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Sibilla Mannarelli

THICH NHAT HANH. IL MONACO COSTRUTTORE DI PACE


Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace, è oggi insieme al Dalai Lama una delle figure più rappresentative del Buddhismo nel mondo.

Nato in Vietnam centrale nel 1926, all'età di sedici anni fu ordinato monaco buddhista del Buddhismo Thiến, lo Zen/Chán vietnamita, nella scuola Lâm Tế e sin da giovane operò affinché il buddhismo portasse pace, riconciliazione e fratellanza nella società.

Negli anni ’50 cominciò il suo impegno per il rinnovamento del buddhismo perchè potesse rispondere ai bisogni della moderna società vietnamita, incontrando difficoltà da parte di alcuni membri conservatori della gerarchia. Egli vedeva che i vietnamiti erano molto disorientati, specialmente i giovani – laici, monaci e monache. Il Nord si ispirava all’ideologia marxista-leninista. Nel Sud il Presidente Ngo Dinh Diem, un cattolico, cercava di governare il Paese con un altro genere di ideologia detta “personalismo” e “capitalismo”.

Fondò sulle montagne il monastero Phuong Boi in cui di tanto in tanto soggiornava per raccogliere energia e nutrimento; con i suoi allievi fu costretto ad abbandonarlo a causa del proprio impegno a favore della pace nella Guerra del Vietnam.

Su invito della Princeton University, nel 1961 si recò negli Stati Uniti per due anni come Studioso di Religioni Comparate. Vivendo nel campus con gli studenti ebbe modo di approfondire la comprensione della mentalità occidentale. Continuò il suo cammino alla scoperta di Gesù come uno dei suoi antenati, cammino non facile perché la colonizzazione del suo paese da parte dei francesi era strettamente collegata all’opera dei missionari cristiani.

Nel 1963, in seguito alla caduta del regime “cattolico” dei fratelli Ngo Dinh nel Vietnam del sud, un monaco conservatore che precedentemente l’aveva osteggiato lo invitò a tornare in patria per rinnovare il Dharma e impegnarsi per la pace. Ma dopo pochi mesi la sua piattaforma di pace fu rifiutata dalla gerarchia buddhista che gli tolse ogni appoggio e sostegno. La propaganda radiofonica delle parti in conflitto lo accusava di essere un comunista e un agente della CIA, entrambe le accuse erano come condanne a morte. Intanto il movimento buddhista per la pace e per le elezioni indipendenti raccoglieva il consenso della maggioranza dei vietnamiti buddhisti, la maggioranza della popolazione, con adesioni a digiuni collettivi, petizioni e dimostrazioni, con arresti in massa di monaci, monache e laici, detenzioni e torture.

Fu protagonista durante la guerra in Vietnam, quando scelse di non schierarsi con gli americani né con i vietcong, ma di limitarsi a praticare e diffondere gli insegnamenti del Buddha.

Nel 1964, durante la guerra fu arrestato e torturato; si mantenne equidistante sia dal governo del Vietnam del Nord sia dal Vietnam del Sud e diede vita al movimento di resistenza nonviolenta dei "Piccoli Corpi di Pace": gruppi di laici e monaci che andavano nelle campagne per creare scuole, ospedali e per ricostruire i villaggi bombardati, nonostante subissero attacchi da entrambi i contendenti (vietcong e statunitensi), poiché li ritenevano alleati del proprio nemico.

In merito a questo ascoltiamo le sue parole:

“Nel 1964 fondammo anche la “Scuola dei giovani per il servizio sociale” (School of Youth for the Social Service). Demmo formazione a migliaia di giovani, sia laici che monaci, perché potessero andare nelle campagne ad aiutare i contadini a ricostruire i loro villaggi. Gli ambiti di quell’aiuto erano quattro: istruzione, sanità, economia e organizzazione. I nostri operatori sociali andavano in un villaggio e si mettevano a giocare con i bambini, insegnando loro a leggere e scrivere e a cantare. Quando la gente del villaggio li prendeva a benvolere, loro suggerivano di costruire una scuola per i bambini. Una famiglia magari dava alcuni bambù, un’altra portava foglie di palma da cocco per fare il tetto, e così si costruiva la scuola. I nostri operatori insegnavano senza ricevere alcun salario. Dopo aver costruito la scuola nel villaggio, mettevamo su un dispensario nel quale distribuivamo le medicine più comuni per aiutare la gente. Portavamo al villaggio studenti di medicina o dottori per un giorno o due e cercavamo di renderci utili. Organizzavamo anche cooperative e cercavamo di insegnare alla gente lavori di artigianato, quelli che potevano fare, con cui incrementare le entrate della famiglia. Dovevamo cominciare da noi stessi, partendo da zero. La Scuola dei giovani per il servizio sociale fu fondata nello spirito dell’autonomia: “non occorre che aspettiamo l’aiuto del Governo”.

Mentre il paese veniva raso al suolo, Thích Nhất Hạnh predicava pace, rispetto e amore verso il prossimo. Si rifiutò più volte di dare il suo appoggio a una fazione del conflitto, perché non voleva in alcun modo promuovere l’utilizzo della violenza.

Nel 1966 i pacifisti cristiani americani della Fellowship of Reconciliation (F.O.R.) lo invitarono negli Stati Uniti. Poco prima di lasciare il paese fondò l’ Ordine dell’Interessere per la pratica del buddhismo applicato alla vita quotidiana e diede le prime ordinazioni. A seguito di questo viaggio fu accusato di tradimento dal regime filo-americano del Vietnam del sud e non gli fu più consentito di ritornare per 39 anni complessivi di esilio anche dai governi del regime “comunista” del Vietnam riunificato nel 1975, dopo la fine della guerra; governi che continuarono per molti anni la persecuzione dei monaci e delle monache che si ispiravano a Thich Nhat Hanh.

Viaggiò per la pace in America, in Europa, in Australia, incontrando pacifisti cattolici e protestanti commossi dalla sua presenza, messaggio, ascolto profondo e parola amorevole. L’amicizia di Thich Nhat Hanh con Martin Luther King fece sì che il Pastore fino allora favorevole all’intervento militare americano in Vietnam, prendesse posizione contraria e l’anno seguente, nel 1967, candidò Thay (come veniva affettuosamente chiamato) al Nobel per la Pace scrivendo al Nobel Institute: “Non conosco nessun altro che sia più degno di ricevere il Premio Nobel per la Pace di questo mite monaco vietnamita. Ebbe colloqui significativi con i senatori Fullbright e Ted Kennedy, con il segretario alla difesa Mc Namara e altri leader statunitensi. Secondo alcuni osservatori americani questa amicizia e questi colloqui cambiarono il corso della storia degli Stati Uniti”.

Nel 1968, a Parigi, le superpotenze avviarono i negoziati di pace per il Vietnam che culminò negli accordi del 1973. Nel 1969 gli studenti di Thich Nhat Hanh dell’Associazione dei buddhisti vietnamiti all’estero organizzarono un convegno per presentare il punto di vista dei contadini vietnamiti, la maggioranza senza voce della popolazione che stanca di subire bombardamenti aerei e di mortai e azioni di terra da entrambe le parti per promesse fatte da stranieri, non aveva ancora nessun rappresentante alla conferenza. All’incontro partecipò anche “Danilo Dolci, l’oppositore nonviolento della mafia siciliana” (nato da madre slovena e padre siciliano da giovane fu arrestato come antifascista in Piemonte e in seguito artista poliedrico e geniale attivista, educatore nonviolento oppositore della mafia). Fu riconosciuta la Delegazione vietnamita buddhista per la pace (VBPD) che partecipò al tavolo delle trattative di Parigi e il cui portavoce fu Thich Nhat Hanh. La delegazione viveva e lavorava nell’indigenza traslocando da un piccolo appartamento all’altro nella banlieu parigina.

Dopo la fine della guerra (1975) all’epoca dell’esodo dei Boat People, Thay e i suoi collaboratori sensibilizzarono l’Alto commissariato per i rifugiati politici dell’ONU per soccorrere in mare le imbarcazioni di fortuna che spesso venivano allontanate dalla costa dai governi dei paesi del Golfo del Siam. Thay, scosso da ciò che vide, scrisse una poesia in occasione di un’ assemblea dell’UNCHR che apparse sui giornali di tutto il mondo. Con Sister Chan Kong e altri collaboratori noleggiò una nave cargo e una nave cisterna per soccorrere i Boat People.

Nel 1982 fondò Plum Village in Francia, una comunità per la pratica della meditazione e mindfulness-consapevolezza.

Nel 2000 l’UNESCO lo incaricò di elaborare il Manifesto 2000 per una cultura di pace.

Nel 2005 il governo del Vietnam permise che Thay –dopo almeno dieci anni di richieste al Comitato Centrale del Partito Comunista e al Governo da parte di amici in Vietnam e in tutto il mondo- rientrasse in patria con una folta delegazione del suo Sangha–monaci, monache e laici per tenere un corso di insegnamenti e pratiche.

Il Monastero di Bat Nha gli venne donato di fronte a una folla di migliaia di persone dall’abate, Venerabile Duc Nghi, perché diventasse un centro monastico di formazione nella tradizione di Plum Village. L’istituzione del centro di pratica di Bat Nha ricevette il sostegno del Governo del Vietnam e della Chiesa Buddhista ufficiale del Vietnam.

Nell’agosto del 2008 l’abate del monastero di Bat Nha fu sollecitato dal Governo a ritirare il suo appoggio ai 500 monaci e monache. La polizia delle Provincia iniziò a perseguitare con violenze, molestie e provocazioni le monache e i monaci che mai rispondevano. Nel dicembre 2009 il monastero fu evacuato violentemente e distrutto. Molti dei monaci e delle monache disperse ebbero un salvacondotto in Thailandia su pressione dell’Unione europea e qui ricostruirono Bat Nha dove hanno soggiornato a lungo anche i due monaci italiani di Plum Village).

Pur colpito da un terribile ictus nel 2014 continua a suo modo a seguire chi interviene ai suoi ritiri a cui partecipano ogni anno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo.

È vegano e fautore dei diritti degli animali.

In oltre un centinaio di libri ha creato un insegnamento buddhista rivolto agli occidentali, basato sulla Mindfulness: consapevolezza, presenza mentale. Ha centri in ogni continente e un seguito di centinaia di migliaia di persone. Non chiede ai suoi seguaci occidentali di abbandonare la propria religione.

Ascoltiamo ora le sue parole sulla sua visione del Buddhismo impegnato: “ Come già detto, il primo significato del termine Buddhismo Impegnato è “quel genere di buddhismo che è presente in ogni momento della nostra vita quotidiana”. Mentre ti lavi i denti, il buddhismo dovrebbe essere presente. Mentre guidi l’auto, il buddhismo dovrebbe essere presente. Mentre percorri il supermercato, il buddhismo dovrebbe essere presente – in modo che tu possa sapere che cosa comprare e che cosa no!

Il buddhismo impegnato, dunque, è quel genere di saggezza che dà una risposta a ogni cosa che accade qui e ora: il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, la distruzione dell’ecosistema, la mancanza di comunicazione, la guerra, il conflitto, il suicidio, il divorzio. In quanto praticanti di consapevolezza dobbiamo essere consapevoli di ciò che ci accade nel corpo, nelle sensazioni, nelle emozioni, nell’ambiente che ci circonda. È questo il Buddhismo Impegnato. Buddhismo Impegnato è quel genere di buddhismo che risponde a ciò che sta accadendo qui e ora”.

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IL BLOG DI MASSIMO E SIBILLA MANNARELLI

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