VEGAN L'EVOLUZIONE DEL VEGETARIANESIMO
Elsie B. Shrigley (30 ottobre 1899 – 13 maggio 1978), conosciuta anche come Sally Shrigley, fu una delle co-fondatrici della “Vegan Society” e, insieme a Donald Watson, coniò il termine “vegan” anche se spesso il suo contributo viene dimenticato a favore del collega uomo.
Entrambi facevano dapprima parte della “Vegetarian Society”, la più antica organizzazione vegetariana al mondo, fondata il 30 settembre 1847 a Ramsgate, nel Kent che fu quella a diffondere per la prima volta, al termine inglese «vegetarian».
Anche Gandhi, giunto a Londra all'età di vent'anni per studiare legge, entrò presto in contatto con i membri della Vegetarian Society, di cui divenne prima socio e poi dirigente.
Ancora prima della nascita della Vegetarian Society, nel 1800 si verificarono diversi tentativi di stabilire delle vere e proprie comunità di vegetarianismo stretto: nel 1834, Amos Bronson Alcott, padre della scrittrice Louisa May Alcott (quella di Piccole Donne), fondò la “Temple School” di Boston, in Massachusetts, basata su rigorosi principi di vegetarianismo totale, mentre nel 1844 fondò “Fruitlands“, una piccola comunità in Harvard, Massachusetts, che si opponeva a qualunque utilizzo degli animali, compreso quello per la forza lavoro nell'agricoltura. In Inghilterra, nel 1838, James Pierrepont Greaves aprì “Alcott House”, in Ham, Surrey, un'aggregazione che rispettava i principi della dieta vegetariana stretta. I membri della “Alcott House” vennero coinvolti nel 1847 per comporre la “Vegetarian Society”.
Il 1º novembre 1944, però, Donald Watson ed Elsie Shrigley provocarono una scissione nel movimento, con la fondazione della Vegan Society, dopo che la Vegetarian Society non aveva accettato la proposta di escludere i latticini dai prodotti considerati vegetariani.
Fu proprio della Shrigley l’idea di stilare un elenco dei prodotti che potevano rientrare in una dieta vegana e che venne pubblicato nel bollettino dell’associazione a partire dal 1947.
Elsie fu presidente nei primi anni ’60 e ricoprì sempre cariche importanti nella Vegan Society dalla fondazione sin alla sua morte nel 1978.
Ci piace in questo articolo ricordare alcuni famosi vegetariani e vegani (molti anche ante litteram, considerato che il termine vegano venne coniato come detto negli anni ’40 e il termine vegetariano risale al XIX secolo).
Pitagora (569 a.C. - 475 a.C.). E’ considerato il capostipite (almeno per quanto riguarda l'occidente) del movimento vegetariano tanto che prima della creazione del neologismo "vegetariano" chi preferiva una dieta senza carne veniva in genere indicato come "Pitagorico".
Leonardo Da Vinci (1452 - 1519). Nonostante diversi storici contestino questa notizia, sembra certo che Leonardo fosse vegetariano. Diverse sue lettere parlano con sdegno e disgusto dell'uccisione di animali, è noto che comprasse uccelli in gabbia per poi liberarli, e in diversi scritti e lettere critica i banchetti che abbondano di carne, promuovendo invece le sue ricette a base di "nobili broccoletti" o prugne “accompagnate da una bella carota"..
Lev Tolstoi (1828 - 1910). Nel caso di Tolstoi la scelta vegetariana può essere considerata il culmine di una ricerca etica. La sua "conversione" avvenne a 47 anni per motivi che erano al contempo politici (la carne era un alimento dal costo proibitivo per i contadini russi del periodo) e squisitamente etici (come testimonia anche il saggio "Il Primo Passo", sui mattatoi del tempo).
Dr. John Harvey Kellogg (1860 - 1951). Nonostante le origini modeste e la tendenza a svenire alla vista del sangue, Kellog divenne ben presto uno dei più famosi chirurghi addominali della propria epoca. Egli dedicò la propria esistenza a diffondere l'idea del vegetarianesimo come dieta salutare. La necessità di convincere i suoi pazienti a venire a patti con la dieta vegetariana lo spinse a sperimentare una grande quantità di prodotti alternativi: fu Kellog a produrre per primo il burro di arachidi, vari succedanei della carne (per lo più a base di noci e glutine), e nel 1934 brevettò il primo latte di soia, anche se il suo nome è mondialmente noto principalmente per i corn flakes.
Mohandas 'Mahatma' Gandhi (1869 - 1948). Gandhi considerava il vegetarismo come un questione morale. Vedeva la vita di un agnello non meno preziosa di quella di un essere umano. Nel suo scritto "La Base Morale del Vegetarismo" affermò: "La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere giudicati dal modo in cui vengono trattati gli animali". Per Gandhi, il vegetarismo non era solo un principio religioso, ma una passione cui dedicò tempo ed energia. Scrisse cinque volumi sull'argomento. Nonostante la sua ribellione al vegetarismo per un breve periodo della sua giovinezza, la sua lettura di "Elogio al Vegetarismo" di Henry Salt - un libro che scoprì per caso - lo fece diventare un fervente vegetariano per scelta (non per religione), e in seguito vegano, come riportato nella biografia (Gandhi - La mia vita per la libertà).
Adolf Hitler. Era vegetariano. Lo hanno sostenuto diversi storici per anni, messi a tacere da alcuni vegetariani che l’hanno bollata come leggenda metropolitana. La conferma che però si tratta di realtà arriva dalla novantacinquenne Margot Woelk, prigioniera di guerra durante l’invasione della Germania alla Polonia, la quale era costretta, insieme ad altre donne, a cucinare per Hitler ed i suoi ufficiali nonché a fare da assaggiatrice. Le portate erano composte dalla verdura più fresca che era possibile trovare all’epoca, e quindi c’erano asparagi, peperoni, piselli, soia, fagioli e insalata, serviti insieme al riso. Secondo le cronache Hitler aveva anche intenzione di convertire al vegetarianesimo tutta la Germania, se avesse vinto la guerra.