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  • Massimo Mannarelli

IL QUACCHERO FOX E LA "SOCIETA' DEGLI AMICI"


L'origine del termine “quacchero” è incerta: una delle ipotesi più accreditata è che provenga dall'inglese arcaico "quacksalver", a sua volta derivante dall'olandese "kwakzalver", appellativo con cui venivano indicati, in senso dispregiativo, gli appartenenti a un movimento protestante, sorto nell'ambito della Chiesa anglicana in Inghilterra nel XVII secolo che durante le loro riunioni, ritenevano scendesse lo Spirito, che si manifestava in loro attraverso alcune manifestazioni esteriori, fisiche (fremiti estatici), tra cui il tremore, da cui deriverebbe il termine inglese "quaker" (tremante).

Secondo il fondatore George Fox, il termine “quaker” fu usato per la prima volta dal magistrato Bennet, chiamato a pronunciarsi sulle accuse di blasfemia, dopo che Fox lo ammonii di tremare davanti alla parola del Signore.

Tuttavia il gruppo di Fox preferiva autodefinirsi "Society of friends", ossia "Società degli amici" (di Gesù) e traeva questo nome dal Vangelo di Giovanni 15,15, in cui Gesù dice ai discepoli: "Io non vi chiamo più servi; perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio".

George Fox (1624-1691) nacque da una famiglia puritana e crebbe in un rigido moralismo. All'età di 19 anni (1643), considerò la sua religione troppo formale e istituzionalizzata e venuta meno ai principi di santità biblici; egli cominciò la sua ricerca spirituale, confrontandosi, Bibbia alla mano, prima di tutto con la realtà religiosa del suo tempo, cercando delle risposte che potessero appagare il desiderio dell'anima sua, ma senza risultato.

Dopo quattro anni circa (1647), raggiunse l'illuminazione che tanto aspettava. Nel suo diario si legge: «Quando la Luce spuntò, tutto ciò che non era toccato da essa mi apparve come tenebre, morte, tentazione, realtà peccaminosa e priva di Dio: la Luce rendeva tutto manifesto e visibile».

In questa sua rivelazione mistica, si sentì appagato completamente e scoprì che l'uomo doveva essere fortificato e guidato nel suo cammino di fede da una "luce divina" interiore e non da un libro, anche importante come la Bibbia, o da una classe di ministri ordinata, né da riti come il battesimo o la cena del Signore; questi erano stati, sì, strumenti usati da Dio, ma inferiori alla "luce interiore" che Egli aveva realizzato.

Forte di ciò, si mise subito a predicare. Il suo slogan era: "Per troppo tempo Cristo è stato chiuso nella Bibbia e nei riti religiosi, sia Egli il vostro profeta, il vostro sacerdote, il vostro re, ubbiditegli", ottenendo un buon successo e formando una comunità ben nutrita di "illuminati".

Nel giro di soli tre anni si potevano contare 50.000 quaccheri e il numero raddoppiò prima della fine del secolo. Non va però confuso il quaccherismo delle origini con l'attuale teologia quacchera, infatti questo gruppo nacque durante gli anni più intricati delle guerre civili e rivoluzionarie inglesi, quando in Inghilterra (e nelle rimanenti parti del Regno Unito) si aggiravano congreghe di santoni, profeti, santi autoproclamati, libertini, eretici, ecc.

In questo contesto, influenzato dalla Famiglia del libero amore, dagli anabattisti radicali, dai livellatori e dai ranters (che, pur molto simili ai quaccheri in origine, divennero libertini con sfumature panteistiche, deistiche o addirittura atee), nacque e si diffuse il messaggio quacchero.

Dalle altre sette coeve si distanziò inizialmente non per un suo maggior rispetto per l'ordine costituito (che era rifiutato in toto), ma per l'atteggiamento quietistico, alieno alla violenza, tollerante verso gli adepti di altre congregazioni, mantenendo comunque un atteggiamento irrispettoso delle esteriorità (non si toglievano mai il cappello per salutare i nobili) e delle convenzioni sociali su cui si reggeva il governo, tanto quello parlamentare, quanto quello monarchico, e, a differenza delle altre sette, si seppe organizzare per resistere alle persecuzioni, con spirito di martirio.

Lo stesso Fox, a motivo della sua attività evangelica e intransigenza, comparve molte volte davanti a giudici, riportando otto condanne al carcere e scontò otto anni di prigione; nel 1653 gli venne inflitta la pena di morte, che non venne eseguita solamente per l'intervento di alcune personalità straniere.

Egli prolungò il suo raggio d'azione anche fuori dall'Inghilterra: viaggiò per il continente europeo, intraprese la predicazione nelle Indie occidentali e infine nell'America del nord. Smise la sua frenetica attività di predicatore itinerante a Londra, quando giunse la morte.

Il testimone passò a William Penn, che continuò il lavoro che Fox aveva svolto nell'America del nord, fino a fondare un proprio stato libero, uno stato "quacchero" nella regione a ovest del Delaware nel 1682, chiamata poi da re Giacomo II Pennsylvania, dal nome di Penn che significa "boschi di Penn" e che fu voluto anche dallo stesso William Penn, per onorare il padre e indicare la natura boscosa del territorio. A William Penn si deve anche la prima proposta per la creazione di un Parlamento europeo: già nel 1693, egli propose l'istituzione di un Parlamento con rappresentanti di tutte le nazioni europee, con un numero di deputati eletti in proporzione alla grandezza del paese.

Questo movimento si diffuse rapidamente per tutta l'America e s'impegnò molto in varie battaglie in campo sociale, come l'abolizione della schiavitù, l'estensione dell'istruzione a tutte le fasce della popolazione e le riforme nelle carceri e nei manicomi; essi anche nella prima e seconda guerra mondiale, si distinsero per la loro opera di assistenza, tanto da conquistare il premio Nobel per la pace, nel 1947.

Il movimento quacchero esercitò un importante influsso sul pensiero del filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson. Anche alcuni pacifisti europei furono attratti dagli ideali dei quaccheri, come ad esempio il fondatore del Servizio civile internazionale, lo svizzero Pierre Ceresole.

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