L'ISLAM SCIITA DUODECIMANO IN LIBANO
Abu Dharr al-Ghifari, un compagno intimo del Profeta e forte sostenitore dell’Imam ‘Ali, venne esiliato durante il terzo califfato a Ruzbah, località ubicata nella allora Grande Siria: ciò fa supporre che la presenza sciita in Libano risalga agli inizi dell’era islamica.
Alcuni biografi sciiti sostengono che lo Sciismo fosse altamente diffuso in Siria e Libano; ciò è dimostrato anche da un famoso sapiente del quindicesimo secolo dell’Egira Seyyed Murtaza, che scrisse “Al-Masa’ilu‘t-Trablusiyyah (I e II)” in risposta alle domande poste dagli sciiti stessi nella Tripoli libanese, ed anche “Al-Masa’ilu‘s-Saydawiyyah” in risposta alle domande degli Sciiti di Sidone.
Ibn Barraj (m. 481 dell’Egira),altro celebre sapiente, visse a Tripoli come giudice almeno venti anni; mentre Abu Fath al-Karajaki (m. 449 dell’Egira), uno studente di Shaykh al-Mufid , visse per un certo tempo a Sidone e Tiro. Tuttavia ulteriori informazioni testimoniano la presenza di un grande numero di sciiti a Gerusalemme e Amman.
Per quanto concerne la Siria Ibn Jubayr menziona nel suo diario di viaggio che nella seconda metà del sesto secolo dell’Egira a Damasco vi fossero più sciiti che sunniti. Questa presenza di sciiti in Siria fu vissuta come un grande tributo allo sciismo stesso, poiché la terra siriana era il cuore della dinastia Ummayade che combatteva contro l’Ahlu ‘l-Bayt con tutti i mezzi possibili.
A riguardo al-Qitfi scrive nel “Ta’rikhu ‘l-Hukamà” che nel 420 dell’Egira “gli ulamà di Aleppo prendevano decisioni in accordo alla scuola sciita Imamita”. Ibn Kathir, nel descrivere gli eventi del 580 dell’Egira, scrive in “Al-Bidayah wa‘n-Nihayah” che quando Ibn Nuru‘d-Din Zangi incitò la gente di Aleppo a combattere contro Salahu’d-Din al-Ayyubi, essi acconsentirono a patto che la frase “hayya ‘ala khayril ‘amal” (formula originariamente inclusa nell’adhan e nell’iqamah e successivamente abolita, ma tuttavia preservata dalla scuola sciita) fosse reintrodotta nell’Adhan e venisse recitato apertamente nel mercato, che i nomi dei 12 Imam fossero menzionati nei loro riti funebri.
La ragione per lo status minoritario degli sciiti in questa regione durante gli ultimi secoli può probabilmente essere attribuita alle circostanze politiche che obbligarono molti sciiti ad adottare la politica della taqiyyah; e, conseguentemente, le generazioni successive non ereditarono interamente le conoscenze dei loro antenati.
Oggi gli sciiti sono presenti principalmente in due aree del Libano: nel sud e nel nord. Nel sud del Libano essi sono presenti in gran numero a Sidone, Jabal ‘Amil e Tiro (Sur). Nel nord, o più precisamente nella Valle della Bekaa, hanno una forte presenza a Baalbeck e Hermel. Tra tutti questi luoghi Jabal ‘Amil merita una menzione speciale poiché fu il principale punto di collegamento tra il mondo sciita ed il Libano.
Jabal ‘Amil è un’area situata nel sud del Libano oggi divisa tra le province di Sidone e di Nabatiyyah. Il numero degli ‘ulamà e la letteratura prodotta nel Jabal ‘Amil è significativa considerata la sua dimensione geografica. E’ stato detto che durante l’apogeo del Jabal ‘Amil, al funerale di un mujtahid (un esperto in materie legali islamiche in grado di dedurre le norme islamiche dalle loro fonti legittime) si siano radunati almeno 80 mujtahidin locali! Esiste un libro biografico specifico sugli ulamà di Jabal ‘Amil conosciuto come “Amalu ‘l-Amil fi ‘Ulamà Jabal ‘Amil”.
La posizione geografica del Jabal ‘Amil giocò un ruolo importante nello sviluppo dello Sciismo in questa area essendo considerato un luogo sicuro dalle angherie dei governanti. Seyyed Muhsin al-Amin riteneva la maggioranza degli ‘ulamà del Jabal ‘Amil prima del VI secolo islamico come immigrati provenienti da Aleppo, Tripoli e Sidone perché consideravano Jabal ‘Amil un luogo protetto dalle persecuzioni dei governanti sunniti.
Ancora oggi alcuni degli ‘ulamà del Jabal ‘Amil godono di una certa notorietà nel mondo sciita, tra questi menzioniamo Shaykh Shamsu’d-Din Muhammad bin Makki al-‘Amali famoso come “Ash-Shahid al-Awwal” (il Primo Martire). Egli nacque nella terza decade dell’VIII secolo islamico a Jizzin, Jabal ‘Amil, e ricevette un’educazione elementare sotto suo padre. Nel 750 dell’Egira lasciò la sua casa per Hilla, in Iraq, allora centro di studi sciiti dove studiò sotto gli studenti di ‘Allamah Hilli, in particolare il figlio di ‘Allamah, Fakhru ‘l-Muhaqqiqin. A causa del suo interesse per la giurisprudenza comparativa, successivamente si trasferì a Baghdad per studiare la giurisprudenza sunnita.
In seguito Shahid realizzò un lungo viaggio andando a Damasco, Gerusalemme, Cairo, Mecca e Medina e in tutti questi luoghi egli beneficiò degli insegnamenti di prominenti ulamà sunniti di queste città. Lo Shahid continuò nei suoi studi lasciando che la gente credesse che egli fosse un sunnita shafi’ita.
Egli emerse come un grande sapiente tanto nel mondo sciita quanto sunnita. Una volta tornato in Libano fondò un centro di studi a Jabal ‘Amil che attirò studenti da luoghi remoti e rapidamente sorpassò Hilla come centro di studi sciiti.
Egli venne messo a morte a Damasco nel 786 dell’Egira in base alle fatawa di un muftì malikita e di uno shafi’ita. Le circostanze intorno alla sua morte non sono molto chiare. Un sapiente contemporaneo, Shaykh Ja’far al-Muhajir, ha fornito prove circostanziate che dimostrano che fu l’attivismo politico del Shahid ad infastidire i governanti i quali trovarono agevole sollecitare una fatwa di morte contro un sapiente sciita da parte di muftì sunniti. Lo Shahid venne ucciso e il suo corpo crocifisso e bruciato.
Tra le opere di Shahid al-Awwal la più famosa è “al-Lum’a ad-Dimishqiyyah”, un libro conciso, ma completo sulla giurisprudenza islamica. Questo libro venne scritto per ‘Ali ibn al-Muayyad, governatore sciita del Khorasan dal 766-783 dell’Egira. Al-Muayyad aveva inviato un proprio emissario per invitare lo Shahid nel Khorasan, ma questi, probabilmente considerando le sue responsabilità locali, declinò. Lo Shahid scrisse allora “al-Lum’a ad-Dimishqiyyah” e lo dedicò ad al-Muayyad.
Shaykh Zaynu’d-Din ‘Ali bin Ahmad al-‘Amili nacque nell’anno 911 dell’Egira in Jabal ‘Amil. Egli venne messo a morte ad Istanbul nel 966 dell’Egira (1668 d.C.) dai regnanti ottomani. A causa della natura della sua morte, divenne conosciuto come “ash-Shahid ath-Thani” (il Secondo Martire). Questo sapiente è collegato al precedente Shahid per molti aspetti: entrambi provenivano da Jabal ‘Amil, entrambi morirono martiri, entrambi viaggiarono in diverse città. Il Secondo Shahid si recò anche a Istanbul, dove venne martirizzato. E il collegamento finale è che Shaykh Zaynu’d-Din annotò “al-Lum’a ad-Dimishqiyyah” del Shahid e lo intitolò come “Sharh Lum’ati’d-Dimishqiyyah”. Le annotazioni del Secondo Shahid hanno trasformato il breve trattato originale del Primo Shahid in un dettagliato testo sulla giurisprudenza sciita. E’ anche grazie a questo grande sapiente che ai giorni nostri “Sharh Lumati’d-Dimishqiyyah” è il solo testo completo sulla giurisprudenza insegnato nei seminari religiosi sciiti.
Un altro importante libro del Secondo Shahid è “Masaliku ‘l-Afham”, un dettagliato commentario al “Sharayau’l-Islam” di Muhaqqiq Hilli. Si tratta di un altro importante riferimento per i successivi mujtahidin.
Shaykh Muhammad bin Husayn al-Baha’i (953-1030 dell’Egira) quando Shah Isma’il Safawi, a cavallo del XVI° secolo, dichiarò lo Sciismo religione ufficiale dell’Iran, ebbe difficoltà ad assicurarne il rispetto a causa della scarsità di ‘ulamà Sciiti iraniani. Egli si volse, fra tutti i luoghi, al Libano. Questo fatto storico è un ”apri occhi” per coloro che equiparano lo Sciismo con il nazionalismo iraniano! Durante il tempo di Shah Isma’il Safawi molti sapienti sciiti migrarono dal sud del Libano in Iran. Oltre all’attrattiva di vivere in una società governata da sciiti, vi era un altro fattore che portò molti ‘ulamà a migrare dal Jabal ‘Amil in Iran: l’oppressione crescente sugli sciiti dei governanti ottomani. Il martirio del Secondo Shahid a Istanbul segnò il declino del Jabal ‘Amil come centro di studi sciita. Con la migrazione dei suoi ‘ulamà in Iran, il centro si trasferì a Isfahan, capitale durante il periodo safavide.
Tra coloro che emigrarono in Iran vi fu Shaykh Husayn al-‘Amili, uno studente del Secondo Shahid(15). Il giovane figlio di Husayn, Baha-d-Din al-‘Amili (1546-1622) divenne un sapiente sciita molto celebre. E’ conosciuto come Shaykh Baha’i. Egli studiò a Isfahan e Qawzin; viaggiò poi per diciotto mesi in Hijaz, Gerusalemme, Cairo, Damasco e Istanbul. Come il Primo Martire, durante i suoi viaggi, era solito presentarsi come un sunnita shafi’ita.
Egli divenne Shaykh ‘l-Islam durante il regno di Shah ‘Abbas il Grande nel 996 dell’Egira e morì nel 1030 dell’Egira. Il suo corpo venne trasferito, su insistenza di Shah ‘Abbas, per essere sepolto a Mashhad all’interno del mausoleo dell’Imam ‘Ali al-Rida.
Shaykh Baha’i era un sapiente di grande fama autore di molti libri su soggetti diversi. Egli è, probabilmente, il primo ‘alim ad aver scritto un testo sulle norme della Shari’ah in farsi in uno stile facilmente comprensibile dalle masse iraniane. Esso è conosciuto come “Jami’ ‘Abbasi”. Un altro suo libro, “Al-Fawa’idu-s-Samadiyyah”, sulla grammatica araba, continua ad essere un importante testo insegnato a livello elementare nei centri teologici sciiti.
Shaykh Hasan bin Hurr al-‘Amili (m. 1104 dell’Egira) autore di più di 27 libri è conosciuto soprattutto per il suo “Wasa’ilu ‘sh-Shi’ah”, una raccolta di 20 volumi di ahadith fiqhi raccolti in ordine di argomento. Questo libro è il risultato di venti anni di duro lavoro nel quale l’autore ha compilato 35.850 ahadith a cui fanno maggiore riferimento i mujtahidin del nostro tempo. Egli è anche l’autore di “Amalu’l-Amil fi ‘Ulama’ Jabali’l-‘Amil”, una biografia degli ‘ulamà di Jabal ‘Amil.
Durante questo secolo, il più famoso ‘alim prodotto da Jabal ‘Amil è Seyyed Abdul Husayn Sharafud ‘d-Din al-Musawi (1873-1957 d.C.) molto attivo in Libano sia nel campo sociale che in quello accademico; egli iniziò non pochi progetti filantropici per gli sciiti del Sud del Libano. Durante la Prima Guerra Mondiale Seyyed Sharafu ‘d-Din resistette con successo al tentativo del governo ottomano di emarginare gli ‘ulamà sciiti, mentre esentava le loro controparti sunnite e cristiane poiché si trattava dei soli clerici riconosciuti nell’impero.
Quando la Francia assunse il controllo della Siria, i cristiani pressarono i loro correligionari colonialisti per separare il Libano dalla Siria. I musulmani erano al contrario per l’unità della Siria. Seyyed Sharafu’d-Din si trovava in prima linea nel movimento che difendeva la causa dell’unità siriana. La sua attività portò al saccheggio della sua casa a Tiro da parte dei soldati francesi e alla demolizione di un’altra residenza nel suo villaggio nativo, Shhur. La grande tragedia fu la distruzione del materiale in possesso di Sharafu’d-Din e della sua particolarmente ricca libreria, che conteneva anche 19 manoscritti di suoi lavori inediti. Successivamente il Seyyed venne obbligato all’esilio a Damasco, ma dovette lasciare la città il 26 Luglio 1920, dopo la sconfitta del governo arabo. Da qui egli viaggiò ad Haifa (Palestina), poi a Il Cairo, che egli aveva visitato otto anni prima, e divenne ben conosciuto tra gli ‘ulamà della città, in particolare da Shaykh Salim al-Bishri, il rettore dell’Università al-Azhar dal 1900 al 1904 e poi dal 1909 alla sua morte nel 1916. Egli ritornò poi a ‘Alma al-Buhayra, un villaggio sulla frontiera libanese-palestinese e lì visse per quattordici mesi prima che il Generale Henri Gouraud lo invitasse a tornare in Libano dove tornò a Tiro il 20 Giugno 1921.
La sua fama nel mondo sciita, comunque, è legata soprattutto alle sue pubblicazioni, specialmente “al-Muraja’at” e “an-Nass wa’l-Ijtihad” . “Al-Muraja’at” è una raccolta della corrispondenza intercorsa tra lo scrittore e il summenzionato Shaykh Salim al-Bishri dell’Egitto. Entrambi affrontarono le differenze Sciiti-Sunniti in una modalità accademica e amichevole senza il coinvolgimento delle loro emozioni. Si tratta di un capolavoro dell’apertura mentale e della discussione obiettiva su questioni molto delicate che dividono il mondo islamico.
“Al-Muraja’at” è stato tradotto in persiano, urdu, francese, inglese e spagnolo. La traduzione inglese, “The Right Path”, venne realizzata da Muhammad Amir Haider Khan e pubblicata in Pakistan. E’ stata ristampata diverse volte in Iran e USA.
Il Libano, come parte della Siria, venne occupato dai Francesi nel 1920, e nel 1926 venne dichiarato Repubblica costituzionale separata sotto il controllo mandatario francese. Nel Giugno del 1941 il Libano venne formalmente dichiarato paese indipendente.
Odiernamente la presenza sciita in Libano è legato alla figura di Hezbollah o Ḥizb Allāh (Partito di Dio) nato nel 1982 come milizia durante il conflitto del Libano meridionale (1982-2000) e divenuto successivamente anche partito politico sciita. Segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto ad Abbas Al-Musawi nel 1922 a seguito della morte di quest'ultimo nel 1992. Il potere di tale struttura paramilitare è cresciuto a tal punto nel corso degli anni da essere considerata più potente dell'esercito regolare libanese.