YAZIDI. GLI ADORATORI DELL'ANGELO PAVONE
Lo Yazidismo (in curdo: ئێزیدی, Ēzidī, Īzidī, in arabo: ﻳﺰﻳﺪﻱ, Yazīdī ) è una fede religiosa diffusa nelle regioni del Sinjar iracheno prima della comparsa in quelle regioni dell'Islam.
"Yazidi" è il nome con cui tale comunità religiosa è universalmente conosciuta, ma tra di loro i membri si chiamano Ēzdi, Ēzidi o, in alcune aree, Dāsini (in arabo Dawāsin), forse dal nome dell'antica provincia che si estendeva a est di Mosul, nell'attuale Iraq. Secondo una etimologia abbastanza diffusa (ma tutt'altro che accettata dagli storici delle religioni), il termine "yazidi" sarebbe derivata dal nome del califfo Omayyade Yazīd I (680-683), ma al-Shahrastānī parlava invece di un certo Yazīd ibn ʿUnaysa. Non è da escludere che il nome provenga dal termine medio-persiano (lingua pahlavi) yazd, yazdān cioè "entità divina", forse in riferimento a Melek Ṭāʾūs.
La religione yazidi deriverebbe in parte, secondo alcuni storici, da antiche religioni, precedenti all'ebraismo, al cristianesimo e all'islam, in cui non sono assenti forme di animismo politeistico, anche se Giuseppe Furlani ne sottolinea i legami con l'Islam e, in piccola parte, col Cristianesimo, senza trascurare le influenze del dualismo iranico.
I suoi fedeli sono chiamati in turco Čyrāġ Söndüren, ossia "spegnitori di lampade". Questo termine potrebbe essere ricollegabile alla convinzione degli yazidi - espressa nel Maṣḥaf rash - secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio dopo aver creato sei angeli «dalla sua essenza e dalla sua luce... come quando un uomo accende una lampada da un'altra» e non dalle accuse mosse loro, per cui essi farebbero ricorso sfrenato al libertinaggio e alla promiscuità, praticati in questo caso nell'oscurità.
Lo Yazidismo è una religione monoteista, la cui origine è discussa in ragione anche dell'accentuato esoterismo delle sue dottrine, che consentono solo agli iniziati di accedere al suo nucleo più autentico.
Alessandro Bausani, uno dei massimi esperti italiani di islamistica della sua generazione, osserva che, anche se lo Yazidismo "è ancora elencato fra le sette musulmane per motivi pratici e, anche, se è vera l'opinione del Guidi, per la sua origine e per qualche nome arabo e persiano che vi si incontra" di fatto sembra che la dottrina yazidi "praticamente nulla abbia di islamico", tanto da poter "ben essere messa assieme a residui di sette gnostiche del Vicino Oriente del tipo dei mandei".
Giuseppe Furlani nel suo “Religione dei Yezidi. Testi religiosi dei Yezidi” a proposito della facilona definizione degli yazidi come di "adoratori del diavolo", ricorda le osservazioni di Richard Carnac Temple, che nel suo studio “The Yezidis or devil-worshippers of Mosul” aveva qualificato l'espressione Šeyṭān-perest "inesatta e falsa" e "inventata specialmente dagli Europei che viaggiarono in Oriente - imbevuti di cristianesimo - per descrivere una forma di religione estranea alla loro mentalità, essendo l'adorazione del Diavolo - in realtà - l'adorazione di spiriti soprannaturali da parte di animisti primitivi, spiriti chiamati diavoli segnatamente dai missionari cristiani per far sentir ribrezzo ai nuovi convertiti per gli dèi prima adorati", anche se Furlani sottolineava che "si può ... dire in un certo senso che adorano il Diavolo, perché il loro Dio è l'angelo supremo caduto dal suo seggio, ma poi rimesso da Dio al suo posto primitivo" .
I fedeli dello Yazidismo venerano Sette Angeli, emanazioni del Dio primordiale, di cui il primo e più importante è l'Angelo Pavone (Tawisi Melek), che "cadde, ma essenzialmente buono, pianse, e le sue lacrime di pentimento, deposte in settemila anni di pianto ininterrotto in sette anfore, hanno estinto le vampe dell'inferno".
Essi vennero conosciuti all’interno dell’Islam, come "adoratori del diavolo". Ciò deriva da un'errata interpretazione della figura di Tawisi Melek, confuso con l'angelo ribelle della religione islamica, Iblīs, che con disubbidiente superbia, aveva rifiutato di adorare l'uomo, malgrado un esplicito ordine divino. Nell'Islam si ritiene che Iblīs o shaytan ("diavolo") corrompa l'uomo, portandolo ad affiancare altre divinità ad Allah, che secondo la religione islamica è l'unico vero dio. Quale figura di demiurgo, l'Angelo Pavone è stato ritenuto dai musulmani uno shaytan, cioè un "diavolo" che devia i veri credenti. I suoi seguaci sostengono che esso deriverebbe dall'antico culto preislamico proprio del popolo curdo.
L'Angelo Pavone, padrone del mondo, è l'origine del bene e del male. Il compito degli uomini è di aiutare il bene a prevalere. Secondo gli yazidi, anche il Male è stato creato da Dio, ma ugualmente Dio vuole la vittoria del Bene. Gli uomini possono inavvertitamente compiere azioni malvagie, atte a favorire la vittoria del Male.Immagini di pavoni, in bronzo o ferro, sono oggetti rituali devozionali.
Fanno parte della religione yazidi le abluzioni sacre, il divieto di mangiare certi cibi, la circoncisione, il digiuno, il pellegrinaggio devozionale, l'interpretazione dei sogni e la trasmigrazione delle anime. Il vocabolario religioso, soprattutto nella terminologia della letteratura esoterica, è simile a quello sufi. Mentre gran parte della mitologia e della cosmogonia è preislamica e risente di influenze gnostiche.
Le sacre scritture dello Yazidismo sono costituite dal Kitāb al-Ǧilwa ("Libro della Rivelazione") e Mishefa Res (Maṣḥaf-i räš, ossia "Libro Nero", in curdo), entrambi scritti in kurmanji, un dialetto della lingua curda.
Gli yazidi sono piuttosto diffidenti verso gli appartenenti ad altre religioni e gran parte del loro credo è caratterizzato da un'accentuata riservatezza, che non consente agli studiosi di tracciarne compiutamente e soddisfacentemente i contorni. Per esempio, la preghiera (da effettuare due volte al giorno, sempre in direzione del sole) non può essere recitata in presenza di persone estranee al loro culto. Il mercoledì è il giorno sacro, sebbene sia il sabato a essere considerato il giorno di riposo. A dicembre vi è poi una lunga festività della durata di tre giorni. Vi sono altri giorni sacri definiti dal Libro Nero, ad esempio il 20 luglio (indipendentemente dal fatto che cada di sabato) definito di riposo perché sacro. Il significato di molte di queste ricorrenze non è però comunemente divulgato e tutto ciò ammanta di mistero la religione degli yazidi.
Lo yazidismo crede nella metempsicosi (le anime dei malvagi trasmigrano nel corpo di esseri inferiori), mentre ai giusti è destinato il paradiso.
La forma con cui è conosciuto attualmente lo Yazidismo è il risultato della predicazione di ʿAdī Hakkārī o ʿAdī b. Musāfir, teologo e religioso vissuto nell'XI secolo. Preteso discendente della dinastia omayyade, studiò a Baghdad con Abū l-Khayr Ḥammād al-Dabbās. Successivamente si stabilì non lontano da Mosul, dove iniziò la sua predicazione. In quella zona vivevano curdi nomadi che professavano una religione non islamica. ʿAdī b. Musāfir la riformò introducendo il vocabolario dell'Islam. Considerato dai suoi seguaci "inviato” o “salvatore” (ʿAbṭāʾūs, ossia ʿAbd Ṭāʾūs, "servo del Pavone"), dopo la sua morte, la sua anima si sarebbe unita secondo i suoi seguaci a quella dell'Angelo Pavone attraverso la trasmigrazione. Da allora la tomba di ʿAdī b. Musāfir a Lālish (a nord di Mosul) è meta di un pellegrinaggio devozionale, cui sono chiamati tutti i devoti dello Yazidismo.
Il pellegrinaggio rituale si svolge una volta all'anno e dura sei giorni. Durante la celebrazione, i fedeli si immergono nelle acque di un fiume, lavano le statue raffiguranti l’Angelo Pavone e accendono centinaia di lampade sulle tombe di ʿAdī e degli altri santi. Nel corso della cerimonia viene anche sacrificato un bue.
La società yazidi presenta una struttura gerarchica che vede ai vertici un capo laico, detto "Emiro" (Amīr) e un capo religioso, detto "Maestro" (Shaykh). L'Emiro, che risiede a Ba'adra (65 km a nord di Mosul), rappresenta gli yazidi presso le autorità pubbliche dell'Iraq. Il "Maestro", che risiede invece nel Sinjar, oltre ad essere il capo religioso supremo, rappresenta l'autorità infallibile nell'interpretazione delle Sacre scritture.
Gli yazidi sono monogami e strettamente endogamici, anche se, in alcuni rari casi, ai loro capi è concesso avere più di una moglie. I bambini vengono "battezzati" alla nascita, esiste la fractio panis tipica del Cristianesimo e si usa rendere ossequiosa visita ad alcune note chiese cristiane. La circoncisione è una pratica diffusa, ma non obbligatoria, come nell'Islam del resto, e si osserva un digiuno penitenziale secondo le modalità islamiche. Sono eseguite "danze sufi” e pellegrinaggi alla tomba di Shaykh ʿAdī e, alla loro morte, i defunti sono deposti con le mani giunte in tombe di forma conica.
Gli yazidi, ritenendosi gli unici veri discendenti di Adamo, non accettano né i matrimoni interreligiosi (neppure con i curdi di religione musulmana), né le conversioni. La pena più grave per un fedele è l'espulsione dalla comunità, poiché l'espulso va incontro alla perdita dell'anima, anche se non sono mancate reazioni più fisiche e violente riconducibili anche alla loro tradizione e appartenenza tribale.