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Sibilla Mannarelli

ROERICH: AGNI YOGA E IL MITO DI  SHAMBHALA


Nikolaj Konstantinovič Roerich (San Pietroburgo, 10 ottobre 1874 – Kullu, 13 dicembre 1947), fu un genio poliedrico si occupò con successo in diverse discipline: fu pittore, antropologo, diplomatico e archeologo, poeta, conferenziere, artista, scenografo e costumista.

Trascorse la sua infanzia e giovinezza a San Pietroburgo, ad eccezione dei periodi di vacanza invernali ed estivi passati nella tenuta di famiglia di Izvara, a 55 miglia a sud-ovest di Pietroburgo. Izvara fu il luogo in cui Roerich per la prima volta entrò in contatto con la natura e il paesaggio russi ed in cui svolse le prime ricerche archeologiche, nonché su piante e minerali.

Fin da giovanissimo manifestò moltissimi interessi nei campi più svariati del sapere. Fino all’età di nove anni fu educato in casa da precettori privati ed in seguito accedette al prestigioso ginnasio di Pietroburgo “Karl von Maj” dove approfondì i suoi interessi per geografia, musica, storia ed archeologia.

3 furono gli importanti incontri per la sua formazione: l’archeologo Ivanovskij, che lo incoraggiò ad intraprendere le prime ricerche nel sito archeologico di Izvara, il pittore Mikešin che vista la sua attività di disegnatore e pittore sostenne l’importanza della sua iscrizione all’Accademia Imperiale delle Belle Arti (iscrizione malvista dal padre di Roerich, avvocato e che voleva per il figlio studi di carattere giuridico. Si giunse poi ad un compromesso in quanto frequentò contemporaneamente l’Accademia delle Belle Arti e la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Imperiale), il professore di pittura paesaggistica Archip Kuindži che lasciò in Roerich una profonda impronta nella sua formazione come artista e come persona e da cui assorbì il senso di unità di terra e mare, sole e cielo e Viktor Vasnecov, a cui Roerich si accostò per l’interesse comune verso la cultura russa antica e da cui Roerich riprese i temi e la meticolosa attenzione ai dettagli.

Nel 1898 ottenne una cattedra nell’Istituto Imperiale Archeologico, tre anni dopo si sposò con Elena Ivanovna Shaposnikov, nipote del celebre musicista Mussorgskij, che gli diede due figli. Helena era un’eminente e affabile donna di lettere, profondamente spirituale, intellettualmente brillante, pianista completa e scrittrice generosa sulla tradizione cristiana, delle religioni orientali e della filosofia esoterica.

Ai primi del Novecento, Roerich era già una figura di spicco nel mondo culturale della capitale russa, interessandosi a svariate discipline, tra le quali l'archeologia, la pittura, la scenografia. Fra le altre cose, disegnò le scene e i costumi per l'impresario teatrale Serghej Dagilev e per il balletto di Igor Stravinsky "La sagra della Primavera".

Tuttavia le nubi della rivoluzione russa cominciavano a delinearsi all'orizzonte e Nicholas prevedendo i notevoli cambiamenti del suo paese, decise di lasciare la Russia, trasferendo la sua famiglia in Finlandia e poi, nel 1920 a Londra dove lui e la moglie fondarono la loro scuola di pensiero occulto, Agni Yoga, secondo cui gli insegnamenti spirituali erano dati ai Roerich e ai loro associati dal Maestro Morya, il guru di Helena Blavatsky, fondatrice della società teosofica. Questo yoga insegna l’unione col proprio Sé, con la natura e il cosmo, attraverso il contatto, la creazione e la manifestazione della Bellezza. Insegna ad andare al di là del piano mentale, per raggiungere quello dell’onnisciente e onnipresente spirito della natura e del cosmo. Chi impara a vivere in modo bello porta felicità intorno a sé, il mondo ha bisogno di felicità. Lo yoga della Bellezza non opera dall’esterno, ma dall’interno, come un atto di pura fiducia, amore e volontà, non sono il corpo o la mente che operano, ma la nostra anima, che ci fa cogliere la misteriosa bellezza che sfiora tutte le cose, le parole dei poeti, l’armonia ai musicisti, i gesti ed i colori ai pittori, gli scultori, i danzatori. Nella Bellezza vi sono i valori spirituali che possono innalzare l’uomo sopra l’illusione e l’apparenza dell’esistenza della vita. Il cuore dello Yoga della Bellezza sta nel sapere che esiste ovunque una realtà spirituale che può essere percepita da tutti.

Successivamente andò negli USA decidendo di accettare l’invito del direttore dell’Istituto d’Arte di Chicago.

A quell'epoca avevo già eseguito più di 2500 dipinti ed era un artista di fama internazionale. Le sue opere raffigurano scene naturali, temi ispirati dalla storia e dalla religione, molti sono nello stile degli antichi dipinti della chiesa russa. Nei suoi quadri troviamo una sapiente sintesi tra arte occidentale ed orientale, e i suoi capolavori sono tutti pervasi da una grande spiritualità.

Rimasero negli Stati Uniti fino al maggio 1923. Nel dicembre del 1920 fece la prima apparizione a New York una mostra itinerante delle numerosissime opere pittoriche di Roerich che girò la nazione fino a San Francisco e durò fino al 1922.

Negli Stati Uniti i Roerich fondarono diverse istituzioni come Cor Ardens e Corona Mundi, con l’intento di unire artisti di tutto il mondo nell’attivismo civico, il Master Institute of United Arts e una nuova sede dell’Agni Yoga.

Nel 1923 alcuni suoi ammiratori fondarono il Roerich Museum, che si arricchì di un gran numero di opere dell’artista; La spedizione di Nicolas Roerich in Asia Centrale del 1924, fu organizzata dal Roerich Museum di New York e dal Centro Internazionale di Arti “Corona Mundi” (Corona della Pace).

Egli partì, insieme alla moglie e uno dei figli, per un lungo viaggio nelle regioni più interne e meno conosciute dell’Asia Centrale, visitando l’India, il Sikkim, il Tibet, la Cina e la Mongolia.

La spedizione in Asia Centrale cominciò nel 1924 in Sikkim, un piccolo regno che si trovava vicino all’India Britannica, per poi trasferirsi nel principato indiano del Kashmir. Dal Kashmir i Roerich si recarono in Ladak, dal Ladak, attraverso il Karakorum si misero in cammino verso il Sinzian cinese. Lì passarono il confine con l’Asia Orientale Sovietica e la spedizione giunse a Mosca. Da Mosca partirono per la Siberia, l’Altai e attraverso la Buriatia entrarono in Mongolia e poi in Tibet. Dal Tibet, attraverso l’inesplorato Himalaya raggiunsero nuovamente il Sikkim. Da lì arrivarono a Darjeeling.

Nel corso di quel viaggio si imbatté anche in alcune testimonianze relative alla presenza di Gesù Cristo nella regione dell’Himalaya e, addirittura, nel suo presunto sepolcro nella città di Srinagar, nel Kashmir, tuttora venerato come quello di un grande santo venuto a predicare dal lontano Occidente.

Uno dei principali obiettivi del viaggio era la ricerca degli accessi al Regno sotterraneo di Shambhala (in sanscrito, “regno di pace, di tranquillità, di felicità”) o di Agarthi (in tibetano, “l’inafferrabile, l’inaccessibile”). Egli raccolse numerosi indizi della sua esistenza, ma nessuna prova decisiva e, soprattutto, non riuscì a penetrarvi.

Una delle molte esperienze che ebbe avvenne nell'estate del 1926. Roerich aveva allestito il campo con il figlio, il dottor George Roerich, e con diverse guide mongole nella valle del Shara-gol vicino alle montagne Humboldt, tra la Mongolia e il Tibet ed aveva costruito una stupa bianca (santuario), dedicato a Shambhala e consacrato con una cerimonia alla presenza di un certo numero di invitati lama. Due giorni dopo la cerimonia aveva visto un grande uccello nero attraverso il cielo sopra di loro. Questo, tuttavia, non era quello che li aveva maggiormente sorpresi in quanto dietro l'uccello nero, alto nel cielo senza nuvole, era chiaramente visibile un oggetto sferico d'oro in movimento dai monti Altai a nord ad una velocità incredibile. Dopo aver virato bruscamente verso sud-ovest, la sfera dorata scomparve rapidamente al di là delle montagne di Humboldt. Uno dei lama disse che era il favoloso Globo d'Oro, segno di Shambhala, e che significava che i signori di quel Regno erano in missione di esplorazione. Più tardi, a Roerich venne chiesto da un altro lama, se sentiva un profumo nell'aria. Quando Roerich confermo' di averlo sentito, il lama gli disse che egli era protetto dal re di Shambhala, Rigden Jye-Po, mentre l'avvoltoio nero era il suo nemico, protetto da una "forma radiante di materia." Il lama riferi' a Roerich che chi avrebbe visto la sfera luminosa, avrebbe dovuto seguire la direzione in cui era volata, perché in quella direzione si trovava Shambhala. Molti scrittori sostennero anche che Roerich era in missione per restituire alla Torre del Re, nel centro di Shambhala un frammento della Pietra Chintamani (portata sulla terra da un’entità extraterrestre). Il corpo principale della pietra venne sempre tenuto nella Torre di Shambhala, anche se a volte i pezzi piccoli furono trasferiti in altre parti del mondo, durante il periodo di grandi cambiamenti. Si dice che il frammento di Chintamani, che Roerich stava per riportare alla Torre era stato in possesso della Società delle Nazioni, di cui Roerich era un membro molto rispettato.

La grandiosità fisica dell’Himalaya e il fascino dei misteri spirituali collegati ad esso gli ispirano la serie di dipinti “Il Suo Paese”. Roerich si dedica anche alla realizzazione della serie dal titolo “Vessilli d’Oriente”, diciannove dipinti, ognuno dei quali è dedicato ad un grande maestro spirituale dell’umanità, includendo santi, saggi e maestri d’Oriente e d’Occidente, da Gesù Cristo a Mosè, da Buddha a Lao-Tse. Tale serie testimonia il profondo credo dell’artista nell’unità fondamentale dell’insegnamento spirituale

Nicholas Roerich, scrive nel 1930, nel resoconto dei suoi viaggi in Oriente pubblicati nel volume “Shamballah”: “...forse la luce che si irradia dalla torre di Ridgen-Jyepo, il Re del Mondo, ha raggiunto tutti i paesi. Come un diamante risplende la luce sulla Torre di Shamballah. Lì egli risiede, Ridgen-Jyepo, infaticabile, sempre vigile per il bene dell'umanità. I suoi occhi non si chiudono mai. E la potenza del suo pensiero penetra anche nelle terre più lontane. Per Lui non esiste distanza; Egli può soccorrere istantaneamente coloro che ne sono degni. La sua luce potentissima può annientare ogni tenebra. Le sue incalcolabili ricchezze sono a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno per servire la causa della giustizia e della rettitudine. Può persino cambiare il karma degli esseri umani…" "In verità vi dico che la gente di Shamballah a volte emerge nel nostro mondo. Incontra i collaboratori terrestri di Shamballah. Per il bene dell'umanità, manda preziosi doni, straordinarie reliquie. Potrei raccontarvi molte storie di quali e quante meravigliosi doni siano stati ricevuti dall'umanità. A volte persino Ridgen-Jyepo in persona appare in un corpo umano. Improvvisamente si rende visibile in luoghi santi, nei monasteri in date predestinate e manifesta le sue profezie".

Scrive in “Shambala, la risplendente” ( 1930): “In ogni città, in ogni accampamenti dell’Asia ho cercato di scoprire quali ricordi la memoria popolare custodiva con più ardore. Attraverso questi racconti conservati e preservati, si può riconoscere la realtà del passato (…). Tra le innumerevoli leggende e fiabe di vari paesi si possono trovare storie che raccontano di tribù perdute e di popoli che vivono all’interno della Terra. Da tutte le parti, e in luoghi diversi e molto lontano gli uni dagli altri, la gente parla di fatti identici. Ma correlandoli fra loro ci si accorge immediatamente che non sono altro che capitoli di un’unica storia. All’inizio sembra impossibile che possa esistere un legame scientifico fra questi mormorii distorti, raccontati alla luce dei fuochi di bivacchi del deserto. Ma in seguito, si comincia a cogliere la bizzarra coincidenza di queste molte leggende, raccontate da popoli che non si conoscono neppure di nome (…).Ovunque trovate storie diverse di viaggi e spostamenti molto significativi; e a mano a mano che avanzate con la vostra carovana, questo vi procura il massimo piacere e una grande cultura (…). Ogni imboccatura di grotta suggerisce che qualcuno vi sia già penetrato. Ogni corso d’acqua, soprattutto quelli sotterranei, volge l’immaginazione verso i passaggi sotterranei. In diversi punti dell’Asia Centrale si parla degli Agharti, il popolo dell’interno della Terra. Molte leggende delineano essenzialmente la stessa storia, che racconta come i migliori abbandonarono la terra traditrice, cercando salvezza in contrade nascoste in cui acquisire nuove forze e conquistare potenti energie. Sui monti Altai, nella bella valle di Uimon, sulle alte terre, un venerabile vecchio credente (Starover) mi disse: «Vi proverrò che la storia dei Chiud, il popolo che vive all’interno della Terra, non è solo frutti dell’immaginazione! Vi condurrò all’ingresso di questo regno sotterraneo”.

Quando la sua spedizione raggiunse Tourfan, narra tuttavia che gli vennero mostrate delle caverne il cui ultimo sbocco si credeva fosse Agharti. E il suo diario diventa appena più preciso: "Nei dirupi che torreggiano Kurlyk, gli ingressi delle caverne si delineano scuri. Queste caverne penetrano a grandi profondità e la loro estensione non è stata ancora accertata. Vi sono anche gallerie segrete, dal Tibet attraverso il Kuen lun, l'Altyntag, il Tourfan [...].

Tornato in America, nel 1928 Roerich fondò un Centro di ricerca per gli studi himalaiani, le cui finalità erano l’approfondimento dell’etnografia e dell’antropologia di quella regione dell’Asia, sulla base del ricco materiale raccolto sul campo.

Nicholas Roerich morì nel dicembre del 1947 e le sue ceneri furono sepolte ai piedi dell’Himalaya.

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