SARA-LA-KALI'. UNA DIVINITA' TZIGANA
Secondo le fonti più tradizionali Sara la serva nera di Maria Salomé e di Maria Josè era originaria dell’Egitto.
La leggenda vuole che le due Marie insieme a Maria Maddalena, dopo la resurrezione di Gesù, andarono alla deriva su un’imbarcazione raggiungendo le coste francesi, ove sbarcarono in una luogo detto Oppidum-Râ, anche noto come Notre-Dame-de-Ratis (Râ ha il suo etimo in Ratis, ovvero in "barca"), nome della città che fu successivamente cambiato prima in Notre-Dame-del-la-Mer, e poi in Saintes-Maries-de-la-Mer nel 1838. Altre versioni della leggenda includono in tale viaggio anche Giuseppe d'Arimatea, il portatore del Graal.
A riguardo Sara ebbe una visione che la informava dell'arrivo delle due donne e che sarebbe stato suo compito aiutarle. Sara le vide giungere sulla loro imbarcazione che rischiava di rovesciarsi a causa del mare agitato.
Marie Salomè getto il suo mantello sui flutti, usandolo come zattera, mentre Sara ed i suoi aiutarono le sante a raggiungere la spiaggia dove si radunarono poi in una preghiera di ringraziamento.
Secondo la tradizione, l'imbarcazione trasportava Maria Salomè, moglie di Zebedeo e madre di Giovanni e Giacomo il Maggiore, Maria Josè, moglie di Cleopa, madre dell'apostolo Giacomo il Minore, e probabile cugina della Vergine Maria, Maria Maddelena, Santa Sara, Lazzaro e sua sorella Marta, San Massimino, e San Sidonius.
Nonostante la tradizione delle Marie sia alquanto antica (se ne trova traccia nella Légende dorée del XIII secolo), la figura di Sara viene nominata per la prima volta nel 1521 ne La Légende des Saintes-Maries de Vincent Philippon, mentre la devozione a Sara sarà nota solo dopo il 1800.
Sara la Nera o Santa Sarah, nota anche con il nome di Sara-la-Kali (Sara la Nera), viene venerata come santa da una parte del mondo gitano soprattutto in Europa occidentale e nella parte dell’Europa orientale di fede cattolica, per quanto l’appellativo di Santa non sia riconosciuto da alcuna confessione ufficiale. La sua statua è collocata nella piccola cripta della chiesa francese di Saintes-Maries-de-la-Mer nella regione della Camargue.
Accanto alla leggenda che fa di lei la serva delle Marieesiste un'altra leggenda in cui si racconta che si trattava di una donna pagana di alto rango convertitasi alla religione di Abramo.
Secondo altri ancora Sarah-la-Kali (Sara la nera) potrebbe essere collegata alla divinità indiana Kali (Bhadrakali, Uma, Durga, e Syama). Questo nome concorda con l'ipotesi dell'origine indiana della comunità Rom e Sinte che giunsero in Francia verso il IX secolo. Sara rappresenterebbe quindi una manifestazione sincretistica e cristianizzata della dea Kali. Non solamente il nome coincide (benché questo abbia la propria spiegazione nel suo significato letterale), ma anche nel rituale alcuni hanno colto coincidenze singolari: Durga, altro nome di Kali, dea della creazione, della malattia e della morte, rappresentata con il volto nero, durante un rito annuale in India viene immersa nella acque e poi fatta emergereTali teorie non sono tuttavia pienamente condivise, ma addirittura fermamente negate dai sostenitori di un’impossibile più che improbabile origine ebraica del popolo zingaro antecedente al periodo della loro migrazione indiana, Chi sostiene tali ipotesi trova insussistente la coincidenza del nome, che sarebbe giustificato dal suo semplice significato letterale, e del tutto insignificanti le coincidenze di rito, insistendo sulle radicali differenze tra la mitologia indiana e quella rom: il rito di Sara è una forma di sincretismo cristiano, ma con ancestrali elementi ebraici e non indiani.
Stando a quanto scritto da Franz de Ville, invece,[:Sara era una Rom:“Una dei primi membri del nostro popolo a ricevere la rivelazione fu Sara la Kali. Ella era di nobili natali e guidò la sua tribù sulle rive del Rodano. Conosceva i segreti che Lui aveva trasmesso…”.
I Rom in quel tempo praticavano ancora una religione politeista e usavano trasportare sulle spalle la statua di Ishtar (Astarté) entrando con essa nelle acque del mare per ricevere la sua benedizione, cosa che viene fatta ancora oggi ogni 24 maggio, giorno in cui viene onorata con un pellegrinaggio di zingari che giungono da ogni parte.