PADRE SILVANO DEL MONTE ATHOS. IL MONACO CHE PREGA PER IL MONDO
Quando sulla terra non ci saranno più uomini che pregano per il mondo, allora il mondo avrà fine e giungeranno le grandi tribolazioni. E già se ne vedono ora.
Il monaco prega per il mondo intero, geme per tutto il mondo; e in questo consiste la sua opera principale. Grazie ai monaci, la preghiera non viene mai meno sulla terra. E da ciò tutto il mondo trae giovamento, perché il mondo si regge per mezzo della preghiera; se la preghiera cessasse, il mondo perirebbe.
Il Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ispira il monaco e lo induce a versare lacrime per tutto il mondo; il cuore del monaco è sempre addolorato per gli uomini, perché non tutti sono sulla via della salvezza. Lo stesso Signore era tanto addolorato per il suo popolo che consegnò se stesso alla morte sulla Croce.
Anche la Madre di Dio, nel suo cuore, soffrì lo stesso dolore, per gli uomini; ed anche lei, come il suo Figlio diletto, desiderava ardentemente la salvezza di tutti. Il Signore dette lo stesso Spirito Santo agli Apostoli e ai nostri santi Padri e ai pastori della Chiesa. In questo consiste la «diaconia» (servizio) nel mondo. E’ per ciò che né i pastori della chiesa né i monaci devono occuparsi di affari mondani, ma imitare la Madre di Dio, la quale al tempio, presso il « Santo dei santi », meditava giorno e notte la legge del Signore e restava in preghiera per il popolo.
Non è compito del monaco servire il mondo con la fatica delle sue mani. Questo è l'impegno di coloro che sono nel mondo. Quelli che sono nel mondo pregano poco, il monaco invece prega incessantemente.
Ma se il monaco è negligente e non giunge alla contemplazione incessante di Dio, allora si occupi dei pellegrini ed assista gli uomini del mondo con le sue fatiche. Anche questo è gradito al Signore, ma sappia che ciò è lontano dall'autentico monachesimo.
Il monaco deve lottare contro le passioni e, con l'aiuto di Dio, deve vincerle.
Talvolta il monaco si trova in uno stato di beatitudine e vive come in Paradiso, vicino a Dio; talvolta, invece, geme per tutto il mondo, perché desidera che tutti siano salvati.
In tal modo lo Spirito santo istruisce il monaco all'amore di Dio e del mondo.
Il mondo si regge per le preghiere dei Santi. E il monaco è stato chiamato a pregare con tutto il suo essere per il mondo. In questo sta il suo servizio; e perciò non deve aggravarsi di preoccupazioni terrene che lo distolgono dalla preghiera. Il monaco deve vivere in continua sobrietà. Ma se egli è occupato da interessi mondani, allora è costretto a mangiare di più e da questo nasce un danno universale, perché chi mangia di più non può più pregare come dovrebbe. La grazia ama vivere in un corpo disseccato dall'ascesi.
I monaci conducono una dura lotta contro le passioni e per questa loro lotta saranno graditi a Dio.
Il Signore è tanto vicino a noi, più dell'aria che respiriamo. L'aria entra nel corpo ed arriva fino al cuore, ma il Signore vive dentro il cuore dell'uomo. «Abiterò in essi e con loro camminerò... e sarò per voi come un padre, e voi sarete come figli o figlie per me, dice il Signore » (2Cor 6, 16-18). Il Signore è contrario ai superbi e vive solo nel cuore umile, Egli gode quando ricordiamo la sua misericordia e diventiamo simili a lui mediante l'umiltà.
Il monaco si è umiliato davanti a Dio e ha mortificato la propria volontà, il suo cuore brucia d'amore per il Signore, e sua anima, nell'umiltà di spirito e nell'amore, è fissata sul Dio unico. Ma l'anima del monaco, il quale ha inclinazione al denaro e al possesso, o in generale a qualcosa di terreno, non può amare Dio come dovrebbe, perché la sua mente è divisa fra Dio e le cose terrene, mentre il Signore ha detto che non possiamo servire a due padroni.
Infatti, la mente degli uomini mondani indugia sulle cose terrene, e perciò essi non possono amare Dio come lo amano i monaci.
Anche se il monaco è occupato nelle cose terrestri (nella misura necessaria alla sussistenza del corpo), tuttavia il suo spirito brucia d'amore per Dio. Anche se lavora con le mani, nonostante ciò, con la mente egli rimane in Dio. Come i santi Apostoli che, sebbene annunciassero la parola di Dio, rimanevano con l'anima completamente in Dio, perché lo Spirito di Dio viveva in loro, così anche il monaco, se pure con il corpo è seduto dentro la sua piccola e povera cella, con lo spirito però contempla la maestà di Dio. In tutto mantiene pura la sua coscienza, badando a non affliggere nessuno per nessun motivo, a non rattristare lo Spirito Santo che è in lui con qualche cattivo pensiero; il monaco umilia la sua anima e con l'umiltà scaccia i nemici lontano da sé e da quegli uomini che gli chiedono le sue preghiere.
Ci sono dei monaci che conoscono Dio e anche la Madre di Dio e i santi Angeli e il paradiso; e insieme a questi essi conoscono anche i demoni e le pene dell'inferno, e le conoscono perché le hanno provate.
Nello Spirito santo l'anima conosce Dio. Lo Spirito Santo fa conoscere già qui, sulla terra, per quanto è possibile, la gioia del paradiso, poiché l'uomo non potrebbe sostenerla, data la sua potenza, senza la grazia divina e ne morrebbe.
Con una prova che dura molti anni, il monaco conduce una guerra contro i superbi avversari, e lo Spirito santo gli insegna e lo istruisce, e gli dà la forza di vincere. Il monaco saggio con l'umiltà abbatte ogni orgoglio ed ogni superbia. Egli dice: «Io sono indegno di Dio e del Paradiso. Io sono degno dei tormenti dell'inferno e di bruciare eternamente nel fuoco. Sono davvero il peggiore di tutti e non merito compassione». Lo Spirito santo ci insegna a pensare questo di noi stessi, e il Signore gioisce per noi quando ci umiliamo e condanniamo noi stessi e allora dona all'anima la grazia.
Chi ha umiliato se stesso ha vinto gli avversari. Nessun nemico si avvicina a chi nel suo cuore si vede degno del fuoco eterno e nell'anima nessun pensiero passionale trova spazio, ma tutta la mente e tutto il cuore rimangono saldamente in Dio. Chi ha conosciuto lo Spirito Santo e ha imparato l'umiltà è diventato simile al suo maestro Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Tutti noi, seguaci di Cristo, popolo eletto, e soprattutto i monaci, conduciamo una lotta contro il nemico. Ci troviamo in guerra, e la nostra battaglia avviene ogni giorno ed a ogni ora; e colui che ama rinunciare alla propria volontà sarà inattaccabile dal nemico. Ma per vincere completamente il Nemico bisogna che tu impari l'umiltà di Cristo. Però non disperiamoci, perché il Signore è infinitamente misericordioso e ci ama.