BABA FAQIR CHAND. LO YOGA DEL SUONO E DELLA LUCE
Baba Faqir Chand (18 novembre 1886 - 11 settembre 1981) fu un maestro indiano del Surat Shabd Yoga e fu uno dei primi santi o guru della tradizione di Sant Mat a parlare apertamente e scrivere contro le pratiche ingannevoli e dannose del “guruismo moderno” e dell'intolleranza religiosa.
Nato in una famiglia di bramini del villaggio di Panjhal nel distretto di Hoshiarpur, nello stato del Punjab, fin da piccolo prese rifugio in Dio sviluppando un amore per Rama e Krishna e meditò sulle loro forme sante. In particolare pregò e pianse Dio in queste forme nella speranza che ogni suo peccato fosse perdonato.
Un giorno gli apparve Maharishi Shiv Brat Lal Ji (noto anche come Data Dayal Maharishiji) in una visione in cui attingeva acqua da un pozzo vicino, gliela dava per fare il bagno e gli comunicava il suo indirizzo di Lahore.
Questa visione convinse Baba Faqir Chand che Dio si era incarnato nella forma di Maharishi Shiv Brat Lal Ji e così cominciò a scrivere ogni settimana all’indirizzo datogli durante la visione.
Dopo ben dieci mesi, ricevette una lettera da Data Dayal Ji Maharaj in cui era scritto: "Faqir, ho ricevuto regolarmente le tue lettere, apprezzo i tuoi sentimenti e la tua passione per Dio. Io, io stesso ho scoperto, Realtà, Verità e pace ai piedi di Rai Sahib Salig Ram Ji di Radhaswami-Matt. Se non ti senti riluttante a seguire questa strada, vieni a trovarmi a Lahore ".
Baba Faqir Chand raggiunse l'ashram di Hazur Data Dayal Ji e si prostrò umilmente ai suoi piedi. Da allora la pratica dell'Inward come diretta da Sua Santità, divenne parte integrante della sua vita, rimanendo sempre concentrato sulla Santa Forma di Sua Santità Hazur Data Dayal Ji Maharaj.
Nel 1916 (durante la prima guerra mondiale) Baba Faqir Chand fu inviato a Baghdad. Grazie a questi sforzi sinceri e alla sua ricerca della verità nel corso del tempo Baba Faqir Chand ascese tutti gli stadi interiori e sperimentò le luci e i suoni di ogni fase del percorso interiore.
Nel 1918 Baba Faqir Chand tornando per le ferie dall'Iraq andò da Sua Santità a Lahore per trascorrere più tempo possibile in sua compagnia. Durante il soggiorno poneva continue domande al proprio maestro. Un giorno in particolare gli aprì il proprio cuore ed in particolare la sua principale agonia con queste parole: "Mio Dio, ho attraversato molti stadi della Luce interiore e ho sperimentato il suono in un'abbondanza indescrivibile. Senza dubbio, queste esperienze sono state per me una grande fonte di Gioia. Ma desidero ancora vedere me stesso e conoscere il sublime obiettivo di Radhaswami-matt: come e perché l'obiettivo di Radhaswami-matt è diverso da quello di altre religioni? Desidero sperimentare la supremazia dichiarata della fede di Radhaswami-me stesso".
Il maestro gli assicurò che avrebbe risposto alle sue domande il giorno dopo. Il 25 dicembre 1918 lo chiamò nella sua stanza, gli mise una noce di cocco e 5 monete nelle mani, fece un lungo segno lungo tutta la fronte e si inchinò dicendo. "Faqir, sei tu stesso il Supremo Maestro del tuo tempo, inizia a consegnare discorsi spirituali ai ricercatori e ad iniziarli verso il sentiero di Sant-Matt. A tempo debito, i tuoi Sat-siam Sat saranno il tuo vero Guru e attraverso le tue esperienze con loro che il segreto di Sant-Matt ti sarà riverlato. Faqir, potresti soffrire di 99 difetti, ma la Verità che c’è in te sicuramente ti condurrà alla meta della tua vita e questo non solo riscatterà te, ma aiuterà molti altri".
Hazur Data Dayal Ji assegnò a Baba Faqir Chand tre doveri, che divennero la missione della sua vita.
1. Il tuo nome è Faqir (Santo), sii fedele al tuo nome. Non guardare i difetti degli altri. Abbi pietà degli indifesi, degli ignoranti e dei deboli. Con il tuo amore e il tuo affetto aiutali a uscire da questa sfera di Kal e maya, guidandoli verso il loro vero viaggio di ritorno.
2. Sei stato benedetto con una forma meravigliosa e unica. La tua missione è il "benessere dell'umanità". Rimuovi i muri che dividono l'umanità e insegna come si può vivere una vita felice e pacifica.
3. Liberare i meritevoli dal ciclo della vita e della morte. Sii la loro guida e portali nello stato del Nirvana.
In obbedienza al comando del suo Sat-Guru, Baba Faqir Chand dedicò la sua vita a parlare delle sue esperienze e ricerche al mondo. I suoi insegnamenti furono: "Siate puri nel pensiero, nella parola e nell'azione, non odiate nessuno, ma amate tutti. Raccogliamo quello che seminiamo. Seminare amore e giustizia permetterà di vivere una vita felice e pacifica.
Le credenze di Faqir hanno attinto da molte fonti, tra cui la sua lunga appartenenza al Radha Soami Mat (affine al sikhismo) di cui apprezzava e condivideva il loro approccio umanitario e la sua esperienza nella pratica del Surat Shabd Yoga (yoga della luce e del suono). Era invece in disaccordo con il tradizionale Nam-Dan e il guruismo prevalente in India. Aveva pochissima tolleranza per le pratiche religiose che portavano allo sfruttamento di persone povere, innocenti e credenti. Come emerge nelle sue opere, si considerava un ardente seguace di Sant Mat e Radha Soami Mat, ma era disilluso dal risultato finale degli stadi superiori del Surat Shabd Yoga e del misticismo nutrito dai santi. Dichiarò che il fine ultimo di Sant Mat era la pace spirituale, mentale e fisica. La sua enfasi in seguito si spostò dalle pratiche yogiche all'umanesimo di Sant Mat. Essendo un individuo altamente pragmatico, Faqir si sforzò di spiegare le varie pratiche e principi di Sant Mat basandosi sulle proprie esperienze e nel contesto della scienza e della psicologia moderne. Fu anche il primo guru di Sant Mat a parlare dei fenomeni portavano il credente a sperimentare la proiezione soggettiva di una forma sacra o santa di un guru o idolo senza la conoscenza della persona al centro dell'esperienza, cioè il guru . Questo è stato chiamato "effetto Chandian" descritto dal ricercatore David C. Lane.
Faqir credeva anche nell'idea che il sesso dovesse essere usato per generare figli poiché portare bambini nel mondo avrebbe poi permesso di ridurre le sofferenze della razza umana. La sua filosofia di vita guardava al benessere sia proprio che degli altri. Consigliò ai giovani di rimanere occupati, guadagnarsi da vivere, osservare l'autocontrollo e rimanere sotto la guida di una persona onesta e sincera per raggiungere la pace interiore. Come parte del proprio dovere sociale, chiese ai suoi seguaci di non ferire intenzionalmente gli altri, di evitare discorsi senza scopo, di essere tolleranti e di servire disinteressatamente. Frequentemente, insegnava ai suoi seguaci ad essere fedeli a se stessi e ad arrendersi a Dio. Per concentrare la propria mente, raccomandava di ripetere un santo nome o un mantra, meditando su qualsiasi forma santa. Spiegò che lo scopo di tali tecniche yoga era di calmare la mente (ricordando qui anche Patanjali, il padre dello yoga). Sosteneva che lo scopo ultimo della ricerca spirituale era di realizzare il proprio vero Sé e dimorare in esso. In una conferenza sull'autorealizzazione, insegnò che lo stato di Radha Swami non era altro che la realizzazione del vero Sé, al di là del nome e della forma.
Le sue spoglie sono sepolte nei locali di Manavta Mandir con la bandiera della missione "Be Man", tuttavia egli era contrario ai luoghi di venerazione dei mortie al culto dei grandi defunti.