ABHAYA MUDRA. IL MUDRA DEL CORAGGIO
Hanuman, il nostro caro dio scimmia, è il simbolo di chi viene guidato dal cuore e dalla speranza, ma soprattutto dal coraggio (dal latino “coraticum” o “cor habeo”, letteralmente avere cuore).
Grazie al proprio cuore ed al proprio coraggio e determinazione Hanuman riesce ad andare oltre ed a superare ogni ostacolo vincendo la paura.
Nella vita ci vuole coraggio, il coraggio di fidarsi, affidarsi e confidare nelle proprie capacità e in quelle degli altri aprendosi così nuove strade ed opportunità. La paura invece rappresenta un enorme ostacolo a qualsiasi tipo di progresso compreso quello spirituale.
Abhaya mudra è un gesto assai usato nell’iconografia indiana.
Nelle raffigurazioni di Hanuman spesso si vede il nostro eroe eseguire l’Abhaya (letteralmente “senza paura”) mudra, un gesto che invita a non avere paura e ad allontanare e dissipare ogni timore.
Anche Shiva nella sua raffigurazione di signore della danza ha diverse braccia di cui quella superiore sinistra regge il fuoco della distruzione, mentre la destra tiene il damaru (una sorta di tamburello) che simboleggia la creazione. La mano inferiore destra è rivolta verso i fedeli in Abhaya mudra invitando gli stesssi a non temere questo continuo gioco di creazione e dissoluzione.
E non dimentichiamo il caro Ganesha, il dio con il capo di elefante: le sue quattro braccia simboleggiano l’attività del Dio nei confronti degli esseri umani: in una mano stringe un laccio, pasha, e in un’altra un gancio, ankusha, a significare che Ganesha con l’uno avvicina i suoi devoti a sé, accogliendoli nella sua Grazia, mentre con l’altro allontana da loro ogni pericolo o avversità. La terza mano, protesa in avanti, compie il varada mudra, che mostra l’atto del dono mentre la quarta assume l’abhaya mudra attraverso cui il dio lenisce la paura assicurando agli uomini che Dio è al di sopra di ogni timore, poiché egli ha trasceso i limiti del tempo e della morte.
Anche tra le divinità femminili troviamo chi viene raffigurata con tale gesto. Ricordiamo Lakshmi una Divinità femminile tra le più benevole, associata alla luce, alla prosperità (sia materiale sia spirituale) e alla purezza. Pur essendo la consorte del Dio Vishnu, gode di un culto autonomo, per altro piuttosto diffuso ed esteso. E’ rappresentata come una giovane ragazza dall’aspetto molto gradevole in piedi o seduta su un fiore di loto dai petali dispiegati. Da una delle sue quattro mani - quella destra inferiore posta nel gesto di donare (varada mudra)- scende una cascata di monete d’oro, a significare l’aspetto di ricchezza e prosperità associato a tale Divinità, mentre la mano inferiore sinistra è nel gesto di protezione, l’abhaya mudra, appunto.
Nella cultura buddhista una leggenda racconta che il principe Gautama compì e insegnò 64 gesti solenni atti a condurre il meditante all’ illuminazione e che tra i gesti legati alla sua esperienza di illuminato si annovera anche l’Abhaya mudra.
Nella sua realizzazione questo mudra è assai semplice: si espone in avanti il palmo della mano destra con le dita unite tra di loro. Questo gesto promette protezione, rassicurazione e benevolenza e come si diceva prima un invito a non temere. Il mostrare la propria mano vuota, che non stringe armi o corpi contundenti richiama uno dei più alti valori yogici: la non-violenza, ahimsa. La mano sinistra rimane su grembo o si porta al cuore.
Abhaya Mudra è il sigillo (mudra) che sconfigge l'oscurità, la paura e l'ignoranza. Generalmente durante la sua pratica si associa la visualizzazione di un fascio di luce o di energia che dal centro del palmo della mano colpisce ed illumina la persona, la cosa, la situazione che viene temuta.
Si può mantenere qualche minuto o ripetere più volte.
Tale gesto è comune a molte culture e rappresenta come detto protezione, benevolenze, pace e vittoria sulla paura. E’ il gesto più semplice di benedizione e rassicurazione. Calma la mente e favorisce la graduale scomparsa di conflitti interiori, attaccamenti morbosi, pensieri ed emozioni negativi.
Nello svolgere tale gesto possiamo ripeterci frasi come: “Io non ho paura di nulla, l’amore cosmico mi protegge sempre”.