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Massimo Mannarelli

NICOLAS MADURO, L'ADEPTO DI SAI BABA


Sai Baba, il cui vero nome era Sathyanarayana Raju, ha milioni di seguaci in tutto il mondo, tra cui politici, attori e atleti, che seguono i suoi insegnamenti basati su “l’universalità dell’amore, della verità e della pace.”

Convinto della sua natura divina (credeva di essere l’incarnazione della trinità del pantheon indù composta da Brahma, Vishnu e Shiva), il guru è diventato famoso in Occidente negli anni ’70 grazie al movimento ‘hippy’ e al suo stile peculiare: capelli afro e lunga veste arancio.

Si vantava di miracoli e affermava di essere in grado di creare cibo dalla cenere e gioielli dalla bocca.

Il rapporto di Maduro con il guru indiano risale al 2005, quando il vicepresidente venezuelano e candidato del chavismo gli fece visita in India. Di quell’incontro ci sarebbe una foto in ricordo di un molto più giovane Maduro rigorosamente vestito di bianco.

A questa visita, che non fu la prima, seguirono molte altre negli anni successivi. L’uomo forte del chavismo era convinto che numerosi vantaggi gli potevano derivare dalla amicizia col famoso santone.

In quella occasione, Maduro, divenuto leader dell’Assemblea Nazionale, soggiornò in compagnia della moglie, Cilia Flores, Procuratore Generale, e di diverse persone del suo seguito per due giorni nel “residence per VIP” del centro di Sai Baba nello stato di Puttaparthi, come spiegò il suo portavoce, A. Anantharaman, ritenendo che “la sua fede influenzerà il suo modo di fare politica.”

Maduro visitò Prashanti Nilayam quattro o cinque volte, inclusa una volta dopo che lo Swami raggiunse Maha Samadhi. Ogni volta che vi si recava era accompagnato da una grande delegazione venezuelana.

Mentre Chavez invocava spesso Cristo e appariva in pubblico con una croce in mano, l’autista di metro a Caracas, sindacalista, Presidente dell’Assemblea Nazionale, ministro degli Esteri e presidente, Maduro pur definendosi cristiano praticante, non mancava mai di mettere dei suoi uffici un ritratto del suo santone.

Maduro inoltre non ha mai disdegnato l’esoterismo e nei momenti politici più delicati sembra sia solito consultare l’I-Ching.

Anche se può sembrare strana questa venerazione per un guru indiano, va segnalato che il movimento di Sai Baba (che gestisce 6.800 milioni di euro provenienti da donazioni) si stabilì in Venezuela nei primi anni ’70 godendo di grande popolarità e arrivando a contare all’incirca 200.000 seguaci.

Quando il 24 aprile 2011, il guru morì, il Parlamento del Venezuela dichiarò il lutto nazionale, come pubblicato dal quotidiano venezuelano El Universal .

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