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  • Sibilla Mannarelli

LA CENSURA DEGLI ANIME IN ITALIA


L'Anime è un manga (il fumetto giapponese) riportato su serie televisiva animata. A differenza di quanto si pensi il target di riferimento è un pubblico che parte dai 13/14 e quindi non adatto a bambini piccoli.

In Italia (come in buona parte dell’occidente) questo concetto di cartoni per adulti (o quasi) non è mai stato del tutto compreso e questo ha portato a censurare tutte le immagini, scene o dialoghi che avrebbero potuto turbare il pubblico dei bambini e questo anche perché facendo diventare le anime cartoni per i più piccoli si sarebbe potuto sviluppare maggiormente tutto il merchandising legato ai personaggi.

Il Moige da sempre in Italia ha rappresentato il nemico numero uno degli Anime.

Le prime proteste si rivolsero ai grandi Robot giapponesi: Mazinga, Ufo Robot, Daltanius e Daitan 3 accusati di istigare alla violenza e portare incubi notturni. Ma nessuna censura fu effettivamente messa in atto. La stessa sorte non toccò però ad altri cartoni.

Il primo anime ad essere censurato fu Alpen Rose, trasmesso in Italia tra il 1985 e il 1986, e che parlava della seconda guerra mondiale. Si arrivò anche a tagliare 9-10 minuti a episodio (praticamente quasi la metà dell'episodio originale).

Ma parliamo del famosissimo “Lady Oscar”. La censura è nata soprattutto di fronte a certe tematiche o scene esplicite che riguardavano argomenti come la prostituzione e l’omosessualità.

Un esempio: il personaggio di Rosalie si lancia in strada davanti alla carrozza di Oscar, chiedendole l’elemosina per poter acquistare le medicine per la mamma ammalata. Senza la censura, la scena cambia: Rosalie era una prostituta, e durante il loro primo incontro si offre a Oscar in cambio del denaro che le occorre.

Un altro esempio: durante lo scoppio della Rivoluzione Francese, Oscar e Andrè trovano riparo un piccolo bosco, dove si dichiarano e consumano un rapporto. L’Italia qui censura tantissimo e ai due fa dire di volersi bene, non di amarsi.

Anche alcuni dialoghi sono stati ampiamente rimaneggiati. Nella versione originale di parlava spesso di prostitute e di omosessualità. In quella italiana, invece, questi termini non vennero mai usati. Anche tutte le intenzioni di molte donne all’interno del cartone nei confronti di Oscar furono edulcorate. Prima fra tutte quella di Maria Antonietta attratta dalla protagonista, cosa mai apparse sugli schermi italiani.

Nella versione giapponese si giocava molto sull’equivoco dell’identità di Oscar tanto che essa veniva tenuta segreta e tutti si rivolgevano a lei con “Colonnello”, “Signore” o semplicemente “Oscar” mentre in italiano molti la chiamavano “Madamigella”.

Nella seconda metà degli anni ottanta i cartoni più colpiti furono “È quasi magia Johnny” in cui furono addirittura eliminati due episodi e “Piccoli problemi di cuore” dove venne censurata la puntata in cui si spiegava cos'erano le prime mestruazioni.

Negli anni novanta numerose polemiche colpirono le serie Ken il guerriero e Sailor Moon. Nel 1997 ad esempio dei ragazzi lanciarono sassi dal cavalcavia uccidendo una persona e nelle perquisizioni condotte nelle case dei colpevoli la polizia rinvenne un poster di X-Files, fumetti di Dylan Dog, e dei manga di Ken il guerriero, ritenuto violento e quindi accusato di aver incitato a simili comportamenti. Sempre nel 1997 la psicologa Vera Slepoj affermò che la quinta serie di Sailor Moon comprometteva l'identità sessuale dei bambini. L'accusa si basava sulla segnalazione di alcuni genitori, i cui bambini maschi, appassionati del cartone, giungevano a identificarsi con la protagonista. Successivamente la polemica riguardò anche la presenza delle Sailorstarlights, guerriere che, quando non combattevano, erano ragazzi maschi in tutto e per tutto. In conseguenza a tali polemiche la serie di Sailor Moon fu pesantemente modificata: in video, con vistosi fermi immagine e rimontaggi delle scene, e ancora di più nei dialoghi, sui quali il responsabile del doppiaggio, Nicola Bartolini Carrassi, operò in modo tanto esteso da stravolgere in diverse occasioni la trama originale. Nell'ultimo episodio la protagonista, coinvolta in una battaglia particolarmente violenta, si mostra alla fine in video completamente nuda: sebbene tale nudo fosse inteso come simbolico e coerente con il senso della storia, venne giudicato «inaccettabile» e quindi censurato dagli adattatori.

Anche l’anime Rossana che nella versione originale affrontava tematiche importanti quali bullismo, depressione, adozione, conflitto con i genitori è stato ridotto a una serie animata composta per lo più da scenette ridicole, in mezzo a cui si inseriscono a forza episodi più impegnativi, anche qui opportunamente rimaneggiati. L’elenco dei tagli operati a questa serie è infinito: uno su tutti l’infatuazione della protagonista per il suo manager Robby, che nel manga era una vera e propria ossessione. Per la versione italiana, invece, si è pensato di eliminarla perché poteva essere un’istigazione alla pedofilia.

Non dimentichiamo “I cavalieri dello Zodiaco”. Il linguaggio originale dei “cavalieri” era sboccato e pesante, mentre in italiano arrivano dei veri e propri “cavalieri”. Il numero di tagli e censure apportati alle scene di sangue fu impressionante. Il problema è che, eliminando senza spiegazioni quelle scene, non si capiscono molte cose dei rapporti tra i protagonisti, né alcuni cambiamenti nel loro punto di vista, né i reali rapporti tra loro.

Nel 2000 scoppiò il caso Dragon Ball: una madre sfogliando un numero di Dragon Ball comprato dal figlio lesse la parte in cui Bulma fa vedere le mutandine al Maestro Muten ignara del fatto che Goku gliele aveva tolte la sera prima e si rivolse al Moige che fece causa alla Star Comics. La scena incriminata fu accusata di favorire la pedofilia perché leggendo quella scena un bambino avrebbe potuto pensare che mostrare le mutandine a un vecchio fosse una cosa normale. La scena fu censurata.

Negli ultimi anni tra gli anime stracensurati si aggiungono One Piece e Naruto. Nel primo vengono censurate molte scene di violenza e sbiadito il colore del sangue, mentre in alcuni casi i dialoghi, e quindi la trama intera dell'episodio, vengono stravolti.

In Naruto le scene di sangue furono tagliate già a partire dal primo episodio, mentre in altri casi si ricorse all'oscuramento dell'immagine oppure allo sbiadimento o scurimento del colore del sangue. Alcuni dialoghi sono stati rivisitati mentre alcune parole sono state edulcorate con termini più infantili: "idiota" (nell'originale baka, cioè scemo) è stato sostituito da "testa quadra", "uccidere" o ammazzare è stato rimpiazzato con "togliere di mezzo" o "eliminare".

A volte sarebbe meglio capire lo spirito o la cultura dove alcuni fenomeni nascono piuttosto che snaturarli ed adattarli forzatamente alla nostra realtà. Ma sappiamo che l’apertura mentale in Italia è da sempre cosa rara!


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