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Sibilla Mannarelli

AVICENNA IL PADRE DELLA MEDICINA


Ibn Sinā, alias Abū ʿAlī al-Ḥusayn ibn ʿAbd Allāh ibn Sīnā o Pur-Sina più noto in occidente come Avicenna (Afshona, 980 – Hamadan, giugno 1037) è stato medico illustre, eminente scienziato, astronomo, filosofo, statista e poeta. E’ considerato da molti come "il padre della medicina moderna" o anche "il più famoso scienziato dell'Islam e uno dei più famosi di tutte le razze, luoghi e tempi" (George Sarton). Fu definito anche “Scheikh Reyes” ossia "Il Principe dei Medici”.

Le fonti più accreditate indicano come luogo di nascita Afshana, vicino a Bukhara nell’attuale Uzbekistan. Altre fonti pongono il suo luogo natio in Balkh (oggi in Afghanistan). Il padre era un esattore delle tasse nella città di Harmaitin, sotto Nuh II Ibn Manṣūr, emiro della famiglia dei Samanidi di Bukhara. Presto la famiglia si trasferì a Bukhara, allora una delle città principali del mondo musulmano e famosa per una sua antica cultura precedente alla conquista arabo-islamica.

Avicenna fu affidato alla cura di un insegnante privato e la sua precocità destò la meraviglia di tutto il vicinato; mostrò un'eccezionale condotta intellettuale, fu un bambino prodigio che imparò a memoria il Corano all'età di 10 anni.

Nella prima parte della sua adolescenza, scoprì nella filosofia il suo grande amore grazie alla venuta nella sua città di alcuni missionari egiziani di religione ismaeliana che lo riuscirono a conquistare con le loro teorie. Questi missionari gli insegnarono la loro scienza, la filosofia greca, la geometria e il calcolo.

Un mercante di erbaggi, fu invece il suo primo maestro di matematica.

Sotto la guida di un asceta di nome Ibrahim studiò con successo la giurisprudenza e l'oratoria. Successivamente Natili la cui fama di sapiente filosofo era giunta fino alle orecchie del padre di Avicenna, fu preso in casa per diventare suo istitutore. Sotto tale guida Avicenna studiò i principi della logica; ma quando si entrava nel dettaglio di certe scienze, quest'uomo non aveva conoscenze abbastanza approfondite ed era l'allievo a risolvere le questioni. Avicenna decise da quel momento di continuare gli studi da solo.

Presto rimase molto colpito dai problemi di metafisica ed in particolare dai lavori di Aristotele e per ca un anno e mezzo si dedicò allo studio della filosofia in cui incontrò i maggiori ostacoli. Spesso era nel profondo della notte, nei sogni, che trovava la soluzione dei problemi che lo perseguitavano. Si dice che lesse per ben quaranta volte la Metafisica di Aristotele, ma che il suo significato rimase oscuro, fino a che un giorno trovò l'illuminazione da un piccolo commentario di al-Fārābī che aveva comprato ad una bancarella di libri per la piccola somma di tre dirham. Ma leggiamo ora direttamente dalle sue parole cosa successe: “ Lessi questo libro, ma non lo compresi, alcuni punti mi rimasero oscuri anche dopo averlo riletto quaranta volte. L'avevo imparato a memoria e ancora non lo comprendevo. Disperato dissi a me stesso: Questo libro è incomprensibile. Finché un giorno mi recai da un libraio, qui incontrai un intermediario che aveva in mano un volume di cui stava parlando in termini elogiativi che mi mostrò e che io comprai per pochi soldi. Era un'opera di Abou Nasr el-Farabi sull'interpretazione del pensiero di Aristotele così come era stato scritto nel suo libro sulla metafisica. Rientrai a casa e inizia a leggere. Tutto quello che c'era di oscuro in quel libro, divenne improvvisamente chiaro. Provai una grande gioia, e l'indomani, distribuì ai poveri abbondanti elemosine per rendere grazie a Dio”.

Fu all’età di 16 anni che cominciò a dedicarsi alla medicina e dalla sua assistenza gratuita ai malati scoprì nuovi metodi di cura. A 18 anni raggiunse lo “status” di medico e dichiarò che: "la medicina non è una scienza difficile e complessa, come la matematica e la metafisica, così io ho fatto grossi progressi in poco tempo; sono diventato un dottore eccellente e ho cominciato a prendermi cura dei pazienti usando i rimedi appropriati".

La fama del giovane medico si sparse velocemente e curò numerosi pazienti senza richiedere nessun pagamento.

All'età di ventuno anni comincia a scrivere i primi libri spesso commissionati da vari personaggi molti dei quali rimasti sconosciuti. Un suo vicino, Abu-Hussein el-Aroudi gli commissionò un libro generale sulle scienze intitolato “ La Filosofia di Aroundi”; un altro, Abu Bekr el- Barki, gli chiede un commentario filosofico, egli scrive il trattato “Delle Risultanti e dei Risultati” e un trattato sui “Costumi”.

Quando raggiunse i 22 anni morì il padre e la sua vita e quella della sua famiglia subirono un drastico mutamento. Spinto dalla necessità, lascia Bokhara e si trasferì a Korkandj dove gli venne offerto un posto di giureconsulto. Poi, sempre spinto dalla necessità, lasciò Korkandj e iniziò il suo peregrinare di città in città, soggiornando a Nasa, Bawerd, Tous per fermarsi infine a Djordjan, con l'intenzione di mettersi sotto la protezione dell'emiro Kabous, ma quando arrivò l'emiro era stato fatto prigioniero e morto in prigione. A Djordjan fece la conoscenza di Addou Obeid el-Djudjani instaurando con lui un forte legame di amicizia. Djudjani oltre che amico fraterno fu anche il suo discepolo più fedele nonché suo biografo.

A Djordjan, un uomo di nome Mohammed el-Chirazi, amante della scienza acquistò per lui una casa e da lui si recava per prendere lezioni di astronomia e di logica. Fu in questa casa che Avicenna compose molte delle sue opere.

Successivamente si trasferì a Rey al servizio di una nobildonna del luogo che aveva il figlio gravemente ammalato. Avicenna scopre la causa all'origine della malattia del giovane ossia una grave forma di malinconia causata da un amore non corrisposto. Tastando il polso del suo paziente percepiva una specie di intermittenza quando si nominava davanti al malato il nome del suo amore; a proposito del mal d'amore si esprimeva così: “...L'amore è un pensiero assiduo, di natura melanconica, che nasce dal pensare e dal ripensare le fattezze, i gesti, i costumi di una donna; esso non nasce come malattia, ma diviene malattia quando, non essendo soddisfatto diventa pensiero ossessivo....”.

Durante il suo soggiorno a Rey, gli giunse la notizia della disfatta dell'armata di Bagdad e decise di passare Hamadan come intendente. Ad Hamadan viene chiamato a curare Chems, l’emiro che dopo quaranta giorni di cure assidue si ristabilì perfettamente e per dimostrare la sua gratitudine gli conferì un prestigioso incarico a palazzo e magnifici doni e successivamente lo nominò visir. Ma i soldati non accettano tale nomina, provocano un insubordinazione, assalgono la sua casa e lo gettano in prigione. Avicenna liberato dall’emiro, ma privato di tutti i poteri si rifugiò nella casa di un suo amico Adu Sad. L'emiro cadde nuovamente ammalato e gli affidò per la seconda volta l'incarico di visir. Su impulso dell’amico Djuzdjani, iniziò a scrivere la fisica dello Chifà, lavorando contemporaneamente al Canone, del quale aveva già scritto il primo libro. Tutte le sera, riuniva nella sua casa un gruppo di eruditi e studenti, a turno leggevano un passo del Chifa o del Canone, quando tutti avevano completato la lettura, iniziava un altro giro, quello delle abbondanti bevute. Scriveva di notte perché di giorno era occupato al servizio dell'emiro. Così trascorreva la sua vita ad Hamadan, fino alla morte del suo protettore Chems. Dopo la sua morte, rifiutò l'incarico di visir che gli aveva conferito il figlio di Chems, e si trasferì a casa di un droghiere Abon Galib, dove continuò il suo lavoro, compose in questa casa tutti i capitoli della fisica e della metafisica dello Chifa, esclusi due capitoli che parlavano di botanica e di animali. Ad Hamadan, dove le sue idee gli avevano procurato delle inimicizie, non si sentiva più al sicuro. In gran segreto scrisse all'Emiro di Ispahan chiedendogli protezione. La sua lettera fu intercettata dalle spie di Tadj el-Melik, l'uomo più potente della città e nemico giurato di Avicenna, che lo fece catturare e rinchiudere nella fortezza di Ferdadjan dove rimase prigioniero per quattro mesi. Riuscì a fuggire con Djuzdjani e due domestici ed a trovare rifugio presso la corte dell'emiro Ala ed-Daoulah dove ebbe accoglienza degna della sua persona. Molti dei suoi libri furono composti in compagnia di Ala ed-Daulah. Rimase sotto la protezione di quest'ultimo fino alla sua morte, in suo omaggio compose Hikmet el-Alai un'opera filosofica scritta in persiano, con la quale intendeva esprimere la sua riconoscenza al suo amico e protettore. Morì ad Hamadan nell'anno 428 dell'Egira, all'età di 58 anni.

Avicenna realizzò complessivamente un monumentale patrimonio culturale, costituito da oltre 450 opere, alcuni di poche pagine, altri estesi in più volumi.

In medicina il nome di Avicenna è legato a doppio filo con la scuola araba ed in lingua araba egli scrisse tutti i suoi libri, tra cui quelli di anatomia, farmacologia e patologia, raccolti nel famoso Canone che, tradotto, ha rappresentato una pietra miliare per le scuole successive. Egli si ispirò soprattutto ad Ippocrate e a Galeno.

Il suo Canone (Qanun) di medicina è stato il testo di insegnamento e il compendio di scienza medica più diffuso in Europa e in Medio Oriente per tutto il Medioevo fino alla Rivoluzione Scientifica del '500-'600: nel XII secolo viene tradotto in latino, nel 1491 in ebraico, nel 1593 appare come il secondo testo mai stampato in arabo. Ancora più noto fu il Kitab ash-Shifa (in arabo “Libro della guarigione”), il quale è una serie di dissertazioni di vari argomenti scientifici derivati principalmente dal corpus aristotelico.

Il Canone, il suo principale componimento di medicina, era diviso in cinque trattati:

  • Principi generali e teoria della medicina,

  • Lista alfabetica di tutti i medicinali e loro effetti,

  • Malattie che incontrano solo organi speciali, patologia e terapia,

  • Malattie che interessano l'intero corpo,

  • Produzione di mezzi di cura e antidoti.

Tra le tante colpisce leggere che la tubercolosi venga descritta come contagiosa e che malattie possano essere trasmesse dall'acqua e del terreno. E’ presente una scientifica diagnosi dell'anchilostomiasi in cui si descrivono le condizioni del contagio. Nel canone viene descritta l'importanza della dieta, l'influsso del clima e dell'ambiente sulla salute e il bisogno chirurgico dell'anestesia orale. Avicenna consiglia ai chirurghi di rimuovere il cancro nei suoi stadi iniziali e di assicurarsi che tutte le sue parti siano state rimosse.

Viene descritta molto bene l'anatomia dell'occhio e vengono descritte diverse malattie dell'occhio come la cataratta. Inoltre vengono nominati sintomi di malattie contagiose e trasmissibili sessualmente così come quelli del diabete mellito.

Per quanto riguarda i farmaci, Avicenna ne raccoglie 760 con descrizione dettagliata del loro effetto e del loro utilizzo: egli è stato il primo a stabilire regole per provare un nuovo farmaco prima di utilizzarlo su uomini.

Si occupa anche di malattie del comportamento e psicologiche, del legame tra corpo e mente, descrive la malattia d'amore, l'omosessualità e gli effetti psicologici positivi della musica sulla malattia.

Le altre opere mediche trattano più specificamente alcune singole problematiche, come precetti igienici, alcune malattie, appunti anatomici.

Nella psicologia musulmana, nel campo delle neuroscienze e della neuropsichiatria Avicenna fu un pioniere; infatti descrisse, per primo, numerosi condizioni, quali allucinazioni, incubi, insonnia, mania, melanconia, demenza, epilessia, paralisi, vertigine e tremore. È considerato un precursore anche nei settori della medicina psicosomatica e della psicofisiologia. Studiò con attenzione stati di malessere causato da forti emozioni e ideò un sistema per associare i cambiamenti del battito cardiaco con le forti emozioni, anticipando di qualche secolo i test psicanalitici.

Nel suo monumentale Canone della medicina, Avicenna descrisse dettagliatamente la malinconia, gli stati depressivi e certi tipi di fobie.

Il testo raccoglie anche tutte le conoscenze erboristiche del tempo, ricette, preparazioni a base di argilla, spezie, erbe. Ma non solo, egli si servì perfino dei colori, intuendo, secoli prima della Cromoterapia, l’influenza dei colori nella cura dell’uomo. Secondo Avicenna, per esempio, il rosso smuoveva il sangue, il bianco e il blu lo rinfrescavano, il giallo diminuiva il dolore e l’infiammazione. Sempre ad Avicenna si deve la scoperta del metodo della distillazione dell’olio essenziale da fiori o erbe. L’abbinamento dell’alcool agli oli essenziali permise notevoli progressi in ambito farmaceutico e nella produzione dei profumi. Avicenna e i persiani esportarono il metodo della distillazione in Cina, Europa e India affinchè venisse utilizzato a scopo terapeutico e culinario.

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