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  • Massimo Mannarelli

DASYA YOGA, ASANA E BDSM


Danielle Blunt ha creato una nuova forma di yoga chiamata Dasya (dal sanscrito Servitù) Yoga, in cui si combinano elementi dello yoga tradizionale con il BDSM (Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo).

Ogni sessione di Dasya Yoga privilegia un aspetto diverso in quanto viene adattata agli interessi e ai desideri della persona.

Una seduta può assumere la forma di una pratica più basata sulle asana oppure la forma di una sessione più meditativa.

La Blunt afferma di usare asana (posture), mudra (gesti delle mani) e mantra per coltivare l'apertura e la devozione all'interno di una struttura unica di potere all'interno della quale vi sono resa, piacere e dolore, vero fulcro della pratica Dasya Yoga.

Secondo la Blunt che svolge anche il ruolo di dominatrice, molte attività all’interno di un'esperienza BDSM forniscono un ambiente ideale per fornire opportunità di guarigione. Il BDSM assume la forma di lavoro rituale all'interno del quale si impara a chiedere ciò che si vuole, ad esprimere i propri desideri e a mettere in pratica regole prestabilite di limiti e di consenso, elementi fondamentali nell’ambito del BDSM.

Tali protocolli possono creare un profondo senso di sicurezza che spesso non si riscontrano nella maggior parte delle relazioni interpersonali. Questo può essere curativo in sé e per sé. In una società in cui così tante persone vivono con stress la necessità di voler controllare tutto o avere la responsabilità di ogni cosa, cedere il controllo a un individuo fidato ed esperto spesso consente di arrendersi, rilassarsi, sottomettersi e accedere a una parte diversa del cervello che non riuscirebbero ad attivare.

La Blunt afferma "Non credo che il consenso sia una semplice questione di "sì" e "no" - questo può rafforzare le strutture di potere preesistenti che sono in atto e chi sente di avere il potere di dare un sì affermativo o un no deciso. Questi modi di pensare binari non tengono conto delle complessità di scelta, circostanza e coercizione che caratterizza assumere ruoli attivi nei processi di fornitura del consenso. Dobbiamo complicare le conversazioni che stiamo avendo intorno al consenso e alle dinamiche di potere. Incoraggio le persone con cui lavoro a guardare in modo critico le dinamiche di potere che influenzano le loro vite, identità ed esperienze e utilizzare questa consapevolezza per acquisire potere in se stessi mentre si muovono nel mondo".

Tuttavia la Blunt ci tiene a precisare che pur non essendo una terapeuta, ritiene che il BDSM possa essere terapeutico e curativo.

Gran parte del suo lavoro è incentrato sul dolore. Nello specifico, il dolore come forma di salvezza. È un approccio molto diverso da naturale istinto di cercare di evitare il dolore.

La Blunt sostiene che la cultura occidentale veda il dolore come qualcosa da evitare, ma molte religioni e pratiche in tutto il mondo utilizzare elementi di dolore: i rituali che coinvolgono (anche in alcuni percorsi mistici) il dolore sottolineano l'importanza dell'intenzione di creare uno spazio al fine di elaborare un'esperienza di crescita per arrivare ad un nuovo modo di essere.

Tali rituali forniscono, secondo la Blunt, un'esperienza diretta di esplorazione del dolore aiutando a conoscersi sia a livello morale oltre che chimico e promuovendo contemporaneamente un senso di resilienza.

Gli esercizi fisici che si caratterizzano per un movimento ritmico dei muscoli nello yoga / BDSM alterano la risposta di un individuo al dolore cronico e a traumi precedenti. Il coinvolgimento ormonale nella percezione del dolore in modo controllato e intenzionale consente al sistema nervoso autonomo di regolare il sistema nervoso parasimpatico portando la mente ad uno stato di rilassatezza e andando anche a migliorare la digestione.

La creazione di uno spazio in cui il sistema nervoso possa tornare al suo stato di riposo aiuta a creare nuovi percorsi neurali nel cervello. Il lavoro rituale BDSM lavora per resilienza e controllo neurologici.

La Blunt racconta che lei stessa da malata cronica, conosceva intimamente il dolore. Scoprì il BDSM a 18 anni, nello stesso periodo in cui gli fu diagnosticata la malattia. La patologia di cui soffriva l’aveva portata a rivedere il suo rapporto con il corpo ed il BDSM le aveva permesso di diventare parte attiva nella scelta di quando e come ricevere o affrontare il dolore permettendole di definire meglio anche i suoi confini, limiti e come creare relazioni inclusa quella con il corpo. Il BDSM le ha anche dato un modo per prendere il controllo della sua salute mentale e lavorare consapevolmente sulla relazione con il dolore e le dinamiche di potere.

Il Dasya Yoga offre cure a masochisti e sottomessi creando uno spazio per sperimentare la sottomissione come percorso di crescita personale, ma anche curativo.

La Blunt dichiara che molte religioni sono focalizzate sull'idea che la vera illuminazione e fede possono essere raggiunte solo attraverso l'accettazione e la sottomissione al divino, motivo per cui ella incorpora questa idea nella pratica yogica, così come gli archetipi del divino nel Dasya Yoga.

La Blunt é convinta che la devozione attraverso la sottomissione crei terreno fertile per la crescita personale con un'interpretazione molto ampia del concetto di divinità. Attraverso la creazione di uno spazio per confrontarsi, impegnarsi intenzionalmente e accettare il dolore e la sofferenza, molti sono in grado di trovare un significato per la loro esistenza.

Il termine 'Yoga' significa letteralmente soggiogare. La pratica del Dasya Yoga aiuta ad aggiogare la mente errante al corpo. Ciò consente di sperimentare un'esperienza trasformativa. Attraverso il tocco fisico, le asana devozionali e i mudra, la pratica Dasya lavora per aggiogare le azioni dello schiavo al piacere della Padrona. Ogni respiro diventa segno di riverenza alla Mistress e gratitudine verso la padrona. È attraverso questo sacro atto di devozione che si dà vita ad un processo universale di abbattimento dei confini tra sé e non sé, permettendo di identificarsi con qualcosa di più grande di sé.

La Blunt sostiene che la società moderna abbia bisogno di ripensare al modo in cui si gestiscono le tematiche legate al consenso e alle dinamiche di potere.

Per molti masochisti, per esempio, la cura di sé può essere un concetto difficile da portare nella propria vita mentre l’imposizione della stessa tramite un comando può in alcune circostanze aiutare un individuo a imparare nel tempo a ristabilire una relazione con il proprio corpo e la propria mente in cui la cura di sé non sembri un'idea così estranea.

La Blunt diffida dall’idea della possibilità di creare spazi sicuri, perché pensa che possa essere incredibilmente presuntuoso presumere di avere la capacità di fornirne. Il processo di esplorazione di sé e del modo in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri non è mai uno spazio completamente sicuro ed essere disposti ad affrontare le cose che emergono rappresenta una parte importante del processo.

Blunt non crede nell'efficacia di spingere modelli di cura tramite l'astinenza e ritiene che la repressione e la patologizzazione dei desideri siano incredibilmente dannose per un individuo. Perché qualcuno dovrebbe vergognarsi di una parte di sé con adulti consenzienti? Giocare con l'umiliazione e la vergogna in uno spazio e un tempo ristretti offre l'opportunità di trovare sollievo dalle proprie insicurezze. Giocare con la vergogna offre a qualcuno un'opportunità di catarsi affrontando le proprie paure e iniziando a capirle meglio.

Quando qualcuno evidenzia un interesse per il gioco dell'umiliazione, la Blunt adotta un approccio molto ritualistico per chiedere alle persone di affrontare la loro relazione con la vergogna.

Alla Blunt non piace contribuire a rafforzare strutture di potere violento preferendo piuttosto che le persone mettano in discussione queste strutture. Questo non vuol dire che non si ritenga che la rievocazione possa essere potente, ma solo che debba essere fatta con occhio critico. Attraverso l'inversione della vergogna e dello stigma, il sacro può diventare profano e viceversa; non c'è differenziazione. Diventare consapevoli del processo interno ed esterno che stanno costruendo i propri desideri dà l'opportunità di crescere oltre le norme socialmente imposte.


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