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  • Massimo Mannarelli

ISLAM E TEOSOFISMO SCIITA


Per l'Islam di matrice sunnita, la parola di Dio, scritta nel Corano, viene trasmessa direttamente attraverso la figura profetica di Mohammed, con cui si chiude definitivamente il cerchio delle profezie.

La vita del fedele sunnita è ovviamente determinata dal Sacro Corano, ma anche dalla parola e dal comportamento del profeta stesso: la Sunnah nell'Hadith è tassativamente regolata senza alcuna possibilità di cambiamento.

Lo sciita, al contrario, vive nella convinzione che le profezie e il Corano preso nella sua "letteralità" rappresentino solamente la parte esteriore del messaggio rivelato.

Gli Imam per il bene degli altri assunsero la custodia dei segreti divini per trasmetterli di generazione in generazione. Tali Imam sono da considerarsi come maestri di saggezze esoteriche.

Secondo lo sciismo il senso più profondo e più esoterico della rivelazione coranica deve essere illuminato dalla forza della luce degli Imam stessi e ciò avviene all'interno dell'anima umana; nella misura in cui si rivela il senso della parola sacra nella meditazione, il credente diventa autentico nel suo senso più profondo.

Se nella rivelazione coranica, il profeta Mohammed "Il degno di lode", rappresenta il sigillo della profezia, nell'Islam sciita, il dodicesimo Imam è il coronamento dell'iniziazione esoterica che ha la sua "porta" nella figura dell'Imam Alì "l'elevato".

Secondo Rudolf Steiner: “Profeti e Imam sono manifestazioni di forze cosmiche entro il mondo fisico terreno e nel contempo rappresentano il principio globale della vita, essi sono dunque la chiave dell'autoconoscenza del singolo uomo”.

Jahn Pol nel suo saggio "Teosofismo sciita" afferma: “Così come lo spirito della lingua descrive l'universo mediante le dodici consonanti e le sette vocali, mediante la molteplicità degli effetti planetari e zodiacali i profeti e gli imam hanno creato la parola cosmica. Nella visione sciita i sette profeti corrispondono alla sette sfere planetarie e i dodici imam si rispecchiano nei dodici segni dello zodiaco. La successione degli Imam è di nuovo un riflesso della scrittura stellare del cosmo; in particolare l'invisibile e atteso Imam è garante per un eventuale sviluppo delle varie componenti di sviluppo dell'entità umana (io, corpo eterico, corpo astrale); l'invisibile Imam potrebbe diventare una guida nell'iniziazione del singolo uomo”.

La segretezza di tale iniziazione deve essere tenuta sino a quando il Mahdi o Imam occulto apparirà, manifestando la religione in modo così completo che tutti gli uomini da Oriente ad Occidente avranno la stessa religione, così come era ai primordi. In quel momento i segreti divini che l'uomo doveva custodire saranno svelati a tutti e questo significherà il ritorno non all'Islam, come primato di quest'ultimo, ma il semplice ritorno a Dio.

Sommando le esperienze meditative la comunità sciita è soprattutto aperta per uno sviluppo che va oltre l'esperienza religiosa del singolo, ma può e deve riversarsi nella situazione storica e sociale rinnovandola di continuo. Questo non solo getta le basi per una nuova dinamica sociale, ma le applica direttamente. E' il contrario delle credenza sunnita che in ogni situazione nuova crea un riferimento al passato, riportando così ogni elemento nuovo indietro a qualcosa di già conosciuto; difatto il sunnismo non è orientato verso il futuro, ma rimane impigliato nel passato; all'interno del mondo sunnita, poi, il credente non viene spinto ad intraprendere alcun sviluppo autonomo.

Per i sunniti un'azione che parte dal libero arbitrio non solo non è desiderata, ma non è neanche prevista. Se una situazione è così complessa da non essere risolvibile attraverso la scuola del Corano, in base ai suoi insegnamenti, allora si deve consultare uno studioso di diritto, il cui giudizio non deve poggiare su argomentazioni personali, ma solamente su una più dettagliata conoscenza del Corano e della Sunna stessa.

Il campo d'azione del singolo parte dalla seguente predisposizione "Io lo devo fare perché lo ha scritto il Profeta, ciò significa che in base all'osservanza dell'autorità esterna, devo anche interiorizzare il verbo scritto. Tale rigidità "letteralmente" giuridica, è diventata dimensione stessa di un Islam "testuale", all'interno del quale vige un comportamento d'orientamento fondamentalista.

Non è così nello sciismo, dove se si abbandona l'attaccamento al suono della parola esteriore e si riflette sul senso più profondo della meditazione, si entra in una dimensione in cui si conquistano nuove capacità interpretative in base alle conoscenze acquisite in precedenza. All'interno della Shia, il credente ha, quindi, la possibilità di attraversare l'anima cosciente e di individualizzare la situazione grazie ad una diretta esperienza spirituale e con la forza del proprio io di esprimere un giudizio caso per caso. Diventa così l'Islam una religione con tutte le premesse di cui un uomo ha bisogno per adeguarsi ai tempi moderni.

L'Islam non solo è una religione "inclusiva", ma il suo sigillo porta a compimento le rivelazioni precedenti la cui fonte rimane la medesima, Dio. Con l'Islam si chiude il cerchio delle rivelazioni.

Tuttavia attualmente lo sciismo sente l'influenza "legislativa" dell'Islam più testuale, all'interno del quale si fa sempre più viva una sorte di presunzione "giuridica" nei confronti dell'esoterismo, a tal punto che ciò ha quasi portato l'Islam sciita a nascondersi da se stesso privilegiando più l'idea di un "Governo islamico" , di un clero "fallibile", talvolta perfino identitario.

Eppure il sesto imam Ja'far al-Sadiq disse: "All'inizio l'Islam era senza patria, e lo sarà di nuovo come all'inizio. Beati quelli che sono senza patria". Questo essere senza patria che rifiuta ogni legame o confine spirituale, non è solo la sorgente di una certa creatività, ma preserva anche da una sorta di socializzazione della religione. Rinnega ogni ordine stabilito andando verso la direzione infallibile dell'Imam della Resurrezione il quale richiama i suoi adepti ad un culto più spirituale, la cui unica guida è l'eterna figura dell'ultimo Imam stesso, intesto come maestro interiore e apparizione divina.

J. Pohl afferma che uno sciismo puramente esteriore sarebbe una contraddizione, poiché se l'uomo fallisce nel compito di portare i misteri divini, ne consegue la secolarizzazione e la trasformazione in una religione mondana, senza contenuto.

Lo sciismo esoterico deve, giorno dopo giorno, delineare i propri confini in tre direzioni diverse: nei confronti dei sunniti, delle tendenza giuridiche dello sciismo e dei mistici del movimento sufi.

Se oggi l'Imam è nascosto è solo perché gli uomini hanno steso un velo Maya, sono prigionieri dell'illusione e la loro coscienza è diventata incapace di trovarlo e riconoscerlo. Tuttavia attraverso un cambiamento di coscienza l'Imam può apparire di nuovo. La luce dell'Imam risplende e si suoi raggi sono i suoi seguaci.

Tuttavia tale apparizione è riservata solo ai veri amici di Dio perchè la gerarchia della comunità spirituale non è data da alcuna appartenenza esteriore, ma solamente da una qualificazione interiore del credente. In questo modo la Shia può proteggersi da un dogmatismo statico e una gerarchia spesso affamata di potere.

Nello sciismo non si trova nulla che possa assomigliare ai moderni gruppi esoterici che fissano regole per uno sviluppo spirituale. Esso disconosce l'organizzazione in fratellanze e il ruolo al suo interno degli sceicchi paragonabili ai guru indiani poiché ritiene ingiusto opporre una guida spirituale a colui che viene riconosciuto dagli sciiti come unica guida invisibile, sempre presente nel cuore dell'individuo, ossia l'Imam.

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