ORIENTE E OCCIDENTE, LA CHIESA "MISCHIATA" DI PADRE M. BALLESTER
Padre Mariano Ballester, è un gesuita nato in Spagna nel 1935.
Nella sua ormai trentennale esperienza di guida di preghiera e di meditazione, ha messo a punto un metodo di “meditazione silenziosa” che ha chiamato MPA, Meditazione Profonda e Autoconoscenza, un metodo transconfessionale, non legato cioè ad alcuna confessione religiosa, che prevede un percorso formativo di autoconoscenza costituito da una serie di esercizi di rilassamento e consapevolezza, trasformazione delle convinzioni di base negative, incontro con l’infanzia e valorizzazione della dimensione onirica. Questo itinerario porta a migliorare l’armonia della persona e la sua capacità di praticare il silenzio fisico, emotivo e mentale.
Soltanto dopo questo percorso propedeutico la persona viene introdotta alla meditazione vera e propria.
Secondo Ballester il risveglio verso una nuova coscienza che l'umanità sta sperimentando a partire dall'ultimo quarto di questo secolo è un fatto palese a tutti. Da questo nascono due estremi in termini di prese di posizione: uno è il drastico rifiuto e la chiusura e l'altro è la totale apertura a ogni nuova esperienza.
Tra questi due poli esiste però tutta una gamma di posizioni, di reazioni intermedie, nate dall'infinita varietà dei livelli di coscienza, di culture e di circostanze, che diversificano gli esseri umani.
Secondo Ballester l'esito di tutto ciò è molto bello e molto positivo: è cioè il sottile e progressivo consolidamento di una vasta rete umana di consapevolezza, fatta di tante posizioni ed intuizioni, che indubbiamente ci avvicina sempre di più gli uni agli altri, a livelli insospettabilmente profondi. Questa specie di rete costituisce la nuova realtà, la cosiddetta nuova coscienza.
Ballester afferma che manifestazioni di tale avvicinamento sono, ad esempio, le crescenti sintonie tra scienza e spiritualità, come lo studio delle implicazioni delle fenomenologie mistiche tradizionali nelle nuove visioni e ipotesi scientifiche sulla realtà. Uno di questi avvicinamenti, fra i più curiosi, è l'ipotesi di un universo autocosciente, formulata da Geoffrey Chew, che ha inevitabili punti di contatto sia con il mistero cristiano del corpo mistico di Cristo, sia con il misticismo della cristificazione progressiva universale di Teilhard de Chardin.
Nello stesso senso, anche i risultati del fisico americano Fritjof Capra ne "Il Tao della fisica", hanno avvicinato la fisica moderna alla concezione della mistica tradizionale, specialmente quella orientale, che vede le strutture del mondo come maya, cioè pura forma mentale.
Non solamente la fisica si apre alle dimensioni dello spirito, ma anche le nuove psicologie, specialmente la psicologia Transpersonale (studi della prof.ssa Boggio Bilot, Assaggioli...), si sono ampiamente arricchite aprendosi alle dimensioni dello spirito.
Ballester dice che "Non c'è dubbio che oggi è a portata di mano quello che per molti di noi era un tempo il lontano Oriente. Oggi, in quasi tutti i settori più importanti della società moderna, troviamo segni di questo incontro. Sui nostri periodici e sulle riviste popolari appaiono di tanto in tanto notizie su corsi di Yoga, zen e meditazione trascendentale. Tutti noi abbiamo talvolta incontrato per strada giovani vestiti con il dhoti di colore bianco, o arancione, che ci offrono corone di Krishna e volantini di propaganda del loro movimento. In negozi specializzati e sulle bancarelle, tutti possono procurarsi misteriosi oggetti con incisi caratteri in sanscrito, si possono trovare bastoncini di incenso di svariatissimi tipi e perfino tuniche e vestiti per la meditazione, profumi orientali di ogni tipo; ci sono cassette e CD con musica per meditare, per risvegliare i chakra o per visualizzare paesaggi della natura. Ci sono videocassette con registrazioni di incontri e conferenze dei più famosi guru".
Dice inoltre "Ogni grande capitale del mondo occidentale ha centri specializzati dove si insegna Yoga; librerie con testi su questo argomento; insegnanti di diversi metodi di meditazione. Quanto alla televisione e al cinema, ci sono molti film o serial televisivi dove è ampiamente diffusa la saggezza orientale nei suoi diversi rami".
Secondo Ballester un grande impulso a questa nuova coscienza è stato dato dall'avvicinamento, dall'incontro tra Oriente e Occidente. Egli ricorda che già il noto storico inglese Arnhold Toynbee pronosticava come una delle chiavi di discernimento della futura evoluzione dell'uomo, l'avvicinamento fra cristianesimo e buddismo.
Ma la domanda che può sorgere in merito è che se i metodi di meditazione sono così importanti per trovare il proprio "centro", come mai Cristo non ci ha trasmesso queste tecniche? In realtà Cristo non è venuto a rivelarci un metodo, una tecnica di meditazione, ma a risvegliarci e salvarci dal nostro torpore ed egoismo e a rivelarci chi siamo. Siamo noi, come discepoli e come Chiesa che, guidati dalla sua parola, possiamo e dobbiamo trovare la nostra via di meditazione e realizzazione. Ma lo stesso Cristo ci ha dato le chiavi preziose per un vero e proprio cammino meditativo, in sintonia con le grandi tradizioni di spiritualità, già esistenti nel suo tempo.
Il fatto che la nostra tradizione abbia maestri di meditazione silenziosa come Eckhart, Tauler, Ruysbroeck, Gregorio di Nissa, l'autore della "Nube della non-coscienza", e Giovanni della Croce (che i monaci dello zen stimano moltissimo) e che abbia aperto vie di realizzazione come quelle dell'esicasmo, praticato ancor oggi nel Monte Athos, è un palese indizio che il messaggio di Cristo contiene queste chiavi di silenzio. Nonostante Cristo avesse la necessita pedagogica di adattare i suoi insegnamenti a una grande varietà di ascoltatori, i suoi insegnamenti contengono chiari inviti alla continua pratica della consapevolezza, come appare nelle parabole della luce, e norme molto pratiche e concrete, in perfetta sintonia con le discipline yama e niyama che iniziano lo Yoga Sutra di Patanjali, come sono, ad esempio, gli orientamenti e i consigli dati nel Sermone della Montagna, (molto apprezzato dagli orientali).
Infatti, fa notare ancora Ballester, sono stati spesso gli stessi orientali a farci scoprire sottilmente questo aspetto del messaggio di Cristo. Tutti sappiamo che Gandhi guardava con ammirazione il Sermone della Montagna, come pure Kadowaki, buddista, convertitosi poi al cattolicesimo in Giappone e divenuto gesuita.
Afferma Ballester: “l’Asia ha molto da dare all'autentica spiritualità cristiana: un metodo di preghiera sviluppato, che coinvolge tutta la persona in unità di corpo-psiche-spirito; una preghiera di profonda interiorità e immanenza, tradizioni di ascetismo e di rinuncia; tecniche di contemplazione che si ritrovano nelle antiche religioni orientali, come lo zen e lo Yoga; forme di preghiera semplificate, come il nam-japa e il bhajan e altre espressioni popolari di fede e di pietà da parte di quanti, nella loro vita quotidiana, rivolgono veramente a Dio i loro cuori e la loro mente".
Egli si augura che aumentino ulteriormente le maglie della rete della nuova coscienza, che già si estende da un confine all'altro della terra e che questa ondata, che rinfresca dappertutto e che purifica le nostre secolari impalcature e i nostri freni nella via dello spirito, non si fermerà neppure di fronte a un possibile Yoga occidentale o Yoga orientale, ma ci porterà verso lo Yoga dell'umanità, come simbolicamente ci ha fatto gioiosamente intravedere, e sognare, il felice incontro di Assisi, per la pace nel mondo.
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