LA FIGURA DI GESU’ NELL’ISLAM
Chiunque conosca qualcosa sull’Islam, anche a livello molto elementare, sa che per la dottrina musulmana la figura di Issa ibn Maryam (Gesù figlio di Maria) è essenzialmente quella di un profeta: uno dei profeti più importanti (tanto che insieme a Muhammad stesso e a Mosé, è uno dei pochi a meritare la qualifica di Rasul, ossia Inviato), ma pur sempre e solo uno “strumento” di Dio, un servo dell’Altissimo, su cui Dio si è degnato di far scendere la Sua rivelazione.
L’Islam condivide con il Cristianesimo l’idea che Gesù sia stato concepito in maniera verginale da Maria (la veneratissima Maryam, forse la figura femminile, insieme a quella di Fatima Zahra per la Shia, più amata del mondo islamico).
Nel Corano, l’Annunciazione e il concepimento di Gesù sono descritti con parole molto simili a quelle del Vangelo di Luca: “Ricorda Maria nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente. Tese una cortina tra sé e gli altri. Le inviammo il Nostro Spirito che assunse le sembianze di un uomo perfetto. Disse [Maria]: “Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!”. Rispose: “Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”. Disse: “Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”. Rispose: “È così. Il tuo Signore ha detto: "Ciò è facile per Me… Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita"” (Sura III, 59). Sempre nella Sura III, il Corano esprime un significativo parallelismo tra Gesù e Adamo; ambedue, infatti, sono stati formati da Dio senza ausilio di seme umano: “In verità, per Dio Gesù è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: "Sii" ed egli fu” (Sura III, 59). Questa origine sovrannaturale, inoltre, si sposa ad un altro privilegio che Gesù condivide con sua madre; come recita un antico hadith di Muhammad “Satana tocca ogni figlio di Adamo il giorno in cui la madre lo partorisce, tranne che nel caso di Maria e di suo Figlio” (Bukhari 60, 54). Gesù e Maria rappresentano dunque per l’Islam un’endiade di esseri privilegiati e purissimi, distinti per questo da tutti gli altri uomini, fossero anche i più grandi santi o profeti.
In un versetto molto noto, tratto dalla Sura IV, il Corano è molto chiaro sulla ipervalutazione della figura di Gesù da parte del Cristianesimo: “O Gente della Scrittura, non eccedete nella vostra religione e non dite su Dio altro che la verità. Il Messia Gesù, figlio di Maria non è altro che un messaggero di Dio” le parole seguenti, però, lo definiscono “una Sua parola che Egli pose in Maria, uno Spirito da Lui” IV, 71.
Tuttavia il Corano presenta Gesù come esplicitamente dotato da Dio del dono di compiere miracoli: "In verità vi reco un segno da parte del vostro Signore. Plasmo per voi un simulacro di uccello nella creta e poi vi soffio sopra e, con il permesso di Dio, diventa un uccello. E per volontà di Dio, guarisco il cieco nato e il lebbroso, e resuscito il morto. E vi informo di quel che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. Certamente in ciò vi è un segno se siete credenti!” III, 48.
Il Corano presenta anche un versetto, davvero unico nel suo genere, in cui il profeta Gesù, fin dalla culla, pronunzia un’autobenedizione diretta alla sua stessa persona: “Pace su di me, il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita” (XIX, 33).
Nell’Islam non esiste quell’elemento, fondamentale per la “fede cristiana” ossia quello della croce; per l’Islam non è pensabile che uno dei più alti profeti sia stato giustiziato con un supplizio così infamante. Questa idea nasce dall’interpretazione di un, peraltro enigmatico, versetto coranico in cui si afferma:”Per certo non lo hanno ucciso ma Dio lo ha elevato fino a Sé. Dio è eccelso, saggio” (IV,158). Nell’interpretazione popolare di questo versetto alcuni sostengono che Gesù sarebbe stato sostituito sulla croce da un’immagine fittizia o addirittura da Giuda Iscariota, a cui Dio avrebbe dato le fattezze del profeta affinché si compisse già in questo mondo la vendetta per il tradimento.
Un ruolo davvero sorprendente è, al contrario, quello che l’Islam attribuisce a Gesù nello scenario dei Tempi Ultimi; il Corano afferma, infatti, con certezza la sua Ascensione al cielo (“Dio lo ha elevato fino a sé”). Questa Ascensione è vista in funzione di quella battaglia finale condotta dal Mahdi (dodicesimo e Imam occulto per la tradizione della Shia duodecimana) che opporrà Gesù il Messia all’anticristo, il Masih al-Dajjal (lett. Il Messia Ingannatore), che nei Tempi Ultimi sedurrà con atteggiamenti riformatori, pacati e rassicuranti, tutti i popoli della terra eccetto i pochi fedeli che rimarranno saldi nella Rivelazione divina. Alcuni fra i più antichi e venerati hadith aggiungono particolari importanti a questo scenario: “E mentre egli (il Dajjal) sarà occupato da queste cose, Dio invierà il Messia figlio di Maria che discenderà presso il bianco minareto orientale di Damasco e non è permesso a nessun miscredente di sentirne il profumo senza perire. Quindi lo cercherà, finché lo raggiungerà alla Porta di Ludd (una delle porte di Gerusalemme)” (Muslin, Fitan, 116); “E visto Gesù, il nemico di Dio si scioglierà come il sale si scioglie nell’acqua” (Muslim, Fitan, 60). Qualcosa di analogo lo troviamo nell’evangelista Luca quando afferma: “tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
Nell’Islam tuttavia non si è mai sviluppata una particolare attrattiva per la figura di Gesù come è accaduto invece a quella di Mosé e Abramo, fatta eccezione per alcune componenti mistiche islamiche come quella sufi (dove ricordiamo il grande mistico Al Hallaji) dove Egli viene definito come il Sigillo della Santità (Katìm al-awwalya), così come Muhammad è Sigillo della Profezia (Katìm al-Nabìyya).
Il movimento islamico degli Ahmadi di Qādyān e di Lahore, in India, sostiene che Gesù non sarebbe morto in croce, ma sarebbe fuggito dalla Palestina verso l'India, dove sarebbe vissuto ancora per molti anni fino a morire di vecchiaia (all'età di 120 anni) a Srinagar, nel Kashmir: qui si trova infatti il santuario di Roza Bal tradizionalmente indicato dagli Ahmadiyya come «la tomba di ‘Īs» (nome simile a quello con il quale i musulmani chiamano Gesù, ʿĪsā ibn Maryam), il luogo dove si trovano le spoglie mortali di Yuz Asaf (nome indiano buddista), il profeta venuto dall'occidente.