UNA RISPOSTA DELLO YOGA ALLA CERVICALGIA
Lavorare ore ed ore davanti al computer, stare chini sul proprio smartphone, leggere documenti per gran parte del tempo, sono tutte azioni che possono causare l’insorgenza di problemi connessi alle vertebre cervicali.
Il collo e la parte alta della schiena sono zone molto delicate e, se non si fanno costantemente esercizi posturali mirati a rafforzare i muscoli che sorreggono la testa, le probabilità di svegliarsi con la cervicalgia sono molto alte.
La metamedicina (che assegna ad ogni disturbo fisico un messaggio), ci dice in merito che la schiena e la colonna vertebrale rappresentano il sostegno e il nostro modo di affrontare l’esistenza. Le vertebre cervicali collegano la testa al tronco e contengono vasi sanguigni molto importanti. Esse rappresentano la nostra capacità di fare delle scelte, analizzando i diversi aspetti di una situazione. Processi infiammatori in questa zona riguardano appunto problemi e blocchi psicologici su tali aspetti.
Sempre secondo la metamedicina dolori acuti alle cervicali superiori possono essere legati ad una mancanza di autostima intellettuale e alla paura di fare scelte sbagliate. Si invita, quindi, a riflettete bene su cosa sia successo nei giorni precedenti l’acuirsi dell’infiammazione, analizzare il problema e cercare di risolvere il conflitto interiore. Il suggerimento è di amarsi ed accettare i propri limiti.
Invece, dolori alle cervicali inferiori e dolori acuti quando si piega la testa riguardano una situazione di vergogna o di sconfitta che abbiamo vissuto. Il suggerimento in questo caso è di rimuovere le emozioni negative e di avere una buona dose di autostima.
Infine dolori cervicali quando si piega la testa (comunemente noto come torcicollo) si manifestano quando c’è una situazione che non vogliamo affrontare. Il suggerimento è allora quello di analizzare tale conflitto, accettarlo e provare a risolverlo.
Indipendentemente dal fatto che crediamo o meno in tale “versione”, vediamo alcune asana che lo Yoga ci suggerisce per lavorare sul questa parte del corpo.
Pochi minuti al giorno possono dare un grande aiuto (ovviamente non ci si devono attendere miracoli, ma tentar non nuoce!!).
Vediamo quindi le nostre care asana:
Bhujangasana. La posizione del cobra è un piegamento all’indietro, capace di allargare la gabbia toracica e le spalle. Non bisogna contrarre eccessivamente il collo, né tantomeno superare i propri limiti. Basta tenerla per qualche secondo respirando profondamente.
Utthita Trikonasana. E’ la posizione del triangolo esteso ed aiuta a riequilibrare i muscoli che si infiammano spesso e che permettono alla testa di girarsi lateralmente. Per metterla in pratica, basta girare la testa e guardare un punto fisso davanti a sé (soprattutto in caso di dolore) o in alto per almeno 30-60 secondi. Ripetere da entrambi i lati.
Balasana. La cosiddetta posizione del bambino permette di rilassare i muscoli del collo e della parte alta della schiena. Le braccia devono essere lasciate lungo il corpo con i palmi rivolti verso l’alto oppure messe sopra la testa con i palmi rivolti verso terra. Per avere benefici, è necessario rilassarsi, chiudere gli occhi e mantenere la posizione il più possibile.
Gomukhasana (la testa di mucca). Per riequilibrare gli equilibri nella parte alta della schiena, aprire il petto e scaricare lo stress accumulato nel collo. Bisogna eseguirla da entrambi i lati e tenerla per 30-60 secondi.
Marjariasana. La posizione del gatto consiste nell’inarcare la schiena, sollevando il busto e il mento verso l’alto. E’ importante tenere il petto bene aperto ed espirare quando viene raddrizzata la schiena. E’ l’ideale per alleviare i dolori cervicali con un massaggio “naturale”.