IL FONDATORE DEL METODO "PILATES"
Joseph Pilates nacque in un piccolo paesino tedesco chiamato Mönchengladbach, vicino a Düsseldorf. Suo padre, il cui cognome originale era Pilatu, aveva origine greca e fu atleta pluripremiato in Germania. Pare che da piccolo il padre venisse preso in giro dai suoi coetanei che lo schernivano dicendo "Ponzio Pilato, assassino di Gesù Cristo" e proprio per questo motivo successivamente decise di cambiare il suo cognome in Pilates. Sua madre, invece, era una naturopata di origine tedesca.
Joseph era un bimbo magro e cagionevole di salute soffrendo di asma, rachitismo e febbre reumatica, patologie che lo portarono a sviluppare una muscolatura debole nonché una diminuzione o incapacità di movimento.
Questi suoi problemi a livello fisico, lo portarono a decidere di studiare attentamente il corpo umano, cercando di scoprire il modo di rinforzarlo e rinvigorirlo attraverso l'esercizio fisico. Partendo da un libro di anatomia donatogli dal vecchio medico di famiglia iniziò a studiare tutte le parti del corpo e cominciò ad osservare e studiare anche il movimento negli animali, la filosofia orientale e i metodi di allenamento degli antichi Greci e Romani che secondo lui erano riusciti a raggiungere l'equilibrio ideale tra corpo, mente e spirito.
Egli osservò attentamente anche il movimento di gatti e bebè.
Si focalizzò ovviamente anche su discipline fino ad allora praticate ossia culturismo, lotta, yoga, Tai Chi, meditazione zen e ginnastica.
Grazie a questi studi e determinazione a quattordici anni essendo riuscito a superare le patologie da cui era affetto iniziò a posare come modello anatomico e diventò un grande sportivo (con buoni risultati in box, ginnastica, nuoto, immersioni e sci).
Nel 1912, si trasferì in Inghilterra per migliorare la sua tecnica da boxeur; lavorò al circo e presso una palestra come istruttore di difesa personale (dicono che fu l'insegnante dei detective di Scotland Yard).
Nel 1914, divenuto una stella circense, viaggiò per tutta l'Inghilterra insieme al fratello, esibendosi in numeri acrobatici dove sembrava "una statua greca vivente".
Con l'inizio della Prima Guerra Mondiale, fu internato in un campo di concentramento a causa della sua nazionalità tedesca e non lasciandosi prendere dallo sconforto decise di impegnarsi ad addestrare gli internati con lezioni di lotta e difesa personale per migliorarne insieme corpo e spirito. Cominciò ad ideare una serie di esercizi destinati ad essere fatti in uno spazio ridotto e limitato e a sviluppare quello che sarebbe diventato il “Metodo Pilates". Successivamente venne trasferito in un altro campo, dove lavorò come barelliere in un ospedale. Avendo a che fare con i feriti di guerra che non erano in grado di alzarsi dal loro letto, montò un sistema di molle sui letti dei pazienti, i quali appoggiando le estremità sulle molle riuscivano ad esercitarsi e allenarsi anche da sdraiati. L’allenare il corpo permise di rafforzarne le condizioni di salute e nessuno dei suoi pazienti morì nell'epidemia di influenza e febbre che colpì l’Inghilterra nel 1918.
Finita la guerra ritornò in Germania. Gli venne proposto di seguire la preparazione e allenamento della polizia militare di Amburgo. Sempre in Germania, iniziò ad avere clienti privati come il ballerino e teorico della danza Rudolf Laban, che integrò nei suoi programmi di danza alcune tecniche di Pilates, o Mary Wigman, una famosa ballerina e coreografa che introdusse alcuni degli esercizi del Metodo Pilates come riscaldamento nelle sue lezioni di danza. Continuò poi a dedicarsi a chi aveva vissuto la guerra seguendo la riabilitazione di reduci di guerra per i quali installò delle corde alle estremità del letto in modo da immobilizzarne le estremità e successivamente aggiunse delle carrucole (fu l'origine di due macchine da allenamento Pilates: il cadillac e il reformer).
La sua fama si diffuse anche tra i medici poiché con il suo metodo permetteva una riabilitazione dei pazienti più rapida e integrale e soprattutto al di fuori delle strutture ospedaliere.
Tra il 1923 e il 1926, Joseph fu invitato ad allenare il nuovo esercito tedesco, ma rinunciò all'incarico poiché non condivideva gli ideali politici tedeschi. Successivamente decise di partire per gli Stati Uniti.
Durante il viaggio verso gli USA conobbe una donna di nome Clara, maestra, che diventò la sua seconda sposa (non si hanno notizie sulla sua prima moglie).
Nel 1926 i coniugi aprirono, al numero 939 della Eighth Avenue di Manhattan (New York), uno studio per permettere lo studio e l'applicazione del Metodo Pilates. Nello studiò iniziò a lavorare con strumenti e macchine creati per la riabilitazione (cadillac e reformer) e ne creó altre nuove come la silla Wunda e il barrel, macchine tutte fabbricate in legno d'acero dal fratello Fred, carpentiere.
Il metodo Pilates (da lui ai tempi chiamato Contrology) comprendeva all’inizio una prima parte chiamata Mat Work, e una seconda parte basata su un attrezzo, l'Universal Reformer, con lo scopo di conservare inalterato il tono muscolare.
Nel suo studio iniziarono ad andare coreografi famosi come Ruth St. Denis, Ted Shawn, Jerome Robbins, George Balanchine e Martha Graham e altre persone famose come l'attore José Ferrer o lo scrittore Christopher Isherwood. Inoltre coreografe come Hanna Holm inserirono gli esercizi di Pilates nelle loro lezioni di danza.
Nel 1934 pubblicò "Your health: a corrective system of exercising that revolutionizes the entire field of physical education ", libro di sole sessanta pagine nel quale l’autore descriveva la sua filosofia di vita, la sua teoria sulla salute, sull'igiene e sull'esercizio fisico.
Tra il 1931 e il 1951, Pilates e Clara parteciparono al festival della danza Jacob's Pillow, sulle montagne Berkshire, in Massachusetts, e il suo metodo così si diffuse sia tra la gente ricca e famosa sia tra le persone di altre classi sociali.
Nel 1945, insieme a William J. Miller e Judd Robbins, Pilates pubblicò "Return to life through contrology", un manuale con un'introduzione di Miller che spiegava i fondamentali del Pilates e i suoi 34 esercizi basilari che consistevano nel cosiddetto “Mat Work”.
Il 9 ottobre del 1967 morì a New York, all'età di 83 anni, dopo essere stato l'allenatore, tra gli altri, di Carola Trier, Eve Gentry, Audrey May, Ron Fletcher, Jay Grimes, Lolita San Miguel e Mary Bowen. Il suo studio fu poi rilevato da Romana Kryzanowska, una sua allieva.
Lasciamo ora alle parole di Pilates spiegare il suo metodo ed il suo approccio:
“Ho inventato tutte queste macchine. Ho pensato, perchè usare la mia forza? Così ho inventato una macchina che lo facesse al posto mio. Farà resistenza ai tuoi movimenti soltanto nel metodo corretto, così che i muscoli interni dovranno veramente lavorare con questa forza di opposizione. In questo modo potrai concentrarti sul movimento. Dovrai sempre farlo in lentezza e dolcezza, allora il tuo corpo ne sarà coinvolto completamente”.
“Pazienza e perseveranza sono qualità fondamentali nella buona riuscita finale di qualunque sforzo che valga la pena di essere compiuto”.
“Se il vostro sonno è disturbato, alzatevi immediatamente ed eseguite i vostri esercizi. E' molto meglio sentirsi stanchi per lo sforzo fisico che sentirsi affaticati dai "veleni" generati dal nervosismo mentre giacevate svegli”.
“Ci ritroviamo incurvati, con le spalle bloccate, gli occhi scavati, con i muscoli fiacchi e la nostra energia vitale decisamente ridimensionata se non addirittura svanita. Questo non altro è che la conseguenza del non aver sviluppato uniformemente tutti i muscoli della colonna, del tronco, delle braccia e delle gambe mentre svolgiamo le nostre attività quotidiane”.
“Come con piccoli mattoni si costruiscono grandi edifici, allo stesso modo lo sviluppo dei muscoli più piccoli aiuta il rafforzamento di quelli più grandi. Perciò, quando tutti i tuoi muscoli saranno efficacemente sviluppati, svolgerai il tuo lavoro con minimo sforzo e massimo piacere”.
“Correttamente eseguiti e assimilati a livello inconscio, questi esercizi doneranno grazia ed equilibrio a tutte le attività quotidiane”.
“Un corpo vigoroso ed una mente sana vi consentiranno di avere un'enorme riserva di energia per gli sports, il tempo libero e le situazioni di emergenza”.