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Massimo Mannarelli

CHIARA LUBICH E I SUOI FOCOLARINI


Chiara Lubich all'anagrafe Silvia nacque a Trento il 22 gennaio 1920 da una madre fervente cattolica e un padre di matrice socialista. Nel 1929 la famiglia fu costretta a vivere anni di estrema povertà. Chiara, che sin da giovanissima diede lezioni private per mantenersi agli studi, insegnò alle scuole elementari nei paesini di Castello e Livo sui monti trentini (1938-40) e poi a Trento, nell'orfanotrofio dei Cappuccini (1940-43). Appassionata dalla ricerca della verità, iniziò gli studi di filosofia iscrivendosi all’Università Ca' Foscari Venezia, che fu tuttavia costretta a interrompere a causa della guerra.

Il 7 dicembre 1943, si consacrò con voti privati a Dio, scegliendolo come il "Tutto" della sua vita. È l'atto di nascita dell'Opera di Maria, movimento ecclesiale meglio conosciuto come dei Focolari.

Chiara decise di vivere l'insegnamento puro e primigenio del Vangelo (accompagnandosi, ad esempio, ai poveri della sua città e in questo seguendo l'esempio di Cristo) e presto coinvolse un gruppo di amiche, che divennero il primo nucleo del movimento, che prese spunto dall’ultima preghiera di Gesù: «perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.» (Gv 17,21)

Nacque il carisma del movimento che si pose come obiettivo il raggiungimento dell'unità fra generazioni, culture e religioni. Per questo motivo il movimento andava oltre la religione cristiana, riunendo persone di ogni fede e realizzando dialoghi con altre realtà nella Chiesa cattolica, Chiese e comunità ecclesiastiche non cattoliche, persone di altre religioni, persone di convinzioni non religiose.

Chi entrava a far parte del movimento era invitato a mettere in comune il superfluo, seguendo l'indicazione evangelica «date e più vi sarà dato».

Il movimento dei focolari, così creato, si rivolgeva principalmente a persone laiche e alcune di esse potevano poi decidere di consacrarsi a Dio tramite il movimento. Le persone che aderivano al movimento venivano definite "focolarini". Il movimento era composto dai "focolarini a vita comune" e da "focolarini sposati", che sceglievano di consacrarsi a Dio ciascuno nel proprio stato. I focolarini potevano essere maschili o femminili. I focolarini e le focolarine erano chiamati familiarmente da Chiara Lubich popi e pope (cioè "bambini" e "bambine" in dialetto trentino). Nei focolari potevano convivere anche persone appartenenti a confessioni diverse, ma accomunate dal desiderio di donarsi in modo totale a Dio, per permettere ciò i focolari erano dotati di cappelle ecumeniche. Ogni focolare era spesso responsabile di un territorio che viene definito "zonetta".

Nel 1948 Chiara incontrò al parlamento lo scrittore, giornalista e deputato democristiano Igino Giordani, da lei poi ribattezzato Foco, ritenuto cofondatore del movimento per il suo contributo all'incarnazione nel sociale della spiritualità dell'unità.

Nel 1949, in un periodo di riposo estivo a Tonadico sulle Dolomiti, Chiara Lubich ebbe particolari intuizioni che per la loro bellezza e contenuto definì «Paradiso». Queste intuizioni riguardavano, tra l'altro, il progetto di Dio sul futuro dell'Opera di Maria allora nascente.

In quello stesso anno l'incontro con Pasquale Foresi, un giovane formatosi in ambienti cattolici, travagliato da una profonda ricerca interiore, che divenne il primo focolarino sacerdote, che accanto alla Lubich, ebbe il merito di aver contribuito, a far nascere gli studi teologici nel Movimento e di avviare la casa editrice Città Nuova e a realizzare la cittadella di Loppiano (Firenze). Per questo suo importante apporto, accanto a Igino Giordani, è stato considerato co-fondatore.

Dopo i tragici fatti della rivoluzione ungherese del 1956, Chiara Lubich raccolse l'appello di papa Pio XII, che chiedeva che il nome di Dio ritornasse «nelle piazze, nelle case, nelle fabbriche, nelle scuole», facendo nascere i Volontari di Dio, laici che si impegnano a vivere in modo radicale la spiritualità evangelica dell'unità, mirando ad emulare la vita dei primi cristiani. Pochi anni dopo, nel 1962, papa Giovanni XXIII diede la prima approvazione al movimento; gli statuti, che comprendevano gli sviluppi seguenti del Movimento, vennero approvati nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Nel 1985, Chiara Lubich ottenne da Papa Wojtyla il raro privilegio che anche nel futuro il presidente del Movimento fosse sempre una donna, per garantirne il carattere prevalentemente laicale.

Nel 1964 fondò la cittadella di Loppiano nelle colline del Valdarno, presso Firenze, la prima di una serie di cittadelle in vari paesi del mondo.

Nel 1966 diede vita al Movimento Gen (Generazione Nuova), rivolto ai giovani.

Nel 1991 visitò il Brasile e, colpita dalla miseria delle favelas, lanciò l'Economia di Comunione, prospettando una nuova teoria e prassi economica basata anche su una diversa distribuzione degli utili (un terzo per lo sviluppo dell'azienda, un terzo ai poveri, un terzo alla formazione dei membri del movimento) e aggregando in breve tempo un migliaio di aziende.

In tal modo orientava l'economia al Vangelo e concretizzava, sin da allora, gli attuali fondamenti della responsabilità sociale d'impresa, da lei approfonditi con Igino Giordani e Giancarlo Pallavicini, col suo "Metodo della scomposizione dei parametri”.

Dal 1997 al 1998 si dedicò ad aprire nuove prospettive per il dialogo interreligioso. Fu invitata a parlare della sua esperienza cristiana in Thailandia a 800 tra monache e monaci buddisti, a New York a 3.000 musulmani afroamericani nella moschea di Harlem ed in Argentina alla comunità ebraica di Buenos Aires.

Nel 2006, all'età di 86 anni, venne ricoverata per un paio di mesi al Policlinico Gemelli di Roma per un'infezione polmonare acuta e vi fu ricoverata nuovamente nel 2008. In tale occasione Le giunse una lettera personale del Pontefice e la visita del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I che era a Roma in occasione del suo incontro con il Papa in Vaticano.

ll 13 marzo 2008, non essendovi più nessuna possibilità di intervento da parte della medicina, chiese e ottenne di essere dimessa per poter tornare nella sua casa a Rocca di Papa, dove morì serenamente il giorno dopo, all'età di 88 anni.

Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, tra cui numerose le personalità politiche e i rappresentanti di altri movimenti ecclesiali nonchè di diverse Chiese Cristiane e religioni. Papa Benedetto XVI fece giungere un suo messaggio, in cui affermava che la Lubich era una donna in piena sintonia col pensiero dei papi, che talvolta riusciva ad intuire ed attuare in anticipo.

Il 27 gennaio 2015 nella cattedrale di Frascati ha avuto luogo l'apertura solenne della “Causa di beatificazione e canonizzazione della "Serva di Dio Chiara (Silvia) Lubich”.

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