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  • Massimo Mannarelli

I SEVIZIATORI DEL FORTETO TRA CULTURA HIPPIE E DON MILANI


Nel 1977 a Farneto, piccolo comune in provincia di Perugia, 33 giovani occupano un casolare ai piedi delle colline. A guidarli sono due comunisti toscani, Rodolfo “Foffo” Fiesoli, detto il “profeta” per i suoi discorsi ispirati, e Luigi Goffredi, l’“ideologo” noto per le sue pionieristiche teorie “gender”. Ex sessantottini, hanno in mente di fondare una comunità pastorale che viva del lavoro della terra e segua un percorso esistenziale improntato al rifiuto dei legami biologici e alla ricerca della famiglia “alternativa”.

La base ideologica di questa comunità, inizialmente composta da 33 persone, comincia ad assumere i connotati di una setta che comincia ad infarcire il pensiero cattolico di Don Milani con ideologie marxiste, guidati da un'idea di comunità cattolico-socialista, che aspira a separarsi dal resto del mondo considerato corrotto e corruttore, proponendo un nuovo modello di convivenza e una nuova forma di famiglia non legata da vincoli di sangue i quali, anzi, vengono visti come nocivi alla crescita dell'individuo. La scelta di far parte della comunità avrebbe dovuto aiutare l'individuo a spogliarsi di quella che all'interno della comunità stessa veniva chiamata "materialità"; in questa struttura l'eterosessualità era vista come un errore e l'omosessualità invece come un atto di "amore puro", perché non legato a un atto creativo visto come "peccato". L'intenzione non è solo quella di offrire opportunità di lavoro, bensì anche quella di impegnarsi in un percorso di crescita comunitario, di vita sociale collettiva e di accoglienza di minori con handicap fisici e mentali, con un passato di disagio familiare o abusati sessualmente.

Il 4 ottobre 1977 il centro si sposta a Barberino di Mugello con il nome di Forteto, per trasferirsi poi nella sede definitiva di Vicchio, dopo l’acquisizione di una fattoria di 500 ettari dove viene istituita una cooperativa agricola affiliata a Legacoop e Confcooperative divenendo anche un centro d'affido di minori in difficoltà.

La comunità propone una forma di educazione alternativa dei minori tramite gli affidi a due soggetti, uomo-donna, il cui accostamento avviene "a tavolino" e definita "Famiglia funzionale", una nozione coniata proprio dal Forteto, che vi impernia la propria filosofia legata all'educazione dei minori e agli affidi, e che si sviluppa in opposizione al concetto classico di famiglia. Questa nuova forma di famiglia è composta da due persone, un uomo e una donna, spesso accomunate solo da conoscenza superficiale e in ogni caso non legate da vincoli affettivi, ritenuti nocivi. Si crescono ragazzi senza il «fardello della materialità sessuale». Fiesoli e Goffredi si presentano come pionieri. L'iniziativa del "Profeta" raccoglie consensi negli ambienti politici e intellettuali di Firenze. Il Tribunale dei minori comincia presto ad affidare bambini provenienti da situazioni difficili (genitori tossicodipendenti o assenti). E nel tempo intellettuali e psichiatri lodano quel miscuglio di Freud e Don Milani.

A un ragazza entrata in comunità nel 1977 viene detto che non deve avere figli naturali, perché questo rappresenta un atto egoistico.

Marika, una sopravvissuta, racconta che durante il suo soggiorno nella comunità le viene detto che, per superare gli abusi subiti da piccola, deve riviverli e che, avendo lei accumulato troppa rabbia per gli uomini, andavano vissuti rapporti omosessuali con le donne e la donna coinvolta in tali rapporti era la madre affidataria.

Nessun lavoro della letteratura medica e psicologica internazionale accreditata ha mai concepito come metodologia nei percorsi riabilitativi di bambini affidati concetti come “famiglia funzionale”, “chiarimento in gruppo” e “separazione omosessuale”. Sono pratiche concettualmente prive di riscontri scientifici ed è sorprendente come nessun professionista che si è approcciato al Forteto lo abbia notato.

Si ricorda che il Forteto era frequentato da neuropsichiatri, primari di psichiatria, docenti universitari, assistenti sociali, giudici togati ed onorari ma, come rilevato negli atti della Commissione di inchiesta regionale, gli incontri erano concordati, e in quelle circostanze al Forteto si predisponeva l’ambiente adatto a tali incontri.

Pur non essendo una struttura d’accoglienza, al Forteto vengono dati in affidamento disabili fisici e psichici, minori con problemi d’inserimento. Il modello educativo appare ai tanti esperti, funzionale e valido; tuttavia nel 1978 i fondatori vennero indagati per atti di libidine violenti e maltrattamenti nei confronti degli adolescenti disabili mandati dal tribunale dei minori e definitivamente condannati nel 1985. Nel 2011 vengono accusati nuovamente di maltrattamenti verso i minori ospiti della comunità e Fiesoli venne definitivamente condannato nel 2017 a oltre 15 anni per abusi su minori e maltrattamenti.

Durante le inchieste delle commissioni regionali e durante i dibattimenti processuali, emerge che è pratica comune fare lavorare i minori impiegandoli nelle varie attività della cooperativa che comprendono campi coltivati, frutteti, stalle e un caseificio.

La Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2000 ha condannato l'Italia per l'affidamento di due minori al Forteto.

La Guardia di Finanza ha effettuato un blitz per sequestrare i computer nella sede e aperto un fascicolo per truffa sospettando che i corsi di formazione ideati e promossi dalla Fondazione e finanziati dalla Regione dal 2002 al 2008 non siano in realtà mai stati svolti.

Nel 2015 viene proposta in Parlamento l'istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti accaduti per oltre 30 anni nella comunità, ma solo nel 2017, a seguito delle sentenze di condanna per abusi e maltrattamenti si è riusciti a superare l'opposizione del Pd facendo approvare al Senato della Repubblica la legge di istituzione della commissione d'inchiesta il 31 maggio 2017.

Dopo un lungo iter la commissione viene istituita a partire da gennaio 2019.

Tra il 1980 e il 2010 vengono pubblicati circa una quindicina di libri sul Forteto in cui si teorizza il modello Forteto e il concetto di “famiglia funzionale”. Tali libri hanno visto la partecipazione di filosofi e storici con la pubblicazione da parte della casa editrice Il Mulino, come “La strada stretta: storia del Forteto” del 2003. Nel 2009 il testo "ll libro dimenticato dalla scuola" di Fiesoli e Goffredi viene presentato a Palazzo Vecchio. L’ultima opera di Fiesoli, “Fili e nodi”, del 2010, vanta pure una prefazione firmata da Antonio Di Pietro che, entra in parlamento nel 1997 candidandosi proprio nel collegio 3 della circoscrizione Toscana, cioè nel Mugello.


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