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Sibilla Mannarelli

IL NERVO VAGO, COME STIMOLARLO CON YOGA E ALIMENTAZIONE PER IL NOSTRO BENESSERE


Il nervo vago è uno dei nervi cranici e ha la particolarità di “vagare” in diversi punti del corpo collegando il tronco encefalico a cuore, polmoni e intestino andando ad interagire anche con fegato, milza, cistifellea, uretere, ovaie, collo, orecchie, lingua e reni.

Il nervo vago impatta sul nostro sistema nervoso involontario (parasimpatico) e controlla le attività inconsce dal mantenimento della frequenza cardiaca alla respirazione e alla sudorazione. Aiuta anche a regolare la pressione sanguigna ed il tasso glicemico, promuove la funzionalità renale, aiuta il rilascio di bile e testosterone, stimola la secrezione salivare, aiuta a controllare il gusto e a rilasciare le lacrime, e svolge un ruolo importante nei problemi di fertilità femminile.

La gestione e l’elaborazione delle emozioni avviene attraverso il nervo vago tra il cuore, il cervello e l’intestino, ragione per cui abbiamo una forte reazione intestinale a stati mentali ed emotivi intensi.

In casi di deficit di funzionalità del nervo vago si possono osservare problemi come obesità, bradicardia (battito cardiaco anormalmente lento), difficoltà di deglutizione, malattie gastrointestinali, svenimenti, disturbi dell’umore, deficit di vitamina B12, infiammazione cronica, tosse alterata e convulsioni.

Mentre una adeguata stimolazione del nervo vago va a lavorare positivamente su condizioni come:

  • Ansia

  • Malattie cardiache

  • Tinnito (acufene)

  • Obesità

  • Alcolismo

  • Emicrania

  • Problemi della circolazione

  • Disordini emotivi

l’80% delle sue fibre nervose sono afferenti, cioè salgono e trasmettono informazioni dal corpo al cervello. Il rimanente 20% scorre nella direzione opposta, inviando segnali dal cervello in tutto il corpo.

Il nervo vago utilizza il neurotrasmettitore acetilcolina, che stimola le contrazioni muscolari nel sistema nervoso parasimpatico. Se ad esempio il nostro cervello non riuscisse a comunicare con il diaframma attraverso il rilascio di acetilcolina dal nervo vago, allora smetteremmo di respirare.

Si ritiene che anche la dieta rivesta un ruolo nella salute del nervo vago. Una “dieta da fast food” obesogena (cibo spazzatura ad alto contenuto di grassi e carboidrati) riduce la sensibilità del nervo vago. I cibi piccanti possono causare un’errata attivazione del nervo vago.

Ma come possiamo impattare positivamente sul nervo vago con le nostre azioni di tutti i giorni?

  • Relazioni sociali positive: in alcuni studi si è osservato che coloro che hanno contemplato sentimenti positivi verso altre persone hanno sperimentato un miglioramento della funzione vagale maggiori anche a quelli della meditazione.

  • Freddo: l’esposizione al freddo (fare la doccia o sciacquarsi il viso con acqua fredda) stimola il nervo vago. Studi dimostrano che quando il corpo si adatta al freddo, l’attività del sistema attacco-fuga (simpatico) diminuisce e il sistema riposa-digerisci (parasimpatico) aumenta e tutta questa attività è mediata dal nervo vago.

  • Gargarismi: fare gargarismi stimola i muscoli del palato connessi al nervo vago.

  • Canto / recitazione di mantra: queste pratiche avviano una “pompa vagale” in grado di emettere onde rilassanti. Il canto attiva i muscoli della parte posteriore della gola, che a loro volta attivano il nervo vago. Se fatto all’unisono, come spesso avviene nelle chiese o in altri luoghi sacri, porta un aumento dei livelli di ossitocina (ormone dell’amore) facendo percepire maggiore coesione tra le persone. La meditazione compassionevole ha dimostrato di portare ad un nervo vago più tonico.

  • Massaggio: è possibile stimolare il nervo vago massaggiando i piedi e il collo lungo il seno carotideo, che si trova lungo le arterie carotidee su entrambi i lati del collo. Un massaggio al collo può aiutare a ridurre le crisi epilettiche. Un massaggio ai piedi può aiutare ad abbassare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Anche il massaggio di digito pressione può avere funzione attivatrice. Questi massaggi sono utilizzati per aiutare i neonati a guadagnare peso stimolando la funzione intestinale, in gran parte mediata dall’attivazione del nervo vago.

  • Risate: la felicità e la risata sono potenziatori immunitari naturali. La risata stimola il nervo vago.

  • Yoga: alcuni studi hanno dimostrato che lo yoga aumenta la concentrazione di GABA, un neurotrasmettitore ad azione calmante, nel cervello. I ricercatori sostengono che lo yoga permette la “stimolazione delle afferenze vagali (fibre)”, che aumentano l’attività nel sistema nervoso parasimpatico. Questo è particolarmente utile per coloro che combattono ansia o depressione.

  • Respirazione profonda e lenta: cuore e collo contengono neuroni che hanno i barocettori, recettori che rilevano la pressione sanguigna e trasmettono il segnale neuronale al cervello, che attiva il nervo vago (collegato al cuore) per abbassare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. La respirazione lenta, con un tempo di inspirazione e di espirazione all’incirca uguale, aumenta la sensibilità dei barocettori e l’attivazione vagale e porta ad una variabilità del battito cardiaco armonica.

  • Relax: imparare a calmarsi può essere la soluzione numero uno in grado di aiutare a mantenere il nervo vago in forma tonica. La maggior parte delle attività rilassanti stimola il nervo vago.

E come sempre anche l’alimentazione può venire in nostro aiuto.

Molto importante è mangiare frutta e verdura: più un alimento è naturale meno favorirà infiammazioni all’apparato digerente per cui bene, inserire nella dieta frutti che aiutano la digestione come ananas, kiwi, papaya e pompelmo. Inseriamo poi nella nostra dieta tutte le verdure dalle proprietà antinfiammatorie dell’apparato digerente e che supportano le funzioni del fegato e della cistifellea come il finocchio, i carciofi, le cime di rapa, il radicchio, la cicoria.

Sarà invece bene evitare di consumare grassi di origine animale, latte e derivati, insaccati, peperoncino, prodotti da forno preconfezionati e tutti i cibi raffinati e trattati che rallentano i processi digestivi.

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