LADY CHIYOME, LA NINJA CHE AFFASCINO’ IL GIAPPONE
Ninja e samurai sono simboli giapponesi iconici per le forze di difesa e di attacco. I ninja a differenza dei samurai si distinguevano per la loro attività di spionaggio e per il ricorso a metodi non ortodossi in guerra. Erano, infatti, un gruppo segreto di forze speciali, altamente addestrate, spie nel Giappone medievale.
Ma come i samurai non furono tutti uomini, così anche tra i ninja si distinse qualche esponente del gentil sesso.
La più famosa fu senz’altro Mochizuki Chiyome (? - 1590) nobildonna, poetessa e maestra ninja vissuta durante il periodo Sengoku, meglio nota come Lady Chiyome. A sua volta era lei stessa discendente di una lunga stirpe di ninja Kōga
Moglie di un samurai nel distretto di Saku di Shinano, non iniziò ad agire come ninja fino alla morte del marito.
Il suo dedicarsi all’attività di ninja fu determinato dall’intervento del Daimyō (signore feudale giapponese) Takeda Shingen, uomo noto per aver intrapreso una guerra non convenzionale e che, a differenza di molti uomini del suo tempo, vedeva valore nelle donne e credeva che le donne fossero spie / messaggere ideali poiché avevano accesso a luoghi che gli uomini spesso trascuravano.
Quando il nipote di Takeda, Mochizuki Nobumasa, morì in guerra decise di avvicinarsi alla moglie di suo nipote Mochizuki Chiyome, appunto, e le chiese di reclutare e addestrare segretamente le ragazze per essere agenti dell'intelligence.
Mochizuki Chiyome portò avanti il suo compito creando un finto centro che aiutava le vittime delle guerre, le bambine orfane, le prostitute e tutte le altre donne con problemi nel villaggio di Nazu. Queste donne furono così le reclute iniziali per la prima organizzazione ninja femminile, le famose Kunoichi. Al mondo esterno, Chiyome sembrava essere una figura materna benevola, che dava alle ragazze una vita migliore. In realtà, le addestrava ad essere spie, seduttrici e assassine.
Queste donne e ragazze venivano addestrate a raccogliere informazioni anche grazie all’arte della seduzione, a trasmettere comunicazioni e persino somministrare veleni alle vittime designate.
Venivano inoltre educate nella religione shintoista in modo da poter fingere di essere miko (sacerdotesse erranti) cosa che consentiva loro di viaggiare quasi ovunque senza sospetti.
A volte simulavano di essere prostitute o domestiche infiltrandosi in luoghi diversi senza essere sospettate. Il ricorso a travestimenti era un altro aspetto dell’addestramento che rese queste donne ninja quasi invincibili e difficili da catturare.
Utilizzavano armi particolari tra cui estensioni delle dita simili ad artigli conosciute come neko-te che venivano infilzati nel collo dell’avversario talvolta immersi nel veleno prima dell'uso. Venivano usati anche i Tessen, ventagli pieghevoli a lama metallica.
Uno dei motivi per cui queste tattiche erano così efficaci era che la maggior parte degli uomini di quell’epoca sottovalutava drasticamente le donne e non le percepiva come minacce.
Alcuni storici ritengono che Mochizuki Chiyome fosse stata in grado di ampliare la sua organizzazione fino a quasi trecento kunoichi che diedero al clan Takeda un grande vantaggio sui loro nemici.
Tuttavia, nonostante l'accurata organizzazione adottata di Chiyome, un piccolo esercito di nemici riuscì ad entrare nella reggia Shingen con un piccolo esercito, uccidendo Takeda e sterminando quasi tutte le kunoichi.
Sopravvissuta all'attacco, Chiyome venne reclutata nell'Ordine dei Templari, che avevano tentato di espandere la loro filosofia in tutta l'isola, fallendo a causa del continuo conflitto tra i daimyō per la supremazia. Grazie al contributo di Chiyome, i Templari iniziarono a diffondere la loro ideologia tra le popolazioni locali. Mochizuki venne tuttavia assassinata da Hattori Hanzō nel 1590; la sua morte determinò il crollo quasi totale dell'influenza Templare in Giappone.
Anche dopo la sua morte Lady Chiyome non fu dimenticata ed entrò a far parte delle leggende e del folclore giapponesi, apparendo in numerose rappresentazioni culturali in tutto il Giappone, specialmente nei videogiochi.