GURDJIEFF E LA "QUARTA VIA"
Georges Ivanovič Gurdjieff, uno dei maestri spirituali più influenti del ventesimo secolo, nasce in una data imprecisata (egli avrebbe indicato la mezzanotte all'inizio del giorno del nuovo anno, cioè del 14 gennaio) tra il 1866 e il 1877 nella città di Alexandropol nell'Armenia russa (oggi Gyumri, Repubblica di Armenia) da padre greco (che insieme ad altre professioni è anche “ashukh”, cantastorie) e madre armena. Alcuni autori (come James Moore) optano per il 1866. Sia l'amica Olga de Hartmann che la segretaria Louise Goepfert March, lo reputano nato nel 1872. Un passaporto indica il 28 novembre 1877, ma non coincide con quello da lui sostenuto. Sulla pietra tombale è comunque incisa la data del 1872.
Dopo che la famiglia si trasferisce nella città turca di Kars, Gurdjieff riceve un'educazione religiosa dal suo tutore, il decano Borsh, con cui studia medicina e ingegneria, e prende in considerazione il sacerdozio nella chiesa ortodossa.
Dall'estate del 1885 comincia un lungo percorso in diverse tradizioni spirituali, in particolare quella sufi. Il suo viaggio di ricerca inizia a Costantinopoli per studiare i dervisci Mevlevi e Bektaschi.
Tra il 1887 e il 1907 forma un gruppo chiamato "Cercatori della verità", compie numerosi viaggi che lo portano dall'Asia Centrale fino al Tibet (dove assiste al massacro dei tibetani da parte dei britannici a Guru e alla successiva conquista di Lhasa). Il motivo (o la suggestione) che lo spinge a continuare il suo pellegrinaggio per vent'anni è la ricerca di una misteriosa "Confraternita di Sarmoung", nelle montagne dell’Hindu Kush del Nord dell’Afghanistan, ipoteticamente sviluppatesi nel 2500 a.C. in Babilonia, di cui aveva trovato un riferimento nel 1886 e di cui entra in possesso del suo sistema d’insegnamento. Conduce, inoltre, ricerche di antichi documenti egizi.
Anche se il suo insegnamento combina il sufismo (in particolare studi sulle danze sacre dei dervisci) e altre tradizioni religiose (cristianesimo, sikhismo, buddhismo, induismo), esoterismo e filosofia; esso non viene presentato come un sistema sincretico. La sua ricerca, infatti, sembrava guardare allo scopo ultimo di tutte le religioni ossia la coscienza e il "risveglio" nel superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l'essere umano.
Gurdjieff afferma che l'uomo non nasce con un'anima, ma la deve creare durante l'arco della sua vita, altrimenti «morirà come un cane», ossia senz'anima. Con il termine "anima" egli fa riferimento alla coscienza superiore, distinta da quella ordinaria degli esseri umani, definita come una forma di sonno. Egli introduce lo strumento dell'attenzione come mezzo per accedere a nuove percezioni ed al "ricordo di sé". Insegna attraverso "danze sacre" o "movimenti" di gruppo, accompagnati da musiche composte in collaborazione con il musicista Thomas de Hartmann, ispirandosi a ciò che aveva sentito e assimilato durante i suoi viaggi.
Tuttavia Gurdjieff non parla molto delle origini del suo insegnamento né sente il bisogno di rivelare il proprio percorso. Non solo sostiene che le guerre abbiano cancellato ogni traccia delle scuole con le quali è venuto in contatto, ma anche che il suo insegnamento non è destinato allo studio accademico, bensì alla trasformazione della conoscenza in pratica.
Nel 1910 Gurdjieff porta il proprio insegnamento in Russia, trasformando la conoscenza orientale e le esperienze acquisite in un linguaggio comprensibile all’uomo occidentale del XX secolo. Chiama la sua disciplina la “Quarta Via”, una combinazione dei tre metodi tradizionali del Fachiro, del Monaco e dello Yogi. Tuttavia la rivoluzione bolscevica e la prima guerra mondiale lo costringono a emigrare e a stabilirsi in Francia, dove fonda “l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo”. L’influenza di Gurdjieff si diffonde in tutta Europa e persino in America, ma la situazione sociale in declino e la seconda guerra mondiale gli impediscono di istituzionalizzare ulteriormente la sua organizzazione. Viene costretto a chiudere l’istituto e a dedicarsi nell’ultimo periodo della sua vita alla scrittura dei seguenti libri: La Vita Reale, Del Tutto e di Tutto, Incontri con Uomini Straordinari eI Racconti di Belzebù a suo Nipote.
Muore in Francia il 29 ottobre 1949.
Le teorie di Gurdjieff vengono riprese anche dal famoso mistico e guru indiano Osho Rajneesh - che non ha mai avuto contatti diretti né con lui, né con il suo insegnamento - (in particolare l'uso del corpo e del movimento, la necessità di creare meditazioni adatte all'uomo moderno e occidentale e alcuni comportamenti appositamente provocatori), che tuttavia giudica il sistema del filosofo armeno "incompleto".
Tuttavia il modus operandi di Gurdjieff ha similitudini con quello di Osho, entrambi infatti usano esercizi ritmici accompagnati da musica, danze dervisce, esercizi mentali, studio dei diversi modi di respirare e via di seguito. Tra i più impegnativi si annoverano gli esercizi di imitazione di fenomeni (para)psichici: lettura del pensiero, chiaroveggenza, manifestazioni medianiche etc.