimento con la propria presenza. Così, per paura dell'"effetto Pauli", il fisico Otto Stern ammonì Pauli di non entrare nel suo laboratorio. Se fosse reale, l'effetto Pauli potrebbe essere classificato come un fenomeno macro-psicocinetico. Wolfang Pauli comunque, secondo il suo biografo Enz, era convinto che l'effetto che portava il suo nome fosse reale. Markus Fierz, un suo collega e collaboratore, affermava: «Lo stesso Pauli comunque credeva nell'esistenza dell'effetto».

Nonostante la sua visione di unificazione continuò a vivere in un mondo dove c'era una chiara divisione tra spirito e materia. Il messaggio del persiano era chiaro, il linguaggio neutrale di Pauli non sarebbe mai stato sufficiente per colmare quel divario. Pauli si rese conto che l'elemento fondamentale nel nostro mondo moderno è la mancanza d'anima nella concezione scientifica del mondo, però ora gli si dice di essere fedele soltanto ad una donna - la sua stessa anima. I sogni di Pauli continuarono a metterlo in guardia. Due anni dopo sognò che era nel dipartimento di fisica di un alto edificio. Lesse un annuncio che ci sarebbe stata una lezione di cucina fatta dal Professor Pauli. Improvvisamente scoppiò un incendio nell'edificio. Pauli riuscì a fuggire e trovò un taxi all'entrata. Il conducente era lo “straniero” che disse “Ti porterò dove appartieni”. Di nuovo Pauli era stato avvisato che aveva perso contatto con la realtà. La cucina lo avrebbe portato alla materia grezza della vita, alla trasformazione alchemica. Credette che lo straniero fosse Ermes o Mercurio che lo tentava ad entrare nel mondo dei sensi. Se Pauli non riuscì a fare questo passo nella sua vita come avrebbe mai potuto trasformare la visione scientifica per includerne l'anima? In una lettera a Jung scrisse che l'elemento mancante era Eros; solo l'amore avrebbe saputo colmare il divario tra la fisica, lo spirito e la psicologia.

Sempre più Pauli si sentì diviso nella sua vita. I suoi sogni avevano mostrato la direzione in cui avrebbe dovuto muoversi, però gli mancava il coraggio di cambiare. Iniziò a far visita all'assistente di Jung, Maria von Franz, e diede vita ad una relazione che ebbe un profondo significato spirituale per lui. Perseverò nell'analisi dei suoi sogni però, secondo von Franz, “non voleva arrendersi alle richieste dell'inconscio e soffrirne le conseguenze.” Nella scienza il calore è la chiave di trasformazione. Come metafora si applica ugualmente all'alchimia come pure alla psicoterapia. I processi entro una storta alchemica sono rispecchiati da quelli dell'incontro terapeutico. Solo il calore, che sale con l'amore, scongelerà “gli incidenti ghiacciati della vita” come dice la junghiana Beverly Zabriski. Attraverso questo dialogo con l'inconscio e le sue proiezioni nel mondo della fisica, come pure i suoi tentativi di riconciliare materia e spirito nel mondo, Pauli stesso stava facendo lavoro alchemico. Però l'oro alchemico non apparì mai. Eros era sempre stato assente dalla sua vita. Verso la fine della sua vita al fisico fu concesso un sogno finale. Una donna gli insegnerà a suonare il pianoforte. Lei prende un anello dal suo dito e lo dà a lui. Gli dice che quest'anello unirà i due mondi perché è l'anello della sua scuola di matematica. È “l'anello di i.” Il significato di quest'anello è che in matematica “i” sta per quelli che sono conosciuti come numeri immaginari. Assieme ai numeri reali essi creano un piano bidimensionale.

Ancora il simbolismo ritornava al sogno trasformatore di Pauli dell'Orologio del Mondo, un congegno che univa due mondi nell'armonia più sublime. Ma le figure nei suoi sogni stavano diventando arrabbiate ed iniziarono a perseguitarlo. Aveva perso il suo orientamento ed alla fine abbandonò il suo sogno di unificare il mondo interno e quello esterno. Per qualche tempo continuò con la fisica e con il suo tentativo di riconciliare “Cristo e il Diavolo”. Durante il Natale del 1957, scrisse ad Heisenberg, “Se solo i due divini contendenti - Cristo e il Diavolo - potessero riconoscere che sono diventati molto più simmetrici!” Poco tempo dopo Pauli si recò negli Stati Uniti per spiegare la sua nuova teoria.

Da là Heisenberg ricevette una brusca lettera che gli diceva che lui, Pauli, ritirava il suo lavoro. Alcuni mesi dopo Pauli si ammalò e, a seguito di un'operazione, morì di cancro. Pauli stesso poteva credere che la sua vita era finita in fallimento - il fallimento di unire “Cristo e il Demonio” entro la sua teoria del campo unificato della fisica ed il fallimento di effettuare un'unione di materia e spirito entro il mondo della fisica. Ciò nonostante la validità del suo sogno vive ancora. L'esempio di Pauli è salutare. Ci dice che questo desiderio di un matrimonio tra la materia e lo spirito, la scienza e la religione, rimane unilaterale quando è fatto solo a livello astratto o intellettuale. Eros deve entrare, non si deve solo cercare l'unità all'esterno, nel mondo delle idee, ma all'interno nella propria vita. Quest'ultima, questa ricerca per la completezza interiore, può essere un processo infinito. A dire il vero, il processo stesso potrebbe essere più significativo di qualche fantasia di uno scopo finale.

Questo mi porta ad una considerazione finale, che, spero stimolerà il dibattito. È che la religione in …. che, io credo la scienza (com'è praticata al momento), e la religione si separino, o almeno rivelino un atteggiamento diverso verso la conoscenza e la certezza. La religione tollera il mistero, il vivere con l'incertezza e l'accettazione del dubbio. I filosofi lavorano in una lunga tradizione, rivedendo ed illuminando eterni problemi di verità, morale e comportamento. Scrittori, artisti e compositori aggiungono continuamente, consolidano o trasformano le loro stesse tradizioni. La scienza però, particolarmente la fisica teorica della seconda metà del ventesimo secolo, ha costantemente cercato una chiusura. Vuole raggiungere il livello più fondamentale, l'equazione suprema, la particella “Dio”.

La fisica ha creato questo scopo finale per se stessa e crede che sia un fine raggiungibile. L'incapacità di raggiungere una tale ipotetica meta può perciò essere facilmente vista come un fallimento personale. È vero che il livello o la spiegazione suprema possono effettivamente esistere. Allo stesso modo possono non esistere. È del tutto possibile che, in un certo senso, la fisica possa continuare a dialogare con la natura nell'immediato futuro. È possibile che sia stato a questo livello che Pauli ha confuso il suo fallimento di unificare la simmetria (Cristo e il Demonio) in fisica con l'apertura della sua ricerca per la completezza della materia e dello spirito e con la natura interiore della sua stessa ricerca interiore. Io credo che la vita di Pauli ci insegni che il dialogo tra la scienza e la religione deve anche continuare nella vita di ciascun individuo che si impegni nel dibattito. A questo proposito mi ricordo di una storia che Carl Jung spesso raccontava.

Un uomo della pioggia che fu invitato in un villaggio che aveva avuto un lungo periodo di siccità. Dopo essere entrato nel villaggio il vecchio andò in una capanna dove restò per qualche tempo. Finalmente le piogge iniziarono e gli abitanti del villaggio chiesero all'uomo come aveva fatto la pioggia. “Io non ho fatto la pioggia,” fu la sua risposta. “Quando sono entrato nel villaggio l'ho trovato in grande disarmonia, così i processi della natura non operavano nel modo che avrebbero dovuto. Questo ha prodotto disarmonia anche in me. Perciò sono andato dentro alla capanna per ricompormi finché la mia armonia interna fu ritornata e l'equilibrio ristabilito. Poi iniziò a piovere.”

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