KUMARI. LA DEA BAMBINA
Kumari, o Kumari Devi (कुमारी - Kumārī) significa letteralmente “vergine” e serve per indicare uno stato di purezza di carattere divino.
Kumari è la Dea vivente nella tradizione induista; ella è l’incarnazione della Dea Taleju Bhawani conosciuta in India anche come Durga.
La Kumari ha un ruolo centrale soprattutto in Nepal dove non solo è venerata da tutta la popolazione nepalese, ma è estremamente importante per la legittimazione del potere del paese stesso: divenendo nel tempo simbolo di unità nazionale tanto dei newar (il suo gruppo etnico di origine) e quello degli Hsah (conquistatori)
La kumari viene scelta, in qualunque momento dallo svezzamento alla pubertà, tra le bambine delle caste buddiste appartenenti alle famiglie dei newar e degli Sakya residenti a Kathmandu, la stessa cui apparteneva il Buddha.
Tuttavia nonostante sia scelta tra i buddisti è equamente venerata sia da quest’ultimi che dagli induisti. Questo è dovuto al ruolo di legittimante del potere reale nell'annuale festa del Kumari Jiatra.
La venerazione della Dea vivente in Nepal è un rito relativamente recente, databile solamente al XVII secolo, mentre la tradizione delle Kumari-Puja, o del culto della vergine, è presente da molto più tempo. In India vi sono tracce di un culto della vergine da più di 2600 anni, mentre sembra prendere piede in Nepal solo nel VI secolo ed i documenti che descrivono la selezione, gli ornamenti ed il vero e proprio culto inizia nel XIII secolo.
Tutte le leggende sulla nascita della Kumari riconducono al re Jayaprakash Malla, l'ultimo re nepalese della dinastia Malla.
Secondo la leggenda più popolare durante la notte un serpente rosso vagava intorno alla stanza del re Jayaprakash Malla, dove quest'ultimo stava giocando a Tripassa, un gioco con i dadi, insieme alla Dea Taleju, patrona del suo lignaggio reale. A seguito delle numerose visite della divinità il re inizia a percepire la bellezza della dea e, trovandola infinitamente più bella della sua sposa, comincia a nutrire pensieri impuri a sfondo erotico. Grazie alla capacità di leggere il pensiero, la Dea percepisce le intenzioni del re e si infuria terribilmente. In altre versioni il re si sarebbe semplicemente permesso di battere la Dea.
A questo punto la Dea lascia il re con la minaccia di non mostrarsi mai più a lui nelle sembianze di una donna, ma solo in quelle di una bambina di una delle caste più basse a cui il re avrebbe dovuto comunque riservare l'omaggio dovuto ad una Dea e quindi piegarsi di fronte ad essa sebbene apparentemente sua inferiore. Sperando di fare ammenda e ricevere il perdono, il re passa alla ricerca della giovane posseduta dallo spirito della Dea. Ancora oggi quando una madre sogna un serpente rosso sua figlia può diventare Kumari.
Un'altra leggenda molto simile narra che un re vide un serpente sul suo tappeto. Ad un certo punto la serpe di trasformò in una bellissima fanciulla ed il re le chiese se voleva giocare a dadi con lei giacché ne era un vero patito. La fanciulla accettò, ma il re perse e per dispetto la picchiò. Questa, che in verità era una dea, rientrò nel serpente e disse al re "Tornerò sulla Terra e tutti dovrete venerarmi".
Una variante di questa e di altre leggende ha come personaggio principale il re Gunkam Dev, antenato del XII secolo del re Jayaprakash Malla.
Un'altra leggenda della nascita della Kumari è molto controversa. Secondo questa leggenda il re avrebbe avuto rapporti sessuale con una ragazza prepubescente morta in seguito proprio a causa del rapporto. Il re sopraffatto dalla vergogna e dalla pena cominciò a fare sogni della Dea Taleju che gli disse di cercare una sua incarnazione in una giovane prepubescente per avere il suo perdono. Da allora il re deve adorare la Kumari e chiedere ogni anno il suo perdono ed avere il suo appoggio per conservare il trono.
Un'altra leggenda dice che durante il regno del re Jayaprakash Malla una giovane ragazza, della famiglia dei Sakya, venne scacciata dalla sua città perché accusata di essere posseduta dalla Dea Durga. Questa bambina aveva il dono di predire il futuro e avrebbe predetto terribili sciagure al regno dei Malla. Quando la regina venne a conoscenza del destino della ragazza insistette affinché il re prendesse sotto la sua custodia la giovane quale incarnazione vivente di Durga, in modo che questa potesse legittimare il suo potere e portare fortuna alla sua casa.
Osservando la storia nepalese, si nota che nei momenti di crisi o di bisogno di legittimazione, i sovrani si sono sempre serviti dell'apporto divino della Kumari e di una dea estremamente importante: Taleju.
Quando la Kumari si ammala gravemente, si ferisce, ha il primo mestruo, significa che la Dea Taleju ha abbandonato il corpo mortale. Parte allora la frenetica ricerca della nuova incarnazione, a cui partecipano cinque alti sacerdoti buddisti Vajracharva, il Bada Guruju, o sacerdote reale, il sacerdote di Taleju e l'astrologo reale, per un totale di otto saggi. L'astrologo deve analizzare l'oroscopo della candidata per controllare che sia favorevole e non sia in contrasto con quello del re, così da garantire l'incolumità del sovrano durante le visite. Il re ed altre guide religiose che potrebbero conoscere eventuali candidate sono informati della ricerca.
Sono eleggibili tutte le giovani buddiste della casta Newar Shakya (da almeno tre generazioni), degli argentieri e orafi. Questi sono gli abitanti indigeni della valle di Kathmandu, e sono divisi in caste indù e buddiste. La famiglia viene scelta anche per il suo attaccamento e lealtà alla famiglia reale.
La bambina deve rispondere a caratteristiche molto precise ed è necessario che abbia le “32 perfezioni”. In realtà sono caratteristiche difficili da riscontrare nel fisico di una bambina e i criteri della lista sono di difficile interpretazione, in realtà si richiede che non ci siano difetti fisici, che sia bella, che non abbia subito perdite di sangue e non abbia ferite o cicatrici. Ma le prove più importanti sono di tipo caratteriale, infatti la Kumari non può piangere, mostrarsi disinteressata o irrequieta e non deve muoversi durante i riti. Infatti ognuno di questi gesti è causa di grandi e gravi sciagure per il Nepal. Per valutare la sua forza di carattere vi è un'ultima terribile prova. Durante il Kalratri, o “notte nera”, le giovani candidate devono dormire in una stanza buia tra le teste di capre e 108 bufali sacrificati in onore della dea Kali, con uomini mascherati da demoni che cercano di spaventarle. La bambina che resiste è sicuramente la Dea. Si procede con questa prova su tutte le candidate fino a che non si trova quella giusta. Dimostrato che la candidata ha la serenità e la calma che caratterizzano la dea, resta un'ultima prova: deve essere in grado di selezionare effetti personali della precedente Kumari da un assortimento di vari oggetti, se individua gli averi della precedente incarnazione è sicuramente la nuova Kumari. Una volta scelta deve essere purificata in modo che possa essere un vaso per la personalità della Dea Taleju. I sacerdoti procedono ad una serie di rituali segreti per pulire il suo corpo ed il suo spirito dalle esperienze precedenti. Terminati i rituali Taleju discende in lei e nasce la nuova Kumari. A questo punto viene vestita e truccata come una Kumari e come tale deve comportarsi, viene portata nel tempio di Taleju e viene trasportata nella piazza su di un panno bianco verso la sua nuova casa: il Kumari Bahal, un palazzo in mattoni rossi nel centro storico di Kathmandu, dove rimarrà per tutto il periodo in cui sarà "posseduta" dalla Dea Durga.
Ecco un elenco di alcuni dei 32 requisiti:
piedi proporzionati;
braccia lunghe;
mani e piedi delicati;
segni circolari sotto la pianta dei piedi;
occhi e capelli neri;
ciglia come quelle di una mucca;
pori della pelle ben delineati;
nessuna cicatrice, ferite o perdite di sangue;
una bella ombra;
cosce come un daino;
petto come un leone;
collo come una conchiglia;
organo sessuale non sporgente;
seni poco appariscenti;
lingua piccola;
guance come quelle di un leone;
corpo come un albero di banano;
venti denti e dentatura perfetta;
pelle chiara e profumata;
voce morbida e limpida.
Una volta che la Kumari è stata intronata la sua vita acquista un ritmo ed uno stile totalmente diverso. Lascia il palazzo solamente per le cerimonie e sempre in palanchino e non deve mai toccare il suolo coi piedi tranne che nei suoi appartamenti. La sua famiglia può farle raramente visita e solamente in veste convenzionale. Non può né compiere lavori né frequentare la scuola. I suoi compagni saranno scelti tra un gruppo limitato di bambini della sua casta; solitamente i suoi guardiani sono due bambini Newar, che comunque godono di maggior libertà. Vestirà sempre in rosso, acconcerà i suoi capelli in un alto nido (come simbolo della cupola di un tempio) e avrà sempre l'occhio di chakchuu, o “occhio di fuoco” disegnato al centro della fronte come simbolo dei suoi speciali poteri di percezione e divinazione.
La sua vita è completamente estranea alle difficoltà materiali, ma ha molte incombenze cerimoniali da eseguire. Anche se non le viene ordinato nulla ci si aspetta che si comporti come farebbe la Dea. È di vitale importanza che continui a mantenere la serenità emersa nelle prove, un suo gesto sbagliato o affrettato è sintomo di sciagure per quelli che le hanno presentato una richiesta.
La passeggiata della Kumari nella piazza di Durbar è l'ultima volta che i piedi della Kumari toccheranno terrà fintantoché la Dea non lascerà il suo corpo. Da questo momento ogni volta che lascerà il palazzo dovrà essere trasportata nella sua portantina dorata. I suoi piedi sono sacri e puri, i devoti possono toccarli nella speranza di ricevere responsi o aiuti sui loro problemi o nella speranza di essere sollevati dalle loro malattie. Il re stesso li bacerà ogni anno, nel giorno in cui verrà a cercare il suo perdono e appoggio. La Kumari non può indossare scarpe, al massimo i suoi piedi sono coperti da calze rosse.
Si considera il potere della Kumari così forte che persino un suo sorriso sparge fortuna agli astanti. Folle di fedeli e turisti attendono sotto il suo palazzo sperando che passi davanti alle finestre del terzo piano e sorrida loro. Anche se le sue apparizioni improvvise durano solo pochi secondi l'atmosfera tra la folla cambia e si carica di devozione e felicità per la visione.
I più fortunati, o più ricchi, fedeli visitano la Kumari nella sua stanza, dove siede su di un trono di pelle di leone. Molte delle persone che la visitano soffrono di disordini emotivi o hanno problemi che riguardano il sangue o il ciclo mestruale, infatti si crede che abbia particolari poteri in merito. Inoltre è visitata da burocrati e da alti funzionari del governo. I questuanti portano abitualmente regali e offerte di tipo alimentare. A quanti arrivano ad incontrarla offre i piedi perché siano toccati o baciati in atto di devozione. Durante le udienze la Kumari è osservata con estrema attenzione. Non può toccare gli animali, se piange qualcuno della famiglia reale muore. Quando viene dismessa, lo Stato le manda un vitalizio, ma rimane zitella, perché, secondo una credenza, l'uomo che sposa un ex dea vivente muore entro un mese dal giorno del matrimonio. Ecco come vengono comunemente interpretati alcuni suoi movimenti:
Pianto o lamento: malattia grave o morte;
Occhi lucidi: morte imminente;
Tremore: prigionia;
Mano che applaude: bisogna temere il re;
Sceglie tra le offerte di cibo: perdite finanziarie.
Se la Kumari resta immobile ed impassibile per tutta l'udienza, è il segno che le richieste espresse saranno esaudite.
Molte persone assistono ai bisogni della Kumari. Sono conosciuti come Kumarimi ed il loro capo è il Chitaidar. Il loro lavoro è estremamente difficile. Devono occuparsi di ogni necessità e desiderio della Kumari e devono istruirla sui suoi obblighi cerimoniali. Non possono però darle ordini direttamente, possono solo guidarla nella sua vita. Sono responsabili dei suoi bagni, dell'abbigliamento, e devono occuparsi del suo trucco cerimoniale. È inoltre loro compito prepararla per i visitatori e per le cerimonie.
Poiché viene considerata onnisciente la Kumari non riceve alcuna istruzione. Più di recente, in ogni caso, le è stato assegnato un tutore, una modernizzazione che si è vista necessaria perché fosse in grado di reintrodursi nella vita normale. In ogni caso il suo tutore non può ordinarle di fare nulla, deve trovare un modo per interessarla allo studio e convincerla ad applicarsi.
Ugualmente i suoi compagni devono essere limitati e imparare a rispettarla. Ogni suo desiderio deve essere considerato un ordine divino e assecondato, devono quindi imparare ad accondiscendere al suo desiderio anche sui giochi da fare o le attività da svolgere.
La presenza divina abbandona la Kumari nel momento della prima mestruazione o prima se la bambina viene colpita da infermità o perde sangue. Quindi la deposizione è brusca e non pianificata. Selezionata la nuova Kumari, quella precedente subisce alcuni rituali che la privano del suo status, almeno formalmente. Nel giro di quattro giorni i simboli della sua divinità le vengono tolti. Come ultimo atto vengono sciolti i suoi capelli e la giovane abbandona il suo posto. Va via con una moneta d'oro e un pezzo del regale tessuto rosso fabbricato nel periodo in cui lei era Kumari.
La vecchia Kumari riceve una pensione dallo stato di 6000 rupie al mese (circa € 54). Per quanto possa sembrare misera questa pensione corrisponde a quattro volte un reddito medio nepalese. Spesso continuano ad essere chiamate Kumari e hanno problemi a riprendere un’esistenza “normale”. Anche se fanno parte del mondo ordinario hanno problemi a lasciarsi alle spalle l'aria mistica che viene associata alla loro precedente esistenza di Kumari. La superstizione popolare assegna loro ancora dei poteri mistici.