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Massimo Mannarelli

L'ISLAMIZZAZIONE DELLA COSCIENZA DI AL-ATTAS


Il filosofo malese Syed Muhammad al Naquib bin Ali al-Attas (1931) è uno dei pochi studiosi islamici ad interessarsi di scienza islamica. E’ autore di molte opere sui vari aspetti del pensiero e della civiltà islamica, all'interno della quella si è interessato di sufismo, cosmologia, metafisica , filosofia e lingua e letteratura malese .

Tra i suoi scritti ricordiamo "Rangkaian Ruba'iyyat” e la sua tesi di dottorato in due volumi dal titolo "The Mysticism of Hamzah Fansuri" che rappresenta il suo lavoro più importante e completo dedicato ad uno degli studiosi sufi più controversi della Malesia, il poeta del XVI sec. Hamzah Fansuri.

Al-Attas non solo è importante per aver approfondito il pensiero e le idee di Fansuri e di Nur ud-Din ar-Raniri (mistico islamico e studioso indiano del 1600), ma soprattutto per aver risolto l'enigma della corretta disposizione del calendario ciclico malese-islamico.

Al-Attas è il pioniere della cosiddetta "islamizzazione della conoscenza", una filosofia e metodologia educativa che si pone come obiettivo l'islamizzazione della mente, del corpo e dell'anima e dei suoi effetti sulla vita personale e collettiva di musulmani e non, anche in ambito spirituale.

La frase "Islamizzazione della conoscenza" è stata usata per la prima volta nel suo libro "Islam e secolarismo" utilizzata al fine di conciliare Islam e modernità, cercando specificamente un modo per adottare il metodo scientifico in modo coerente con le norme etiche islamiche .

Al-Attas sostiene che la scienza moderna ha portato benefici materiali, ma è stata accompagnata da un'incontrollabile e insaziabile propensione a distruggere la natura stessa. Per Al-Attas studiare e usare la natura senza un fine spirituale più elevato fa si che la ricerca della conoscenza sia diventata una deviazione dalla verità e che ha finito col mettere in discussione la validità di tale conoscenza.

Secondo Al-Attas la civiltà occidentale è dinamica e costante, diviene continuamente senza però raggiungere mai l'essere.

Molte istituzioni e nazioni vengono influenzate da questo spirito occidentale in cui si rispecchiano mutando i propri obiettivi educativi per seguire le tendenze moderne dell'Occidente stesso.

Gli studi di Al-Attas dimostrano che la metafisica islamica si fonda su una realtà che è composta sia dalla permanenza che dal cambiamento; essa è un sistema unificato che rivela la natura ultima della Realtà in termini positivi, integrando la ragione e l'esperienza con altri ordini superiori nei livelli sovrarazionale e transempirico della coscienza umana.

Al-Attas afferma che le scuole essenzialista ed esistenzialista della tradizione islamica affrontano la natura della realtà. La prima corrente è rappresentata da filosofi e teologi mentre la seconda da sufi.

Gli essenzialisti si aggrappano al principio di mahiyyah (quiddità), mentre gli esistenzialisti sono radicati a wujud (la realtà fondamentale dell'esistenza) che è l'esperienza intuitiva, non basata semplicemente sull'analisi razionale o sul ragionamento discorsivo. Ciò ha indubbiamente portato le speculazioni filosofiche e scientifiche a preoccuparsi delle cose e delle loro essenze a spese dell'esistenza stessa, rendendo così fine a se stessa lo studio della natura.

Al-Attas sostiene che nella realtà extra-mentale, è wujud (Esistenza) la vera "essenza" delle cose e che ciò che è concettualmente posto come mahiyyah ("essenze" o "quiddità") è rappresentato da realtà incidenti.

Il processo di creazione o realizzazione e annientamento o ritorno alla non esistenza e ricreazione di simili è un movimento esistenziale dinamico.

Per Al-Attas nella creazione ci sono sia un principio di unità che un principio di diversità. "La molteplicità degli esistenti che ne risulta non è nell'unica realtà dell'esistenza, ma nei molteplici aspetti dei destinatari dell'esistenza nei vari gradi, ciascuno secondo la sua forza o debolezza, perfezione o imperfezione e priorità o posteriorità. Così la molteplicità degli esistenti non pregiudica l'unità dell'esistenza, poiché ogni esistente è un modo di esistenza e non ha uno status ontologico separato".

In sintesi Al-Attas sostiene che l'Essenza di Dio è assolutamente trascendente ed è sconosciuta e inconoscibile, tranne che a Se Stesso, mentre l'essenza o realtà di una cosa consiste in un modo di esistenza che fornisce l'aspetto permanente della cosa e la sua quiddità, dotandola delle sue qualità mutevoli.

Secondo Al-Attas la filosofia e il sistema di pensiero moderno occidentale, hanno perso o smemorato la dimensione spirituale e religiosa. Egli propone come unica via risolutiva la riscoperta di un sistema tradizionale, fondato sulla metafisica e sulla scienza islamica,quale unico modo per salvare l’umanità.

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