DALLO YOGA UN AIUTO PER AFFRONTARE L'INVERNO
Fa freddo, è inverno.. attendendo che la stagione finisca, il nostro amato Yoga ci fornisce alcune asana (posizioni) che possono aiutarci a superare la rigidità dell’inverno.
L’inverno è la stagione in cui lo Yin (l’oscurità e la stasi) domina sullo Yang (la luce e il movimento).
Nell’inverno troviamo l’elemento acqua. Gli organi di elezione sono reni e vescica, le emozioni prevalenti sono la paura ma possiamo più facilmente appellarci alla forza di volontà. Il gusto è salato, il colore è il nero, la direzione cardinale è il Nord.
Più in generale le caratteristiche dell’inverno sono il riposo, il freddo, l’umido, la lentezza, il genere femminile, la quiete.
Come comportarsi quindi per essere in armonia con questi elementi secondo lo Yoga?
La paura è affrontata eseguendo simhasana, la posizione del leone, che sblocca i pensieri ansiogeni: seduti a terra a gambe incrociate espirare con forza e a bocca aperta. La lingua è allungata verso il basso e gli occhi sbarrati fissano il punto tra le sopracciglia.
Per la forza di volontà usiamo i sankalpa, le ripetizioni interiori che piantano i semi delle intenzioni nella mente subconscia. Scegliere un’affermazione positiva e poi ripeterla silenziosamente e con convinzione mantenendo le mani all’altezza del cuore nel mudra di Ganesh, (la mano sinistra è sotto, la destra sopra, si agganciano le prime falangi e si tira in direzione opposta col risultato di rimanere fermi). Il caro Dio Ganesh, divinità con la testa di elefante, ha la capacità di rimuovere gli ostacoli tra noi e lo scopo, come abitualmente e senza sforzo apparente un elefante rimuove ciò che gli blocca la strada.
Per la Medicina tradizionale cinese la funzione di batteria energetica è svolta da reni e surrenali, che forniscono l’energia utilizzata per la “manutenzione ordinaria” e per le emergenze” come stress, malattia, vecchiaia.
I reni, in particolar modo, seguono il movimento della respirazione per cui è importante, durante la pratica, direzionare il respiro attorno alla loro zona, nella parte posteriore dell’addome e sopra alla zona lombare. Uno squilibrio nei meridiani dei reni e della vescica urinaria diminuisce l’energia vitale e porta uno squilibrio ormonale oltre a varie problematiche legate alle articolazioni e alle ossa.
Vediamo ora su quali “posizioni” incentrare la nostra pratica per sopravvivere fino all’avvento dell’attesa primavera.
La posizione di Ustrasana, il cammello, attiva l’area dei reni e la sua controparte addominale, in più, eseguita dopo le flessioni in avanti, ne bilancia gli effetti favorendo l’apertura di cuore.
Dalla posizione in ginocchio con le mani appoggiate sulla parte bassa della schiena portare con l’inspiro lo sterno verso l’alto, dirigendo lo sguardo al cielo, mantenere almeno 10 respiri, concludere accovacciandosi in balasana, la posizione del bambino, seduti sui talloni con il busto appoggiato sulle cosce e la fronte a terra.
Se soffri di problemi alla schiena come ernia al disco, protusioni discali, cifosi, lombaggine, esegui la posizione solo accennandola, cioè piegandoti leggermente all’indietro mantenendo la mani appoggiate sulla zona lombare della schiena.
Se soffri di problemi cervicali, evita di lasciar cadere il collo indietro.
I piegamenti in avanti come pashimottanasana (pinza) e janu sirsana (posizione della testa al ginocchio), attraverso l’allungamento della catena muscolare posteriore, liberano e distendono il meridiano della vescica che regola la presenza dei liquidi nel corpo.
Per la pinza: seduti a terra allungare le gambe unite davanti a sé, mantenere il busto a 90° e con l’espiro flettersi in avanti e in basso, mantenendo il petto aperto. Per la posizione della testa al ginocchio si esegue la flessione in avanti con una gamba distesa e l’altra piegata con la pianta del piede appoggiata sulla coscia opposta. Nel piegarsi il movimento viene guidato dal bacino per evitare stiramenti lombari, più facili in questo periodo dell’anno.
La posizione della candela (sarvangasana) è molto utile per stimolare il sistema linfatico, poiché in questo sistema, a differenza di quello cardiaco, dove il sangue viene pompato dal cuore, la linfa viene spinta dall’azione dei muscoli. Invertire la posizione del corpo facilita il percorso dei liquidi che dalle gambe ritornano verso il torace e i linfonodi, dove vengono depurati, contribuendo al processo di eliminazione delle tossine.
Dalla posizione sdraiata sulla schiena, si porta il mento leggermente verso la gola per distendere le vertebre cervicali. Le braccia sono rilassate lungo il corpo. Si sollevano le gambe a 90°, spostandole poi all’indietro, si solleva il bacino utilizzando le braccia come appoggio e lasciando che le mani siano comodamente appoggiate sulla zona lombare della schiena. Per uscire dalla posizione, si riappoggiano le mani a terra e srotolando una vertebra alla volta (mantenendo forti gli addominali), si riappoggia la schiena a terra e giù le gambe.
Questo asana non è indicato in casi di ipertiroidismo, alta pressione, cardiopatie, infezione agli occhi o alla gola, sinusiti, otiti, ascessi o sclerosi dei vasi cerebrali. Durante il ciclo mestruale, meglio evitarlo sostituendo l’asana con la posizione del pilastro (gambe sollevate a 90°).
Concludere la sessione, come sempre, con shavasana (la posizione del cadavere) portando l’attenzione al respiro ed agli effetti della pratica sul nostro corpo e soprattutto sulla zona dei reni.
Se al mattino si avverte un senso di congestione si possono provare alcuni dei seguenti suggerimenti:
La prima prevede 1 cucchiaino di succo di limone, 1 cucchiaino di succo di zenzero e 1 cucchiaio di miele da mescolare bene in una tazza di acqua tiepida.
La seconda prevede di far bollire 20 foglie di basilico, 5 grammi di zenzero e 7 grani di pepe in 2 bicchieri di acqua, fino a ridurla ad un bicchiere. Aggiungi un dolcificante, se necessario.