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  • Massimo Mannarelli

SUFISMO E "BLACK MUSLIM" STATUNITENSI



Secondo lo studioso Rasul Miller il primo raduno sufi convocato da musulmani neri americani, avvenne durante il XX secolo, nella moschea di Cleveland fondata, nel 1937, dall’Imam Al-Hajj Wali Akram.

In questo luogo negli anni ’50, i suoi frequentatori vennero iniziati dallo stesso Akram all’ Ordine Chishti.

Secondo i membri della sua famiglia, l’Imam conobbe il sufismo dopo aver viaggiato nel mondo arabo, in Asia Meridionale, Europa orientale, ma soprattutto dopo aver fatto, nel 1957, lo ḥajj (pellegrinaggio alla Sacra Moschea della Mecca).

A differenza di Shaykh Daoud, la cui affiliazione sufi era sconosciuta alla maggior parte dei membri della sua congregazione, Al-Hajj Wali Akram tenne periodicamente incontri per la pratica dello dhikr (ricordo devozionale) e la diffusione del sufismo.

Rasul Miller che ha compiuto studi sui movimenti musulmani nell'America del XX secolo e non solo, afferma che durante gli anni '70 a New York City,

emersero tre ordini sufi che fornirono a molti musulmani neri una visione più tradizionale del sufismo, esse sono: la Tijaniyyah che trae origine dallo Shaykh Abu Abbas Ahmad al-Tijani (1737-1815); la La Qādiriyya

Burhāniyya fondato da Sayidi Abul Hasan ash-Shadhuli e Sayyidi Ibrahim al Disuqi nel 13 secolo.

Molti dei primi tijani neri americani provenivano dalla Moschea della Fratellanza Islamica (MIB) di Harlem e dal Centro Culturale Islamico di New York (ICC-NY) nell'Upper West Side di Manhattan. Due dei primi membri erano l'Imam Sayed Abdus-Salaam, co-fondatore e assistente Imam del MIB, e Hajjah Kareemah Abdul-Kareem, un partecipante dell'ICC-NY che divenne, grazie alla sua filantropia, prominente nella comunità musulmana della città.

Essi furono introdotti all'ordine di Tijani da un giovane studioso senegalese di nome Shaykh Hassan Cisse, che visitò per la prima volta gli Stati Uniti nel 1975.

L'eccezionale bagaglio islamico di quest’ultimo, nonché la padronanza dell'inglese e una spiccata sensibilità politica panafricana lo resero particolarmente attraente per gli “ortodossi” della black muslim assai interessati all'eredità dell'Islam in Africa occidentale.

Nei decenni successivi, Shaykh Hassan emerse come il principale rappresentante mondiale dell'ordine di Tijani e tra gli anni 70 e 80 trascorse molto tempo con molti fratelli neri di New York, Detroit e Chicago, nominando, in diverse città, dozzine di muqaddam (assistente) per la Tijaniyyah.

La tariqa si radicò così nei centri urbani di tutto il paese, diffondendosi in città come Atlanta, Washington DC, Cleveland e Denver, creando una congregazione sufi distintamente nera americana, fondando nel 1984

l'Istituto islamico afroamericano e

una Scuola coranica in Senegal accessibile a centinaia di bambini della comunità islamica.

Per quanto concerne invece l’ordine Qadiri, verso la fine degli anni '70, alcuni dei leader del Dar furono iniziati dal religioso pakistano Shaykh Mubarak Ali Gilani.

Il Dar fondato da musulmani che in precedenza avevano frequentato la moschea di Shaykh Daoud a Brooklyn, avevano appreso la storia dell'Islam nell'Asia meridionale da persone come Hafiz Mahbub, un insegnante di Corano pakistano che serviva quella comunità; in particolare l'Imam Yahya Abdul-Kareem, guida della moschea Ya-Sin a Brooklyn (sede del Dar) mostrò, già negli anni ’60, interesse per i testi Qadiri, a tal punto da aderire nel 1978 alla tariqa grazie allo Shaykh Gilani stesso.

La conoscenza di Shaykh Gilani della storia della diaspora africana, le sue critiche al dominio imperiale occidentale dei paesi a maggioranza musulmana quale imposizione di norme culturali laiche e suprematiste bianche fece breccia in molti cuori afro-americani.

Tuttavia, alcuni membri si opposero all'idea che la loro congregazione prevalentemente musulmana nera e latina dovesse avere un leader religioso straniero; così durante i primi anni '80, il Dar si divise effettivamente in due comunità.

Il contingente che abbracciò la leadership di Shaykh Gilani e il suo approccio al sufismo formò la Jama'at al-Fuqrah (attualmente conosciuta come The Muslims of America, Inc.), e stabilì insediamenti musulmani rurali (ancora attivi oggi) negli Stati Uniti.

La tariqa Burhāniyya (nome completo tariqa al burhāniyya al disūqiyyah al shādhliyyah) rivitalizzata dallo Sheikh sudanese Mohamed Osman Abdu al Burhani (1902-1983) ebbe in America come figura di spicco Shaykh Awadallah, che coltivò una relazione diretta con il maestro sudanese.

Infatti nel 1973 Shaykh Abdullah Awadallah si recò in Sudan viaggiando insieme a “Malachi” Dwight D. York noto anche come Issa Al Haadi Al Mahdi , noto come il capo fondatore di vari gruppi religiosi/politici (tra cui in particolare la United Nation of Nuwaubian Moors) e noto purtroppo alle cronache per molti reati criminali.

Quest’ultimo che non entrò mai nella tariqa Burhāniyya, tornato a casa, fondò una sua congregazione islamica eterodossa che incorporava aspetti della tradizione sufi insieme a un mix eclettico di credenze e pratiche.

Shaykh Awadallah si avvicinò ancora di più allo Shaykh Muhammad Osman Abdel Burhani che lo designò, alla fine degli anni ’70, come suo muqaddam americano.

Tornato negli Stati Uniti, Shaykh Awadallah istituì, nel Bronx, uno zawiya (uno spazio di culto comunitario) per la pratica della hadra e dello dhikr. Va detto che negli ultimi tre anni che il sufismo della Burhāniyya sta prendendo piede anche tra i bianchi specialmente a New York.

Dagli anni '80 in poi, un numero crescente di musulmani neri americani negli Stati Uniti si interessò sempre più al sufismo di matrice africana; durante gli anni '90, molti musulmani neri americani appresero del famoso studioso precoloniale nigeriano, leader politico e guida sufi, Shehu Usman Dan Fodio, formando la Jama'at degli Shehu e abbracciarono la guida dei suoi discendenti ed eredi spirituali in Sudan.

Questa maggiore consapevolezza dell'eredità dello Shehu era dovuta, in gran parte, agli sforzi di un musulmano afroamericano di nome Shaykh Muhammad Shareef bin Farid, fondatore del Sankore Institute of Islamic-African Studies.

Egli fu un prolifico traduttore, che ha reso disponibili al pubblico di lingua inglese decine di opere scritte dallo Shehu e da altri studiosi a lui vicini.

Secondo Rasul Miller, i musulmani neri americani possono essere trovati in molti più ordini sufi di quelli sopra citati; essi mentre usano le lezioni della tradizione sufi per rispondere ai bisogni delle loro comunità locali, parallelamente continuano a forgiare relazioni transnazionali sostanziali partecipando a reti sufi globali.

Ancora oggi, continua Miller, i “black muslim” esplorano la saggezza dei famosi saggi sufi provenienti da ogni angolo del globo per sfruttare il potenziale di trasformazione dell'Islam nel contesto americano.

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