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  • Massimo Mannarelli

GROCK IL CLOWN OCCULTO


Charles Adrien Wettach nacque in svizzera nel cantone di Berna, precisamente a Reconvilier, nel 1880. Divenne un circense svizzero, noto con il nome di Grock.

Adolf, suo padre, era un umile orologiaio che si dilettava nella musica e nelle acrobazie per passione e che per un breve periodo fece anche parte del Circo Martinelli. Da lì nacque la passione per il circo che accompagnò Grock fino alla sua morte nel 1959.

All’età di 14 anni, Grock, si unì ad una compagnia di circensi come illusionista, funambulo e uomo-serpente. Nel corso degli anni imparò a destreggiarsi in tutte le specialità dalla giocoleria all’equilibrismo, dalle acrobazie sui cavalli ai numeri di magia, fino al contorsionismo. Inoltre, imparò a suonare un’infinità di strumenti, tra cui il pianoforte e il violino sui quali basava molti dei suoi spettacoli da clown.

Considerato da molti il più grande clown di tutti i tempi, in realtà aveva uno solo numero, cioè quello in cui interpretava un grottesco musicista che affrontava mille peripezie per riuscire a suonare il violino. Grock passò tutta la sua lunga carriera sviluppando e perfezionando questo singolo personaggio.

Grande imprenditore di spettacolo, fu lui a reinventare il ruolo dei clown, trasportati dal circo fino ai palchi di tutti i teatri. Nel corso del tempo riuscì a costruire intorno a sé un’enorme quantità di materiale iconografico, autoalimentando la propria leggenda e curando la propria immagine nei minimi dettagli. Grock, tra le altre cose, parlava alla perfezione sei lingue.

Nel 1903, fece coppia con il musicista Marius Galante in arte Brick, subentrando al suo precedente partner soprannominato Brock. Proprio in quegli anni acquisì il nome d’arte di Clown Grock.

Da allora girò il mondo in lungo e in largo fino alla consacrazione nel 1919 quando, all’Olympia di Parigi, venne eletto dal pubblico il re dei clown.

All’Olympia, il suo spettacolo durava circa un’ora e includeva trucchi e giocolerie mai viste prima. La perfezione era tutto ciò che inseguiva Grock con lo scopo di stupire e incantare il pubblico.

Nel 1950, sostenendo fortissime spese che lo portarono quasi in bancarotta (dopo essere stato l'artista più pagato d'Europa) creò un proprio circo mobile nel quale esordì la cantante Caterina Valente. Il grande successo dello show permise all'artista di rifarsi delle forti somme investite.

Nel 1954 diede l’addio definitivo al mondo del circo, dopo avere divertito anche Charlie Chaplin durante uno spettacolo a Vevey in Svizzera l’anno precedente.

Si ritirò nell’amata villa imperiese "La Villa Bianca" (che secondo alcuni prestò ai nazisti come base di guerra mentre secondo altre interpretazioni gli fu sequestrata) e nella quale visse con la moglie Ines e la figliastra Bianca, sino al giorno della sua morte avvenuta il 14 luglio 1959. Villa Bianca rimane tuttora un piccolo gioiello, dove si incontrano stile liberty, futurismo, art-decò e stili orientali.

Durante i suoi anni di attività fu apprezzato dai sovrani e dai capi di stato di mezzo mondo. Fece ridere ed emozionare migliaia di persone e soprattutto bambini, in un’epoca che vide susseguirsi due guerre mondiali. Un periodo in cui lo svago era per lo più inesistente e l’arrivo del circo in città era festeggiato come l’unica occasione per dimenticare le difficoltà della vita per qualche istante.

La sua vita privata, però, fu piena di ombre, dagli spettacoli per gli SS ai compromessi con il nazismo, fino ad altri aspetti oscuri mai chiariti fino in fondo.

Roberto Gremmo in "Fascismo E Magia" lo cita come uno dei tanti personaggi che visse nell'Italia fascista, dove fece nel 1928 la sua tournée.

Tuttavia, poco si sa del Grock dietro la maschera da clown. La sua figura, infatti, è avvolta nel mistero, per quanto la sua attrazione per la cultura esoterica si stata accertata; infatti elementi che richiamano all'occultismo, massoneria, cabbala e alchimia, si ritrovano in ogni angolo della villa e del suntuoso giardino.

Villa Bianca infatti non è solo un luogo fiabesco in cui emergono elementi architettonici ispirati al mondo del circo, ma anche un luogo che si interroga sul significato spirituale, esoterico e filosofico di alcuni elementi; in primis, il tempietto sull’isolotto in mezzo al lago che secondo quanto sottolineato da Andrea Dani in un prezioso ed accurato studio, “rimanda alla pratica dell’esoterismo” come una singolare fontana piena di emblemi iniziatici. Ma anche le particolari conformazioni geometriche della pavimentazione, i simboli sugli affreschi, la torre, le svariate sculture di cornucopie in giardino e la scritta in latino “Per Aspera Ad Astra” (Attraverso le asperità alle stelle) incisa a lato di una delle fontane.

Dopo la morte di Grock e della moglie, l’edificio cadde in rovina finché non fu acquisito nel 2002 dalla Provincia di Imperia che finanziò un accurato restauro nel rispetto delle caratteristiche originali, aprendolo al pubblico e favorendo la realizzazione al suo interno del “Museo del Clown”.

Grock fu anche un importante massone iscritto alla Grande Loggia svizzera fondata nel 1844 e disciplinata dalle disposizioni del Codice Civile Svizzero, presente in tutte le regioni linguistiche della Svizzera che costituisce la principale Obbedienza Massonica svizzera, riunendo più di 3.500 membri.

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