COMUNISMO E FANTASCIENZA NEL PENSIERO DI ALEXANDER BOGDANOV
Aleksandr Aleksandrovič Malinovskij, conosciuto con il cognome pseudonimo di Bogdanov, nacque nel 1873 e fu un personaggio influente nella società russa dei moti rivoluzionari che portarono al potere il bolscevismo nel 1917.
Subì un arresto con conseguente esilio da parte della polizia zarista russa a causa delle sue idee rivoluzionarie e ciò lo portò ad attenuare il suo impegno politico e a concentrarsi sul lavoro di medico in un ospedale psichiatrico. Durante l’esilio incontrò personaggi che ne avrebbero influenzato influenzeranno poi le idee in campo politico e filosofico come Anatolij Vasil'evič Lunačarskij e Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. In quel periodo raggiunse Lenin in Finlandia e i due collaborarono a stretto contatto per redigere intenti comuni al finecon l’obiettivo di riuscire a rovesciare l’impero degli zar.
Bogdanov già in giovane età sentì la necessità di partecipare alla vita politica, schierandosi con i movimenti rivoluzionari anti-sistema al tempo della Russia zarista e aderendo al Partito Operaio Social-Democratico Russo come appartenente alla corrente più radicale del movimento. Fu peraltro tra i fondatori del giornale Vperod (Avanti); ma soprattutto fu il primo a tradurre in lingua russa “Il Capitale” di Karl Marx, attorno al 1900.
Egli si concentrò su svariate materie quali la medicina, dove si occupò tra i primi di trasfusioni sanguigne, l’economia, la filosofia, la scrittura e in modo molto rilevante anche di politica, essendo tra i fondatori del bolscevismo, corrente maggioritaria del Partito Operaio Social-Democratico Russo che formerà poi il Partito Comunista Russo ed in seguito il PCUS.
Dopo aver allacciato una buona intesa con Lenin i rapporti iniziarono però ad incrinarsi e nel 1907 arrivarono allavenne evidenziata una rottura, con Bogdanov che riuscì ad avere inizialmente successo e a porsi a capo del movimento bolscevico, guidando la corrente otzovista (da otzovat’ = ritiro), ovvero quella che propugnava il ritiro dei rappresentanti del partito dalla Duma per cercare una via alternativa per la conquista del potere tramite una rivoluzione su larga scala.
L’obiettivo culturale era poi quello di arrivare alla sostituzione della cultura borghese, fino ad allora dominante, con una cultura proletaria spogliata di elementi come la religiosità, la competizione tra individui appartenenti alla medesima condizione sociale e la difesa dei privilegi.
Per questo eEgli sostenne anche il progetto Proletkult, nato nel 1917 con l’obiettivo di creare una cultura e, soprattutto, un’arte proletaria per i proletari, che fosse priva degli sfarzi borghesi. Il movimento era stato da lui sviluppato anche nel periodo di permanenza in Italia. Nel contesto del Proletkult veniva insegnato ai lavoratori a leggere e questi venivano anche aiutati e incoraggiati nello a scrivere poesie, romanzi e persino opere teatrali, per valorizzare le attitudini di una classe sociale fino all’epoca vista soltanto come utilità in termini di manodopera e non di intelletto e creatività.
L’ascesa politica di Bogdanov terminò però in breve tempo a causa delle dure critiche cui venne sottoposto per l’atteggiamento filosofico che si evinceva nelle sue opere letterarie, con una presunta vicinanza al pensiero di Nietzsche che era mal tollerata dal movimento. Nel 1911 venne espulso dal Comitato Centrale del partito del suo partito dopo contrasti con Lenin e con parte del gruppo dirigente, e si trasferì in Italia, dapprima a Capri dove fondò una scuola per operai russi e successivamente anche fece lo stesso a Bologna, dove poté insegnare anche Lev Trockij. Nel 1913, avendo ottenuto l’amnistiato, tornò in Russia dove collaborò andò in supporto all’ con l’esercito russo in qualità di medico nel corso della Grande Guerra. Nel 1917 scelse di non aderire alla Rivoluzione bolscevica serbando avanzando dure critiche nei confronti dell’atteggiamento tirannico del gruppo dirigente rappresentato dai bolscevichi. Egli contribuì comunque all’apertura dell’Accademia Socialista russa.
Nel 1923 venne invece arrestato dalla polizia sovietica poiché ritenuto parte di un gruppo dissidente bolscevico che criticava l’eccesso di autoritarismo vigente in URSS dopo la rivoluzione del 1917, ma fu successivamente fatto liberare per diretto ordine di Stalin.
Bogdanov riprese poi l’attività medica, focalizzandosi sulle trasfusioni sanguigne e sottoponendosi in prima persona alle sperimentazioni, fatto che gli valse l’apprezzamento delle autorità sovietiche, che lo appoggiarono nella fondazione di un istituto per le trasfusioni, il primo nel Paese. La sua grande passione e dedizione per la materia lo portarono, nel 1928, ad effettuare uno scambio di sangue con un giovane affetto da malaria e tubercolosi che però lo portò alla morte dopo due settimane dalla trasfusione. In quei giorni di agonia Bogdanov osservò accuratamente e descrisse i passaggi che progressivamente lo portarono al decesso. L’istituto sovietico per le trasfusioni da lui fondato gli venne intitolato alla memoria.
Nel periodo di Capri Bogdanov ebbe contatti anche con Aleksej Maksimovič Peškov, conosciuto come Maksim Gor'kij (1868-1936), scrittore e drammaturgo russo amico di Lenin e poi di Stalin, fautore del realismo socialista, movimento culturale a e artistico originatosi nato in URSS ufficialmente nel 1934, sebbene anticipato di diversi anni appunto da Gor'kij e diffusosi poi in altri Paesi socialisti dell’Europa orientale e centrale. Lo scopo del movimento era quello di avvicinare l’arte e la cultura alla realtà proletaria, per dimostrare come il socialismo potesse portare anche ad un progresso in termini culturali oltre che sociali.
Aleksandr Bogdanov incentrò la sua posizione e produzione letteraria e filosofica sulla scienza e su una visione di cultura proletaria complessiva mistico-esoterica in grado di unire il proletariato grazie soprattutto ad una cultura comune, guadagnandosi la considerazione di teorico della cultura proletaria. In particolare, nel 1910 scrisse “Compiti culturali del nostro tempo”, un manifesto con cui egli propugnò la creazione di una vera e propria enciclopedia proletaria.
Con il pamphlet “Fede e Scienza” Bogdanov criticò le posizioni assunte da Lenin, che arrivò vicino allo sdoganamento di una cultura para-religiosa che deformava il marxismo in modo deciso.
Bogdanov scrisse “La Stella Rossa”, che contribuì insieme al romanzo “L’Ingegner Menni” del 1912 (anch’esso ambientato sul pianeta Marte dal realizzato socialismo utopico) a farlo diventare anche un grande scrittore del genere fantascientifico, piuttosto in voga in Russia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Stella Rossa è un romanzo di fantascienza che tratta della realizzazione di una società comunista su Marte, il pianeta rosso. In questo romanzo gli abitanti di Marte assumono aspetti terrificanti, ectoplasmatici e forme quasi demoniache, descritte con dovizia di particolari che fecero pensare a molti che l’autore fosse in preda ad allucinazioni.
Secondo Bogdanov il sangue di tutte le persone sulla Terra è era un bene comune, da ripartire tra tutti gli individui in modo equo come i marziani da lui creati, che infatti riuscivano a vivere in eterno grazie a reciproche trasfusioni a cui si sottoponevano, con accurata descrizione anche delle tecnologie necessarie a queste pratiche. Quasi sicuramente è proprio per questo ambire alla vita eterna che Bogdanov si occupò a lungo di trasfusioni, che lo portarono però invece alla morte.
L’opera comunque più rilevante di Bogdanov e che lo fa entrare pienamente tra gli scrittori filosofici più influenti dei primi anni del Novecento è “Tectologia” (la scienza delle strutture) in cui egli cercò di definire ed esplicitare i princìpi dell’organizzazione dei sistemi, sia viventi che non, mirando all’istituzione di una scienza nuova, universale, che raggruppasse le scienze presenti fino ad allora nei campi sociali, fisici e biologici per arrivare all’individuazione di un principio comune di organizzazione di ciascun sistema esistente, cioè giungere alla scoperta di ciò che realmente regola ogni cosa nell’Universo. Quest’opera, redatta tra il 1912 e il 1917, venne utilizzata persino per elaborare alcuni schemi matematici che porteranno alla politica economica sovietica di pianificazione e ai piani quinquennali.
Tectologia anticipò di diversi decenni anche concetti che verranno poi utilizzati in cibernetica, quella scienza che studia i fenomeni di comunicazione e autoregolazione presenti negli organismi viventi, nei sistemi naturali e in quelli artificiali.
Bogdanov fu uno dei sostenitori di una vera e propria religione senza Dio. Il principale fautore di questa concezione fu Anatolij Vasil'evič Lunačarskij, ministro della Pubblica Istruzione dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Egli sosteneva che il socialismo scientifico dovesse essere la quinta grande religione nata dall’ebraismo e che fosse l’uomo stesso a dover plasmare un Dio.
Lunačarskij definisce la religione come “insieme di quei sentimenti e di quelle idee che rendono l'uomo partecipe della vita dell'umanità e ne fanno un anello della catena tesa verso la vetta del superuomo, verso un'esistenza magnifica e potente, verso un organismo perfetto in cui vita e ragione celebrano la loro vittoria sugli elementi naturali. Per definire la posizione del socialismo rispetto agli altri sistemi religiosi, esso è la più religiosa di tutte le religioni e il vero socialista è un uomo profondamente religioso, l'uomo della religione del lavoro”.
Bogdanov arrivò invece ad intravedere la figura di un Dio del proletariato, individuato secondo alcuni addirittura in Satana, e fu convinto che dopo la rivoluzione, il bolscevismo avrebbe sconfitto persino la morte.