ARTE SACRA E ARTE RELIGIOSA
Secondo la definizione di Titus Burckhardt, l'arte sacra si basa sul simbolismo inerente alle forme. In quest'ottica: «...un simbolo non è semplicemente un segno convenzionale; esso manifesta il suo archetipo in virtù di una certa legge ontologica»
L’arte sacra non ha come obiettivo quello di trasmettere impressioni o evocare emozioni, ma è un simbolo e per questo si serve di mezzi semplici e primordiali.
Secondo Rodolfo Papa l’arte religiosa si colloca tra le arti belle e, al vertice dell’arte religiosa, si individua l’arte sacra.
Dice Papa: "Le arti utili sono rivolte a mezzi pratici, mentre le arti belle sono finalizzate alla bellezza. L’arte, dunque, va precisandosi nella sua identità specifica, per un rapporto particolare con la bellezza. Ed è proprio nel contesto delle arti belle che dobbiamo cercare la collocazione dell’arte sacra. Infatti la bellezza dell’arte esprime la bellezza del creato e, dunque, del Creatore, è quindi costitutivamente aperta nei confronti di Dio".
L’arte religiosa contiene l’arte sacra, ma non viceversa. Potremmo dire che tra l’opera d’arte religiosa e l’opera d’arte sacra intercorre lo stesso rapporto che unisce e distanzia una poesia che parla di Dio ed una preghiera: anche la preghiera è bella, quanto la poesia, ma ha una diversa specifica identità. L’aggettivo “sacro”, spiega bene Papa, viene infatti attribuito innanzitutto al culto, ai riti, ai luoghi, appunto “sacri”, e parimenti all’arte “sacra” e alle sue opere. L’arte religiosa diviene cioè “sacra” quando è finalizzata al sacro culto, al sacro rito, al sacro luogo, affinché “serva con la dovuta reverenza e il dovuto onore alle esigenze degli edifici sacri e dei sacri riti”.
Dunque l’arte sacra, ribadisce Papa, è integralmente arte, ma trova la sua identità nella sacralità del rito cui è destinata e che la informa dall’interno, cosicché un’opera d’arte sacra deve essere autenticamente un’opera d’arte, ma non è sufficiente che lo sia; deve infatti essere intimamente e interamente finalizzata alla sacralità, deve farsi specchio delle verità di fede, deve farsi celebrazione e liturgia. Ciò impone una peculiare connotazione dell’opera d’arte stessa, tanto che nei documenti magisteriali, si trovano anche le indicazioni per distinguere ulteriormente l’arte sacra in “autentica” e “non autentica”.
La concretizzazione primaria dell’arte sacra è stata la costruzione di un tempio, la cosiddetta casa dello spirito divino. In senso spirituale, il tempio si pone al centro del mondo, Burckhardt scrive che: «...in tal luogo l’uomo si sottrae all’indefinito dello spazio e del tempo, giacché qui e ora Dio è presente nell’uomo».
Questo si esprime al meglio nella forma del tempio che ordina lo spazio in rapporto al suo centro. L’architettura sacra trasforma in forma permanente tutto ciò che è in movimento nell'universo. Il tempio rappresenta secondo Burckhardt: "...la perfetta compiutezza del mondo, il suo aspetto atemporale o il suo stato finale, in cui tutte le cose riposano dell’equilibrio che precede la loro reintegrazione nell’unità indivisa dell’Essere"
L’architettura del luogo di culto implica anche un aspetto di sacrificio perché i materiali per la costruzione del tempio sono sottratti a ogni uso profano e offerti alla divinità. Tale sacrificio tende a compensare quello che c’è all’origine del mondo. Come in ogni sacrificio, il materiale sacrificato subisce una trasformazione qualitativa e viene assimilato a un modello divino. Ne è un esempio il Tempio di Gerusalemme realizzato da Salomone secondo il piano rivelato a Davide. La forma rettangolare o cubica sta ad esprimere la legge definitiva e immutabile, in contrapposizione alla forma sferica del cielo che è indefinita e sottratta ad ogni misura.
Questi fondamenti dell’arte sacra si ritrovano, in maniera diversa, nelle diverse tradizioni religiose: Induismo, Cristianesimo, Islamismo, Buddismo, Taoismo ed Ebraismo. Ovviamente, dato che ogni religione presenta una spiritualità differente, anche le loro manifestazioni artistiche saranno differenti e rispecchieranno il loro stile. Esiste tuttavia una differenza generale tra l’arte sacra orientale e quella occidentale.
Nel Concilio Vaticano II, si afferma: «L’uomo, inoltre, applicandosi allo studio delle varie discipline, quali la filosofia, la storia, la matematica, le scienze naturali, e occupandosi di arte, può contribuire moltissimo ad elevare l’umana famiglia a più alti concetti del vero, del bene e del bello e ad un giudizio di universale valore» (n. 57); «Fra le più nobili attività dell’ingegno umano sono annoverate, a pieno diritto, le belle arti, soprattutto l’arte religiosa e il suo vertice l’arte sacra» (n. 122).
L’arte viene collocata tra le discipline che elevano l’uomo, dunque possiede una autentica connotazione umanistica, intendendo l’umanesimo come cultivatio animi. Questa elevazione della famiglia umana avviene mediante la conoscenza del vero, del bene e del bello. E’ chiaro il riferimento alle caratteristiche trascendentali dell’essere, cioè a quelle caratteristiche che sono possedute da tutto ciò che è in quanto è, ovvero la verità, la bontà e la bellezza, che sono perfezioni partecipate da Dio a tutto il creato. E’ anche chiaro come l’arte si definisca per un singolare rapporto con la bellezza.
Rodolfo Papa afferma che: “Poiché la nozione di arte è molto vasta e plurale, è utile fare riferimento alla distinzione tra arti liberali (ovvero le arti teoriche, che non implicano un lavoro fisico come la poesia) e arti meccaniche (ovvero le arti che implicano il lavoro manuale, come la scultura e la pittura). Tuttavia si tratta di una distinzione che il Rinascimento ha già mostrato di superare; l’autentica arte implica la liberalità della conoscenza e la meccanicità (ovvero la praticità effettiva) della produzione. Dunque per certi versi supera tale separazione o meglio la integra organicamente”.