PAOLO TOFANI E LA SUA TRIKANTA VEENA
Paolo Tofani nasce a Firenze il 19 gennaio 1944.
Comincia a suonare la chitarra come autodidatta ed inizialmente si esibisce suonando Rock & roll nei locali da ballo della sua città. Dopo l'ingresso nella formazione beat livornese “I Samurai”, inizia i suoi tour in Italia ai quali si aggiunge anche un tour di tre mesi in Inghilterra, dove conosce la musica di Chet Atkins ed affina la sua tecnica del finger picking.
Il successo della tournée internazionale lo spinge a provare altre vie professionali ed entra a far parte de “i Califfi” di Franco Boldrini, dove inizia la sua esperienza pop, blues e rock ottenendo un buon successo commerciale partecipando a Un disco per l'estate, Festivalbar e Cantagiro.
Sempre negli anni '60 incide alcuni 45 giri per la Nuova Enigmistica Tascabile con lo pseudonimo Danny.
Insoddisfatto dell’ambiente discografico italiano, si trasferisce a Londra, dove riprende a comporre, registrando pezzi in uno studio improvvisato nel salotto della casa dei suoceri che pubblica successivamente, nel 1975, nell'album Electric Frankenstein per la Cramps Records.
Nel 1971 incontra Muff Winwood, fratello di Steve Winwood dei Traffic, che lo chiama per un'audizione alla Island Records, dove suona la chitarra, la tastiera ed il flauto sulle tracce registrate a casa. Inizia ad esibirsi regolarmente a Londra al Greyhound Pub ed in altri locali; ha anche modo di frequentare i locali di riferimento per i musicisti del tempo, come The Speak-Easy dove si potevano incontrare artisti come i Beatles o i Rolling Stones.
Inizia ad interessarsi alla musica elettronica e frequenta la EMS (Electronic Music Studios) di Peter Zinovieff, che produce piccoli sintetizzatori usati anche da artisti del livello dei Pink Floyd. Nel 1972 con questi sintetizzatori registra il 45 giri strumentale The Land of the Magic Wizard/Moon Walk.
Torna in Italia nel 1973 su indicazione del manager della PFM, a Londra per registrare la versione inglese del loro disco, che lo invita ad entrare negli Area: con questo gruppo raggiunge l'apice della popolarità ed è sua la celebre introduzione di Luglio, agosto, settembre (nero) del primo album Arbeit macht frei.
L'obiettivo dichiarato del gruppo è il superamento dell'individualismo artistico per creare una «musica totale, di fusione e internazionalità». Per raggiungere questo scopo gli Area creano un'originale fusione di differenti generi musicali, dal rock progressivo più aperto alle influenze del free jazz alla musica elettronica, dalla musica etnica alla sperimentazione, con costanti riferimenti all'impegno politico, imponendosi pertanto come una delle band più innovative ed anti-convezionali del panorama musicale italiano dei primi anni settanta.
Sempre nel 1973 è animatore de “I Crystals” per i quali scrive i brani per un album pubblicato solo vent'anni più tardi.
Nel 1975 è unico membro del progetto Electric Frankenstein.
Lasciati gli Area nel 1977, la ricerca spirituale lo porta ad aderire all’Iskon (Movimento per la coscienza di Krishna) e riceve a Villa Vrindavana (sui colli fiorentini) l’iniziazione da Gurudeva Bhagavan Das, prendendo il nome spirituale di Krishna Prema Das.
Nel 1980 collabora con Claudio Rocchi (Krishna Chaitanya Das) anche lui discepolo di Prabhupada, alla realizzazione dell'album “Un gusto superiore”; insieme animeranno “Radio Krishna Centrale”. Tofani sarà anche autore insieme al suo maestro di un bellissimo lavoro musicale incentrato sui Veda.
Krishna Prema Das continua anche la ricerca nell'applicazione di sintetizzatori alla sua chitarra elettrica e nella costruzione di prototipi di chitarre personalizzate.
Ma raccontiamo ora il suo amore per le chitarre nato in età adolescenziale. Egli lavora come facchino per due settimane per guadagnarsi i soldi per comprare una chitarra che porterà perfino con sè anche a dormire.
Krishna Prema Das racconta: "All'inizio della mia avventura musicale non avevo grandi necessità, il punto importante era possedere una semplice chitarra, per procurarmi emozioni e vivere l'illusione di un mondo fantastico, cantando le canzoni dei miei eroi e proiettandomi in un futuro pieno di divertimento e gloria."
Con gli aiuti della madre (che fu la sua prima manager) riesce a suonare in alcuni locali; tuttavia in quelli più grandi la sua chitarra "Made in Italy" non basta, urge una chitarra elettrica, che la madre, nel 1961, visto che le cose vanno bene decide di comprare lui. Trattando il prezzo riesce ad acquistare una chitarra Rosetta e un amplificatore Krundhal Davoli, con ben 10 watt di potenza ed il vibratore incorporato.
Da qui in poi è una crescita continua: Fender Stratocaster, Gretsch e Les Paul della Gibson, La Roland GR-700, controller midi G-10C della Yamaha, "Adamas Guitar" della Ovation, Godin Multiac As, Casio MG-500.
Nonostante tutti questi incredibili strumenti la mente di Tofani si muove verso una direzione strana, volendo egli uno strumento mai esistito, da accordare senza limiti in relazione a l'estensione e alla risonanza delle corde, completamente indipendente dal mondo artificiale dei gadget elettronici e soprattutto capace di soddisfare i nuovi bisogni musicali.
Nel 1994, a Los Angeles, Tofani compra uno strumento chiamato Sitar Guitar, realizzato da Jerry Jones a Memphis Tennesse US, con alcune caratteristiche interessanti, ad esempio il ponte Jawari, dal tipico suono buzzing del Sitar.
La chitarra Sitar con 13 corde di risonanza diventa la sua compagna in molti concerti anche se non è ancora ciò che il musicista sogna.
A Calcutta trova un liutaio che accetta di costruire lo strano congegno della fantasia di Krishna Prema Das che ha già realizzato alcuni disegni per costruire lo strumento. Il primo prototipo di Trikanta non dà risultati soddisfacenti. Tofani continua a cercare un altro costruttore che trova nuovamente a Calcutta. Così nasce il secondo prototipo, Dukanta (con due manici), con il quale registra il bellissimo CD "Essence".
Ma non è ancora soddisfatto e si arriva al terzo prototipo un anno dopo.
Krishna Prema Das vuole aggiungerci un'altro manico nella parte inferiore del corpo dello strumento, per ospitare 13 corde. L'idea non è quella di duplicare lo Jawari, ma di utilizzare queste corde con una tecnica di arpeggio e tapping combinate. A questo punto Tofani capisce che deve coinvolgere un vero liutaio nel progetto, quindi con il prototipo parte per gli USA.
Racconta egli stesso: "Durante il soggiorno in America ho visitato molti costruttori che rimanevano esterrefatti dal progetto. Mi ricordo che quando andai alla fabbrica di TAYLOR a San Diego in California, chiesi di poter parlare con un tecnico e mentre aspettavo, mi misi a suonare. Quando il tecnico arrivò, gli spiegai cosa avevo in mente; lui uscì rapidamente e tornò con mister Taylor in persona e altri tecnici. A tutti piaceva il progetto ed io sapevo che avrebbero potuto farmi uno strumento perfetto, ma il costo era troppo alto per le mie tasche" . Attraverso un amico conosce, a Santa Monica, Bill Asher, un giovane liutaio pieno di talento. Fin dall'inizio Bill reagisce molto bene al progetto attratto dalla musica di Paolo. Così accetta la sfida a decise di costruire la Trikanta Veena ad un prezzo abbordabile.
"Trikanta" in lingua sanscrita significa "tre voci", "vena" si riferisce al suono molto simile a quello di un antico strumento indiano. Ci vogliono tre anni e mezzo, ma Bill non riesce a finire completamente l'opera quando consegna lo strumento: tutta la parte elettronica deve essere ancora montata. A Milano trova l’esperto per completare l’opera: la Trikanta è finalmente finita.
Tuttavia nemmeno questa sarà l'ultima versione. In un fine settimana tre giovani cremonesi incontrarono Tofani al Villaggio Hare Krishna di Medolago (Bergamo) dove è tutt’ora residente.
Krishna Prema Das ricorda quella visita così: "Poiché sono stato un componente di un gruppo italiano molto popolare e rispettato durante gli anni 70, gli "AREA", i giovani musicisti mi vedono come una specie rara, ancora vivente, che viene da un periodo storico pieno di invenzioni, creatività e ribellione. Essendo delusi dalla banalità e il vuoto della scena musicale contemporanea, vengono a trovare questo stanco e antico eroe della musica. Condividendo con loro, le mie molteplici esperienze, mi accorgo che sono molto ispirati e manifestano una visione più positiva del loro futuro."
Parlando con quei ragazzi-liutai, coglie al volo l'occasione per costruire una nuova Trikanta, con ulteriori modifiche e migliorie. I giovani professionisti si mettono subito all'opera perché la nuova Trikanta sia decisamente diversa e con una forma più esotica.
Anche dopo la consegna della Trikanta Veena il percorso di Tofani rimane in continua evoluzione.
I concerti da solista si caratterizzano per l’utilizzo di un MacBook Pro portatile, della Trikanta Veena, del santoor (provenienza persiana, ma costruito in India), del MIDI Controller G10 e dei joystick Nintendo. Ogni elemento del suo concerto è capace di essere il protagonista creando i suoni inaspettati, puliti e di grande qualità.
Attualmente Paolo Tofani si dedica a art-rock, progressive, experimental, fusion, ethnic, brani di natura vedica e classica contemporanea.