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Sibilla Mannarelli

LO YOGA PER L’EQUILIBRIO DI BACINO, ANCHE E PSOAS CONTRO ANSIA E STRESS


Nello Yoga si sostiene che nell’area delle anche e del bacino hanno sede le emozioni con cui non vogliamo confrontarci. Ma dal punto di vista fisiologico, come è possibile che il nostro bagaglio emotivo finisca proprio nelle anche?

E’ facile intuire come per il corpo femminile questa area sia un vero e proprio centro di gravità, ma anche per l’uomo, comunque, la pelvi sono la sede del movimento, la base di un corretto allineamento, equilibrio e postura.

Fin dalla nascita, la risposta del sistema nervoso simpatico può stimolare una forte contrazione dei flessori del corpo, avvicinando le costole agli organi interni e portando le ginocchia al petto (la famosa posizione “fetale”). In questa azione i muscoli delle anche, in particolar modo il complesso dell’ileopsoas, si attivano istintivamente, impedendone l’apertura. Lo psoas, il muscolo più forte e profondo che abbiamo, ha la caratteristica di essere l’unico muscolo che connette la colonna vertebrale alle gambe, ed è direttamente connesso al sistema nervoso centrale che attraversa la colonna vertebrale fino al cervello.

Questo muscolo nel suo percorso intesse rapporti anatomici con il diaframma, i reni, gli ureteri e i vasi renali, il colon, il cieco e l’appendice. È quindi intuibile come, oltre a essere decisivo per la nostra postura, abbia una grande influenza a livello viscerale sull’apparato digerente, urinario e riproduttivo (soprattutto femminile). In pratica non è esagerato affermare che la salute del muscolo psoas sia determinante per la salute e il benessere fisico e mentale dell’intero organismo. In particolare a seguito della connessione al diaframma tramite la fascia (tessuto fibroso), lo psoas risulta importante anche nell’attività respiratoria.

Lo stress irrigidisce lo psoas (quindi ci piega in avanti pronti a combattere o scappare) e questo porta ad una chiusura delle anche. La contrazione dello psoas determina anche una compromissione della respirazione addominale che non può approfondirsi e come ben sappiamo il respiro profondo addominale rappresenta la chiave di accesso al raggiungimento di uno stato di calma.

Il bacino contiene tre importanti funzioni: la funzione sessuale, quella riproduttiva e quella escretoria. Questa parte del corpo quindi riveste un profondo significato emotivo ed è soggetto a giudizi e proibizione. Il bacino è soggetto così più di altre parti del corpo a riflessioni psicosomatiche.

I sintomi associati all’instabilità del bacino includono dolore nella media e bassa schiena, tensione all’anca, lunghezza delle gambe differente, ginocchio deboli e problemi alla caviglia, dolore alla mandibola, difficoltà nella respirazione, dolore inguinale, dolore alla spalla, difficoltà nel camminare, l’incapacità di stare su entrambi i piedi e tensione muscolare eccessiva in tutto il corpo. Anche mal di testa e vertigini possono essere ricondotti a disallineamento pelvico.

In questa area del corpo risiede il primo Chakra, Muladahara, il chakra della radice. A livello energetico lo Yoga sostiene che all’interno della cavità pelvica risiede l’energia sacra e vitale (kundalini) che ci anima, arrotolata come un serpente. Essa dà sostegno a tutto il corpo e infatti il compito del primo chakra è proprio questo: dare stabilità, sicurezza e possibilità di esprimere se stessi. Dolori in questa sede possono esprimere problemi degli organi o delle pulsioni sessuali, difficoltà ad utilizzare le gambe (figurativamente), ad avanzare. Quindi un bacino bloccato può significare emozioni represse, sentimenti rinnegati, energia sessuale trattenuta.

La rigidità pelvica impedisce il naturale fluire delle pulsioni e della creatività. Serra l’espansione di sé ed il piacere che deriva dal fare ciò che si avverte come naturalmente giusto. L’elemento del I chakra è la Terra che richiama lo stretto collegamento che il bacino ha con il nostro senso di radicamento, la sicurezza e la fiducia in sé stessi, col sentire che le nostre radici sono profondamente radicate nella terra cosicché ci si possa espandere prepotentemente verso l’alto, verso il cielo.

Quando il bacino e l’energia del chakra della radice sono liberi da restrizioni e blocchi ti senti capace di restare saldo a terra senza essere vulnerabile.

Sciogliere le rigidità corporee consente di iniziare a (ri)sentire qualcosa che prima non c’era. Si apprezza un maggior afflusso di sangue nella zona che prima era contratta e si rientra in contatto con essa. Si libera, così, energia nell’organismo che porta ad un miglioramento della vitalità, dell’espressività, della gioia di vivere andando quindi ad attivare anche il secondo chakra, quello appunto legato alla sessualità ed alla creatività.

Con lo yoga, l’articolazione delle anche viene lubrificata, i muscoli ed i tessuti circostanti riacquistano flessibilità. Inoltre, durante la pratica, si prende consapevolezza della tensione non solo fisica, ma anche emotiva e, quindi, dell’energia bloccata, nei tuoi fianchi.

Si diventa progressivamente consapevoli della propria postura andando a lavorare sul proprio corpo per migliorare l’allineamento delle asana e diventare più stabile anche fuori dal tappetino di yoga. Lavorando sugli abduttori e sui glutei, si avrà una maggiore stabilità del femore nell’articolazione dell’anca, rendendola più forte. Questo porterà a prevenire il dolore lombare o al ginocchio.

Quando si va a lavorare in maniera costante sull’articolazione dell’anca si percepisce una riduzione della tensione e un meraviglioso rilascio emotivo, come un senso di sollievo. E a volte questo sollievo si esprime addirittura tramite le lacrime.

Come sempre quando si pratica Yoga è opportuno non forzare mai la posizione, ma mantenere la propria attenzione al respiro che molto può dire su quello che sta succedendo. Se ci accorgiamo di entrare in apnea vuol dire che non siamo ancora pronti a mantenere quella postura e che dobbiamo tornare indietro, nella versione preparatoria e questo rappresenta una grande lezione di umiltà e capacità di lasciare andare.

Il tempo ed una pratica costante aiutano quindi a ristabilire l’equilibrio fisico, emotivo ed energetico dell’articolazione dell’anca. Si srotolino i tappetini e si pratichi, pratichi, pratichi.

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