DONALD WATSON, IL PADRE DEL VEGANESIMO
Donald Watson (1910 – 2005) è stato l’attivista inglese considerato il padre del veganismo moderno.
Le prime esperienze nella fattoria di famiglia, dove si allevavano i maiali, lo portarono molto presto a cambiare le sue abitudini alimentari. Scioccato dalle urla dei maiali macellati, a quattordici anni (nel lontano 1924), Watson decise di non mangiare più carne.
Ecco cosa dichiarava a riguardo della sua esperienza nella fattoria: “Ero circondato da animali interessanti. Tutti “davano” qualcosa: il cavallo della fattoria tirava l’aratro, il cavallo più leggero tirava la trappola, le mucche “davano” latte, le galline “davano” uova e il galletto era un’utile “sveglia” – non me ne rendevo conto in quel momento, ma aveva anche un’altra funzione. Le pecore “davano” lana. Non riuscivo mai a capire cosa “davano” i maiali, ma sembravano creature così amichevoli – sempre felici di vedermi.
Poi arrivò il giorno in cui uccisero uno dei maiali: ho ancora ricordi vividi dell’intero processo, incluse le urla ovviamente. Una cosa che mi procurò uno shock fu che mio zio George, di cui avevo un’alta opinione, era parte di quella squadra. Decisi che le fattorie – e gli zii – dovevano essere riposizionate: l’ambiente idilliaco non era altro che un Braccio della Morte, dove i giorni di tutte le creature erano contati fino al momento in cui non sarebbero più stati utili agli esseri umani. Ho vissuto in famiglia per 21 anni, e in tutto quel tempo non ho mai sentito una parola da parte dei miei genitori, nonni, 22 zii e zie, 16 cugini, insegnanti e parroci che facessero riferimento anche lontanamente ai doveri che abbiamo nei confronti delle creature di Dio”.
Dopo aver lasciato la scuola a 15 anni, lavorò come apprendista in una falegnameria e successivamente a 20 anni divenne mastro artigiano. A Leicester, dove lavorava, giocò un ruolo di primo piano nella Leicester Vegetarian Society. Successivamente si trasferì Keswick dove rimase per il resto della sua vita. Per numerosi anni trascorse buona parte del suo tempo come guida per escursionisti e coltivando il proprio orto di verdure biologiche.
Il suo stile di vita prevedeva il non fumare nè bere alcolici o entrare in contatto con cibi o sostanze che ritenesse tossine per il proprio corpo.
Negli anni ’40 venne a conoscenza dello sfruttamento legato alla produzione di latte e formaggi e divenne vegano.
Nel 1944 fondò a Londra, con la moglie Dorothy, la Vegan Society, nota come la più antica società vegana prendendo le distanze dalla Vegetarian Society i cui membri rifiutarono di eliminare dalle linee guida dell’alimentazione vegetariana latticini e derivati animali, considerandola una scelta “estrema”.
Si deve a Watson anche l’introduzione della parola “vegan”: unì le prime tre e ultime due lettere della parola “vegetarian” per dare un nome nuovo a un movimento con convinzioni etiche profonde e radicate, ben al di là della sola scelta di non consumare carne.
“Il veganismo è un modo di vivere che cerca di escludere, per quanto possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e di crudeltà verso gli animali per il cibo, l’abbigliamento o qualsiasi altro scopo. Per estensione, promuove lo sviluppo e l’uso di alternative animal-free a beneficio degli animali, dell’uomo e dell’ambiente. In termini dietetici si denota la pratica di rinunciare a tutti i prodotti derivati in tutto o in parte da animali”.
Watson e la The Vegan Society lanciarono la prima edizione della newsletter trimestrale, The Vegan News.
Egli basava la propria visione della vita sulla compassione ed il pacifismo, rifiutando ogni forma di sfruttamento di forme di vita animali e facendo obiezione di coscienza durante la seconda guerra mondiale.
Ecco come Watson parlava della sua scelta e delle sue convinzioni religiose.
“Ho credenze religiose molto profonde. Non sono mai stato abbastanza intelligente per essere un ateo – un agnostico sì. Alcuni teologi pensano che Cristo fosse un Esseno. Se lo era, era vegan. Se fosse vivo oggi, sarebbe un predicatore del veganismo invece del predicatore di preghiere che era a quei giorni, e diffonderebbe il messaggio della compassione. Capisco che ci sono adesso più che vegan che aspettano il pranzo della domenica di Anglicani che frequentano la messa della domenica mattina. Ma gli Anglicani dovrebbero gioire, alla notizia che qualcuno finalmente sta mettendo in pratica l’elemento essenziale della religione Cristiana – la compassione”.
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