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  • Massimo Mannarelli

IL VAISHNAVISMO SOTTO L'IMPERO MOGHUL (1500-1800)


Ala-ud-din Husain Shah (1494–1519) fu un sultano indipendente del Bengala che fondò la dinastia Hussain Shahi nel periodo tardo medievale.

Il suo regno che durò oltre un quarto di secolo fu un periodo di pace e prosperità, in netto contrasto con il periodo precedente. L'atteggiamento liberale di Husain Shah verso i suoi sudditi indù fu un elemento caratterizzante del suo regno noto proprio per la tolleranza religiosa nei confronti dei sudditi. Anche se RC Majumdar scrisse che durante le sue campagne in Orissa, distrusse alcuni templi indù, tale distruzione non fu effettuata per ordine dello stesso Sultano tanto è vero che il celebre santo medievale, Chaitanya Mahaprabhu e i suoi devoti vaisnava predicarono liberamente in tutto il Bengala durante il suo regno. A riguardo va detto che quando Husain Shah venne a sapere dell'enorme seguito di Chaitanya Mahaprabhu tra i suoi devoti, ordinò di non fare loro male alcuno e di lasciarli liberi di andare dove volessero. In seguito, due ufficiali indù di alto livello nell'amministrazione di Husain Shah, il suo segretario privato (Dabir-i-Khas) Rupa Goswami e il suo ministro dell'intimo (Saghir Malik) Sanatana Goswami divennero devoti seguaci di Chaitanya Mahaprabhu.

Paragal Khan amministratore e comandante militare del Sultanato del Bengala tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI secolo, non solo patrocinò la scrittura del Kavindra Mahabharata (prima versione bengalese del testo), ma il libro stesso iniziava con una lunga lode al governo pacifico di Hussain Shahi considerato "valoroso guerriero" e "famoso sovrano", anche chiamato Ishwara di Gauda e paragonato a Krishna.

Allo stesso modo, sotto il patrocinio del figlio di Paragal Chhuti Khan, succeduto a suo padre come governatore di Chittagong, Shrikar Nandi scrisse un altro adattamento bengalese del Mahabharata e paragonò la prosperità del governo di Hussain Shahi al regno di Rama e lo lodò per aver sostenuto i codici indù di Sama-Dana-Danda-Bheda.

Interessante in quell’epoca fu anche la scrittura delle biografie di Krishna.

Maladhar Basu, a cui è stato concesso il titolo di Gunaraj Khan da Ruknuddin Barbak Shah (che aveva preceduto Hussain Shah), compose il suo immensamente popolare Srikrishna Bijay, una versione bengalese dei canti finali dello Srimad Bhagavatam. Scelse di firmare come Gunaraj Khan, come risulta dai versi introduttivi.

Yashoraj Khan, noto anche come Damodar Sen, compose un poema narrativo simile intitolato Srikrishnamangala, sotto il patrocinio di Hussain Shahis. Questo lavoro purtroppo non è più disponibile, ma le informazioni essenziali sono sopravvissute attraverso le citazioni nei testi del tardo XVII secolo.

Il periodo tra il 1500-1800 vide un importante cambiamento politico nel nord dell'India, con l'espansione dell'impero Mughal quando si ebbe un clamoroso boom del devozionalismo vaisnava. Molti studiosi hanno dimostrato in modo elaborato come la crescita della bhakti Vaisnava nel cuore dell'India settentrionale medievale avvenne spesso a spese del culto di Shiva-Shakti.

Akbar (1542-1605) non solo fu un patrono della tradizione Vaisnava, ma era noto per le sue numerose donazioni a partire dalla prima del 1565 al sacerdote del tempio di Govindadeva.

Akbar continuò a concedere terre ai templi fino agli ultimi anni del suo regno.

È anche interessante notare, come sottolinea Pika Ghosh per dimostrare il sincretismo indù-musulmano, "la serie di cinque templi antichi (Madanmohan, Gopinath, Radha Vallabh, Jugal Kishor e Govindadeva) che ostentano l'arenaria rossa contrassegnata inconfondibilmente per il loro uso immediatamente precedente nella capitale di Akbar a Fatehpur Sikri ”.

Akbar, tuttavia, non era solo nella sua famiglia a sostenere il vaisnavismo. Hamida Banu, sua madre, aveva particolarmente sostenuto la Vallabha sampradaya. Nel 1581, senza mezzi termini, ordinò che “le mucche di Vithaleshwar potevano pascolare ovunque si trovassero e non un singolo individuo di Khalisa e jagirdar avrebbe dovuto molestarle o impedire la loro presenza”. Ella affermò "Devono permettere alle sue mucche di pascolare e la suddetta persona deve sentirsi perfettamente a suo agio”.

Il Gran Mogol Jahan-ghir (1569-1627), considerato uno dei più grandi imperatori Indiani di tutti i tempi, non solo continuò le sovvenzioni di Akbar, ma finanziò la costruzione di due templi, uno a Vrindavan e un altro a Mathura, concedendo aiuti economici agli influenti guru e ai loro figli Kamadev Acharya, Narayan Das , Brindaban Das, Nanda Lal, Shyam Krishan.

Shahjahan, di fronte alla diminuzione delle proprie casse, non fu così aperto come i suoi predecessori, ma nondimeno conservò quelle precedenti.














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