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  • Massimo Mannarelli

BAAL SHEM E LA NASCITA DEL CHASSIDISMO


Israel ben Eliezer (Podolia, 1698 – Medžybiž, 1760) conosciuto principalmente tra gli ebrei religiosi come il santo Baal Shem (Maestro del Nome di Dio o Maestro del Buon Nome) o più comunemente Baʿal Shem Ṭov per la sua reputazione di guaritore itinerante fu il fondatore del moderno chassidismo.

Pare che i suoi genitori fossero gente povera, retta, onesta e pia. Quando Israel rimase orfano, la sua comunità si prese cura di lui. A scuola, si distinse solo per le sue frequenti sparizioni a seguito delle quali veniva sempre ritrovato nei boschi, mentre vagava tra le montagne dei Carpazi, godendo estaticamente della loro bellezza.

Non dimostrò subito doti particolari, ma gli fu affidato l'incarico di radunare e portare i bambini allo Heder (scuola tradizionale primaria). Svolse poi molti lavori, tra cui quello di assistente scolastico, guardiano di una sinagoga, minatore, taverniere.

Soltanto verso i trent'anni divenne profondo studioso e mistico. Molti dei suoi discepoli credevano che discendesse dalla genealogia davidica, la Casa di Davide.

Nel 1716 si sposò, ma la moglie morì poco dopo.

Da quel momento viaggiò per tutta la Galizia orientale. Dopo aver prestato servizio per lungo tempo come aiutante in diverse piccole comunità dell'Ucraina occidentale, si stabilì come melamed (insegnante religioso) a Tluste nei pressi di Zalischyky (Ucraina).

Aderì alla società segreta dei mistici chiamati Tzaddikim Nistarim e ne divenne loro leader. Prendendosi cura degli ebrei poveri, li incoraggiava a diventare agricoltori per sottrarsi alla cronica povertà che li affliggeva. Questa società segreta decise che c'era bisogno di occuparsi delle necessità educative dei bambini presenti nelle piccole comunità agricole e Baal Shem cercò di infondere in questi bambini il rispetto dei genitori e l'amore per Dio e per il prossimo.

Grazie alla sua provata onestà e conoscenza della natura umana, venne scelto come arbitro e mediatore in cause giuridiche, e le sue prestazioni furono spesso portate nei tribunali civili ebraici in Polonia.

Durante la sua azione in queste cause giuridiche si fece notare dall'abbiente ed erudito ebreo Ephraim di Brody, che gli promise la mano della figlia Chana. Purtroppo Ephraim morì senza aver avvertito la figlia di questa promessa di matrimonio, ma quando Chana venne a sapere della volontà del padre non esitò ad onorarla.

Israel ben Eliezer e Chana ebbero due figli: Udel (nata nel 1720) e Zvi Hersh.[24]

La condizione di povertà in cui viveva migliorò quando assunse la funzione di macellaio rituale, e successivamente quando iniziò a gestire una taverna del villaggio grazie alla generosità di suo cognato.

Durante i molti anni in cui era vissuto nei boschi ed entrato in contatto coi contadini, Israel aveva imparato ad usare le piante per scopi curativi ed effettuare numerose guarigioni. La sua prima apparizione in pubblico fu come un "ordinario" Baal Shem mentre preparava amuleti e prescriveva cure.

Dopo molti viaggi tra Podolia e Volinia, la sua autorità crebbe notevolmente, motivo per cui decise, attorno al 1740, di esporre i suoi insegnamenti negli shtetl (villaggio abitato da ebrei di lingua yiddish) di Medzhybizh, dove la gente veniva ad ascoltarlo. Medzhybizh divenne la sede del movimento e della dinastia chassidica Medzybizh.

Il suo seguito gradualmente aumentò e con esso l'antipatia, per non dire ostilità, dei talmudisti. Tuttavia, il Baal Shem Tov venne sostenuto, all'inizio della sua carriera, da due talmudisti di spicco, i fratelli Meïr e Isaac Dov Margalios. In seguito acquisì sempre più supporti da varie autorità rabbiniche universalmente riconosciute, che divennero suoi discepoli e attestarono sia la sua profondità intellettuale che la sua santità. Tra questi si annoverano Rabbi Meir Margolius, Rabbino Capo di Lemberg, Rabbi Yaakov Yosef Hakohen, rabbino di Polnoy, Rabbi Dovid Halperin, rabbino di Ostroha, Rabbi Israel di Satinov, autore di Tiferet Yisrael, Rabbi Yoseph Heilperin di Slosowitz e Rabbi Dovber di Mezeritch la cui fama come talmudista fu dovuta principalmente all’introduzione delle dottrine del Besht in numerosi circoli culturali.

Va ricordato che perfino il rinomato rabbino sefardita, Chaim Joseph David Azulai citava il Baal Shem Tov nelle sue opere in termini molto positivi.

Mentre il Baal Shem Tov era in vita, i conflitti tra le varie correnti dell'ebraismo, talmudismo e chassidismo erano ridotti al minimo. Infatti, il Baal Shem Tov considerava se stesso ed i suoi seguaci come parte della corrente principale ebraica. Il Baal Shem Tov si schierò con i talmudisti nelle loro controversie contro i frankisti. Il Frankismo, il cui leader era Jacob Frank (1726 - 1791) altro non era che un movimento religioso di matrice sabbatiana, una organizzazione eretica che si sviluppò attorno alla figura di Sabbatai Zevi (1626 - 1676), un cabalista che si proclamò messia degli ebrei.

I frankisti che respingevano ogni norma religiosa e incitavano i seguaci a trasgredire la morale ebraica, si convertirono in massa al cristianesimo, cosa che sollevò molte preminenti figure ebree, poiché dimostrava chiaramente la drastica separazione degli eretici dall'ebraismo tradizionale. Tuttavia il Baal Shem Tov si rattristò profondamente dell'accaduto e avrebbe detto: "Fintanto che un arto malato è ancora collegato al corpo, c'è speranza che possa essere salvato; ma una volta amputato, se n'è andato e non c'è più speranza." Tuttavia lo sconvolgimento causato dal movimento frankista sembrò minare la salute del Baal Shem Tov, che infatti morì poco dopo.

Israel ben Eliezer non ha lasciato libri. Il commentario cabalistico di Salmi 107 a lui attribuito, dal titolo Sefer mi-Rabbi Yisrael Baal Shem-Tov (Žytomyr, 1804) viene ritenuto apocrifo. Per esaminare i suoi insegnamenti è quindi necessario considerare i suoi discorsi come riportati nelle opere dei discepoli chassidim. La maggior parte è reperibile nelle opere di Rabbi Jacob Joseph di Polnoy. A seguito della morte del suo fondatore, lo Chassidismo fu coinvolto in uno scisma, dove ogni parte si arrogava il diritto di disporre per sé l'autorità del Besht, per cui, da quel momento in poi, fu necessaria la massima cautela per giudicare l'autenticità dei discorsi attribuiti a Baʿal Shem Ṭov.

Il principio fondamentale sul quale si base lo chassidismo consiste in una concezione di Dio intensamente panenteistica, secondo la quale l'intero universo, la mente e la materia, sono una manifestazione del Divino e non una emanazione di Dio, poiché nulla può essere separato da Dio: tutte le cose sono forme in cui Dio si rivela. Quando l'uomo parla, dice il Besht, deve ricordarsi che il suo discorso è un elemento di vita e che la vita stessa è una manifestazione di Dio. In Dio esiste anche il male. Questa apparente contraddizione si spiega col fatto che il male non è male in sé, ma solo nella sua relazione con l'uomo. Ad esempio è sbagliato guardare una donna con desiderio, ma è divino ammirarla per la sua bellezza: è quindi sbagliato solo nella misura in cui l'uomo non considera la bellezza come una manifestazione di Dio, ma la fraintende e la pensa in riferimento a se stesso. Tuttavia, il peccato non è nulla di positivo, ma è pari alle imperfezioni delle azioni e del pensiero umano. Chi non crede che Dio risieda in tutte le cose, ma nei suoi pensieri separa Dio da esse, non ha la concezione giusta di Dio. È ugualmente fallace pensare ad una creazione nel tempo: la creazione, cioè l'attività di Dio, non ha fine. Dio è sempre attivo nei cambiamenti della natura: infatti, è in questi cambiamenti che consiste la continua creatività divina.

Il primo risultato dei suoi principi fu infondere nella comunità un notevole ottimismo. Dal momento che Dio è immanente in tutto, tutto deve possedere qualcosa di buono in cui Dio possa manifestarsi come fonte di bene. Per questo motivo, Ben Eliezer insegnava che ogni uomo deve essere considerato buono ed i suoi peccati devono essere spiegati: non andava condannato.

Grande fu il suo sforzo di convincere i peccatori che Dio si trovava tanto vicino a loro quanto ai giusti, e che le loro malefatte erano conseguenze della loro follia.

Al centro dell'insegnamento di Ben Eliezer c'è l'idea che si deve adorare l'Altissimo in ogni attività, non solo nell'osservanza di quanto prescritto, ma in qualsiasi atto della vita quotidiana. Proclamava che non nella mestizia, ma nella gioia si deve amare il Signore e che il pentimento è sempre e comunque possibile. La sua fama di guaritore, le ampie vedute in ambito religioso che lo portavano ad accogliere gli studiosi come gli analfabeti, fatto pressoché unico nell'Europa orientale del XVIII secolo, e il dono di far sperimentare un vivo sentimento di redenzione gli attirarono una larga cerchia di seguaci che in seguito diedero vita a numerose comunità di chassidim.

Un altro importante risultato delle sue dottrine, sul piano pratico, fu la negazione che l'ascetismo fosse gradito a Dio. "Chi sostiene che questa vita sia senza valore è in errore: vale invece molto; uno però deve sapere come usarla correttamente".

Così come Baʿal Shem Ṭov si opponeva agli asceti, così combatteva anche la rigidità e l'ipocrisia che si era accumulata sui rigorosi punti di vista talmudici, pur non abrogando nemmeno una singola osservanza o cerimonia religiosa. Il suo obiettivo di contesa era l'eccessiva importanza che l'interpretazione talmudica accordava al rispetto di una legge, mentre quasi del tutto trascurava il sentimento o la crescita della vita interiore dell'uomo. Mentre i rabbini del suo tempo consideravano lo studio del Talmud come la più importante attività religiosa, il Besht metteva tutta l'enfasi sulla preghiera. "Tutto ciò che ho raggiunto", osservò una volta, "l'ho ottenuto non attraverso lo studio, ma con la preghiera".

La preghiera, tuttavia, non è semplicemente una petizione a Dio che conceda una richiesta e nemmeno necessariamente parlare con Dio, ma piuttosto un attaccamento a Dio, la gloriosa sensazione di unità con Dio Onnipotente, lo stato dell'anima in cui la persona rinuncia alla propria consapevolezza di esistenza separata e si unisce all'Essere Eterno di Dio Supremo. "Un tale stato produce beatitudine indescrivibile, che è il frutto più importante della vera adorazione di Dio".

Il chassidismo che scaturì dagli insegnamenti e dalla personalità carismatica del Baal Shem Tov continua tuttora a mantenere la fedeltà di significativi gruppi ebraici dell'Europa orientale e della nuova diaspora ebraica. I Rebbe, guide spirituali delle varie correnti chassidiche, continuano ad esercitare una notevole influenza tra centinaia di migliaia di seguaci.

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